«Gerusalemme, laboratorio che ha qualcosa da insegnare»

SABATO A ROMA. Padre Pierbattista Pizzaballa sarà il primo patriarca latino della Città Santa a ricevere la porpora.

«Gerusalemme è un laboratorio che ha qualcosa da insegnare». Padre Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, sabato 30 settembre sarà creato cardinale da Papa Francesco, primo patriarca latino della Città santa a ricevere la porpora. È il segno dell’importanza chiave di Gerusalemme per i cristiani, ma l’orgoglio per la nomina a cardinale del Patriarca latino si coglie anche nelle altre comunità cristiane della città e tra gli islamici e gli ebrei.

Giovedì mattina 27 settembre in un colloquio con i giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede, il Patriarca bergamasco ha spiegato che «Gerusalemme è il centro e insieme la periferia»: «Gerusalemme è considerata storicamente il cuore del mondo, ma al tempo stesso è periferia del mondo, luogo di un conflitto politico e religioso con situazioni dove permangono diseguaglianze sociali, economiche e civili enormi e molto gravi». Così da un Papa attento alle periferie è venuta una decisione che non ha avuto precedenti nella storia recente della Chiesa. Mai un Patriarca di Gerusalemme era stato creato cardinale durante il suo ufficio: «Sappiamo che Francesco è attento alle periferie, ma Gerusalemme ha anche un indiscutibile richiamo universale e questa apparente contraddizione fa della città un unicum, che con la porpora che ha voluto assegnarmi avrà più attenzione nel panorama della Chiesa e della comunità internazionale». In un’intervista al Sir poi il Patriarca ha aggiunto che per lui la berretta cardinalizia è «un impegno in più», ma, ha precisato «non cambia molto, solo una maggiore responsabilità. Per la Terra Santa invece è motivo di orgoglio avere finalmente una porpora a casa loro». Il Patriarca ha affrontato anche il tema delle migrazioni, fenomeno globale, che interessa anche Israele e la Palestina: «Da noi ci sono oltre cento mila tra profughi, immigrati e lavoratori stranieri». Gli ultimi rifugiati vengono dal Sud Sudan e dall’Eritrea.

Pizzaballa ha definito il fenomeno delle migrazioni in Terra Santa molto complesso: «Assistiamo ad un fenomeno doppio. Da una parte il numero dei cristiani locali diminuisce a causa dell’emigrazione, dall’altro arrivano cristiani di altre Nazioni, filippini, indiani, latinoamericani e cinesi. Non è esente da episodi di discriminazione, a volte abusi e violazione dei diritti umani fondamentali delle persone». La Chiesa con le sue istituzioni in Terra Santa da molto tempo studia il fenomeno e cerca di dare risposte anche attraverso la solidarietà di molte conferenze episcopali: «Lo facciamo sia con l’attenzione ai palestinesi, sia agli altri immigrati che in alcune zone del Paese vivono situazioni molto problematiche».

Piazzaballa ha ribadito che di fronte al fenomeno delle migrazioni «non c’è una soluzione italiana o polacca o israeliana»: «È un fenomeno globale che ha bisogno dell’attenzione di tutta la Comunità internazionale, la quale, tuttavia, deve imparare a gestirlo nel rispetto della dignità delle persone». Il punto cruciale è la globalizzazione non solo delle merci, ma anche delle persone: «Se c’è scambio di merci, di energia, di economie, non si può non pensare che ci debba essere anche uno scambio tra persone». La questione centrale, secondo il Patriarca, è ragionare in modo nuovo, cogliendo la sfida positiva delle migrazioni, come i Papi hanno sempre sottolineato: «Dobbiamo prendere atto che in futuro le nostre società saranno sempre più multireligiose e multiculturali e per questo dico che Gerusalemme può essere un laboratorio interessante e ha, forse, qualcosa da insegnare». Il Concistoro con la consegna della berretta rossa e dell’anello cardinalizio si tiene sabato mattina 30 settembre alle 10 nella Basilica vaticana. Il Papa creerà 21 nuovi cardinali.

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La cittadinanza onoraria

Il 7 ottobre a Bergamo al cardinale Pierbattista Pizzaballa sarà conferita la cittadinanza onoraria dal sindaco Giorgio Gori. Nella motivazione si legge che il neo-cardinale «si è contraddistinto per equilibrio e spiccata capacità strategica e diplomatica secondo lo stile di Papa Giovanni XXIII. In serata alle 20,30 nella cattedrale di Sant’Alessandro il vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi condividerà la gioia di tutta la diocesi nella Messa di ringraziamento che sarà presieduta da Cardinale Patriarca Pierbattista Pizzaballa.

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