Joy, uccisa a coltellate dal compagno a Cologno: presidio per ricordarla l’8 aprile

L’EVENTO. La Rete bergamasca contro la violenza di genere, in accordo con le istituzioni locali, sposta eccezionalmente il presidio mensile nel paese in cui è accaduto il femminicidio. Appuntamento lunedì 8 aprile, alle 18.30, alla fontana di via Rocca a Cologno al Serio.

Il femminicidio di Joy Omoragbon ha scosso profondamente la comunità di Cologno al Serio. È per questo che il presidio mensile della «Rete bergamasca contro la violenza di genere», in accordo con le istituzioni locali, si terrà l’8 aprile proprio nel paese della Bassa. «Esprimiamo così tutta la nostra vicinanza agli affetti di Joy, famigliari e amicali, alla comunità in cui viveva e alle istituzioni pubbliche di Cologno, che proprio in questo periodo sono impegnate in una campagna per la lotta alla violenza di genere rivolta alla cittadinanza» spiegano dalla Rete bergamasca contro la violenza di genere.

Leggi anche
Leggi anche

«Il femminicidio è un fatto gravissimo a cui tutta la popolazione bergamasca deve rispondere in modo forte: invitiamo quindi a un ritrovo collettivo lunedì 8 aprile, alle 18,30, presso la fontana di via Rocca a Cologno al Serio: per stare unite e uniti, salutare simbolicamente la nostra concittadina Joy e gridare ancora una volta “mai più”, “basta femminicidi”» spiegano ancora dalla Rete.

«Chiediamo a tutte le persone che sono stanche di assistere a questa lenta e inesorabile strage di unirsi a noi, perché non può e non deve più accadere che una donna perda la vita in questo modo. Queste morti si devono evitare»

«Chiediamo a tutte le persone che sono stanche di assistere a questa lenta e inesorabile strage di unirsi a noi, perché non può e non deve più accadere che una donna perda la vita in questo modo. Queste morti si devono evitare. Siamo consapevoli di quanta difficoltà vivano i servizi pubblici che dovrebbero prendersi cura delle situazioni in cui viene esercitata violenza, nella totale carenza di fondi e personale. Ed è proprio per questo che testardamente continuiamo a scendere in piazza».

Leggi anche

«Le persone che subiscono violenza vanno protette, quando denunciano o chiedono supporto ai centri antiviolenza ma anche quando non lo fanno: perché spesso la loro situazione è conosciuta, nel paese o nel quartiere in cui vivono. Bisogna che tutti i servizi pubblici, a partire dalle forze dell’ordine, siano formati al riconoscimento del rischio di escalation della violenza e alla valutazione della pericolosità di un uomo: devono avere capacità e risorse per mettere in sicurezza le potenziali vittime (ed evitare di diventare essi stessi luoghi in cui si rinnova la violenza)».

Solo nel mese di marzo sono state 113 le nuove chiamate arrivate ai centri antiviolenza di Bergamo e provincia, dall’inizio dell’anno sono 354. E dall’1 gennaio in Italia sono 12 i femminicidi accertati (più diversi casi in fase di accertamento), l’ultimo quello che ha portato via Joy Omoragbon. Per informazioni: [email protected].

© RIPRODUZIONE RISERVATA