«Rubano» le identità per fare acquisti: nella Bergamasca 378 casi in un anno - La tabella

LE FRODI. I truffatori ottengono i dati personali di ignari utenti web e accendono finanziamenti per telefonini, auto ed elettrodomestici.

È come se ogni giorno, festivi inclusi, un bergamasco si svegliasse e trovasse un’anomalia sul proprio conto corrente: un acquisto realizzato a sua insaputa, oppure un finanziamento acceso senza che se ne sapesse nulla. Anche questo è il crimine che corre sul web: nel 2022 in Bergamasca si sono registrate 378 frodi creditizie tramite furto d’identità, appunto un fenomeno con cadenza quotidiana. In termini tecnici, si tratta dell’utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni, con danni per svariate migliaia di euro in media per ogni malcapitato.

Una crescita continua

I nuovi dati dell’Osservatorio sulle frodi creditizie e i furti di identità realizzato da Crif-MisterCredit, azienda leader in Europa nelle informazioni creditizie, danno contezza di una continua crescita di questi reati. In Bergamasca l’incremento è pari al +16% negli ultimi sei mesi (l’Osservatorio ha assunto cadenza semestrale): delle 378 frodi del 2022, infatti, 175 erano state registrate tra gennaio e giugno, altre 203 si sono aggiunte tra luglio e dicembre; e se si guarda invece al primo semestre 2021, in quel periodo le frodi erano state 152, contro le 140 del primo semestre 2020, a conferma di una progressiva tendenza di crescita.

Per Beatrice Rubini, executive director della linea Mister Credit di Crif, «le frodi creditizie, realizzate tramite furto d’identità e utilizzo illecito dei dati personali e finanziari, continuano ad essere un problema rilevante che ha un impatto significativo sul credito e sui consumatori. In particolare, l’aumento delle frodi può essere attribuito all’evoluzione delle tecniche utilizzate dalle organizzazioni criminali, che sono diventate sempre più sofisticate e difficili da rilevare». La «corsa» delle frodi creditizie non conosce confini: «Nel 2022 i casi sono cresciuti non solo in Italia: secondo la Federal Trade Commission sono cresciute del +30% negli Stati Uniti – aggiunge l’esperta - mentre nel Regno Unito, secondo Cifas (agenzia per la prevenzione delle frodi nel Regno Unito, ndr), l’incremento è stato del +23%».

I dati nazionali indicano che in Italia in tutto il 2022 si sono contate oltre 34.300 frodi creditizie con furto d’identità, in crescita del 19,9% rispetto all’intero 2021; il danno stimato nel Paese raggiunge i 132 milioni di euro, in media 3.850 euro per ogni frode. Che fare, per prevenire questi rischi? «In poche parole, non bisogna abbassare la guardia perché l’uso frequente dell’e-commerce, l’accelerazione nell’utilizzo delle carte di pagamento e la digitalizzazione di molti processi possono aumentare i rischi di furto di identità», conclude Rubini.

Come «funziona» la frode

Raccogliendo i dati che ciascuno di noi «semina» su internet più o meno consapevolmente – data e luogo di nascita, con la possibilità di generare codici fiscali, ma anche l’indirizzo di residenza – i furbetti del web riescono a ricostruire l’identità di un soggetto; se si risale anche alle coordinate bancarie o a un numero di carta di credito, il gioco è fatto: all’insaputa della vittima si acquistano beni oppure si accendono finanziamenti, di cui il beneficiario è ovviamente il furbetto. «Spesso – spiega Rubini – le frodi sono facilitate dai comportamenti rischiosi delle vittime stesse, come la pubblicazione di informazioni anagrafiche e identificative sui social media, che forniscono alle organizzazioni criminali le informazioni necessarie per creare false identità. È fondamentale che i consumatori prestino la massima attenzione alla protezione della propria identità digitale: ad esempio, attivando un sistema di avviso per monitorare le transazioni con le carte di credito e adottando sistemi che segnalino tempestivamente l’uso improprio dei propri dati personali per richiedere finanziamenti o se tali informazioni circolano indebitamente sul web».

I casi più diffusi

L’Osservatorio di Crif traccia l’identikit delle vittime più frequenti: gli under 30 sono la fascia più colpita dal fenomeno (rappresentano il 22,9% delle vittime), ma nell’ultimo anno l’incremento maggiore s’è osservato tra i 51-60enni (+6,6%). La Lombardia è la terza regione d’Italia, con un totale di 3.971 frodi lo scorso anno: Milano è la prima provincia lombarda con 1.326 casi, seguita dai 529 di Brescia e appunto dai 378 di Bergamo. La frode più diffusa (38,4% dei casi in Italia) è l’apertura di prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (auto, moto, articoli di arredamento, elettronica ed elettrodomestici), mentre crescono le frodi attraverso l’utilizzo «diretto» (e ovviamente improprio) di carta di credito (26% del totale). Nel 31,1% di casi si acquistano elettrodomestici, nell’8,7% dei casi auto o moto, nel 6,3% dei casi dispositivi elettronici (pc, telefoni, tablet...). Il fattore tempo è decisivo: purtroppo, solo il 37,6% viene scoperto nei primi sei mesi.

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