A Bergamo iniziano i saldi, ma in oltre 200mila hanno già comprato con gli sconti

IL PUNTO. La stima di Confesercenti: «Le norme regionali si scontrano con la realtà». Un giro d’affari da 59 milioni per Confcommercio: «Ma il comparto sta soffrendo».

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Iniziano i saldi, anzi sono già iniziati. Il via ufficiale ai classici ribassi estivi è fissato per sabato 5 luglio, ma in realtà da quasi un mese fioccavano le offerte nei negozi e online.

E di fatto, secondo le stime di Fismo Confesercenti Bergamo, già 212mila bergamaschi hanno acquistato in pre-saldo spendendo in media 100 euro; in molti però metteranno ancora mano al portafogli, visto che Confcommercio Bergamo prevede in Bergamasca una spesa di 93 euro pro capite, 219 euro per una «famiglia tipo», (leggermente al di sopra della media nazionale) e un giro d’affari complessivo da 59 milioni di euro, in lieve rialzo rispetto ai 58 milioni di euro dei saldi estivi 2024.

«Rete e social, far west promozionale»

Insomma: la stagione del commercio è calda, ma non esente da criticità. «Negli ultimi anni le strategie commerciali per anticipare la concorrenza si sono moltiplicate, ma il quadro normativo regionale, che vieta le vendite promozionali nei 30 giorni precedenti i saldi, si scontra con una realtà dove la rete e i social network restano un vero far west promozionale», lo definisce Filippo Caselli, direttore di Confesercenti Bergamo, che chiede «una vigilanza più efficace, soprattutto sul digitale, per tutelare consumatori e negozianti e riportare trasparenza nel mercato, oppure rivedere con coraggio la normativa».

«Il commercio deve essere tutelato se non vogliamo assistere a una desertificazione dei centri storici»

Budget superiore alla media

Il budget dei bergamaschi è comunque lievemente superiore alla media nazionale, e può dar linfa a quasi 1.500 negozi tra abbigliamento e calzature, molti dei quali lamentano la difficoltà di competere con sconti anticipati e campagne digitali spesso fuori dalle regole. «Nei negozi tanta merce è ancora in magazzino, per cui chi sta aspettando i saldi potrà trovare tanto assortimento – commenta Oscar Fusini, direttore di Confcommercio Bergamo -. I saldi sono un momento importante per fare shopping di qualità, risparmiando e vivendo appieno i nostri centri. Confidiamo anche nei turisti e villeggianti nelle nostre località, dalle valli ai laghi, oltre che in città, grazie all’aeroporto e ai suoi collegamenti. L’estate 2025 si preannuncia a livello nazionale come la migliore del terzo millennio in termini di turismo e auspichiamo che lo sia anche per gli acquisti. In questi giorni le vendite sono quasi ferme in attesa di sabato: l’andamento delle vendite durante i saldi avrà effetti importanti, influenzando di conseguenza la campagna acquisti per la prossima collezione primavera-estate 2026».

«Settore in emergenza»

Per chi da una vita lavora in negozio, il periodo resta però complesso. Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento, calzature e articoli sportivi di Confcommercio Bergamo e consigliere nazionale Federazione Moda Italia, non usa mezzi termini: «Il settore è in emergenza, la situazione è drammatica per troppe insegne indipendenti. Il commercio deve essere tutelato se non vogliamo assistere a una desertificazione dei centri storici. La politica deve affrontare con urgenza e decisione la situazione: se ne parla da tanti anni, dal credito d’imposta per gli affitti a un supporto contro la concorrenza sleale delle piattaforme online. I fornitori, che ci impongono di ordinare merce spesso oltre le nostre effettive esigenze e capacità economiche, fanno vendita diretta online: una volta solo i possessori di partita Iva potevano acquistare dai grossisti, ora invece chiunque può farlo su app e piattaforme. Queste pratiche scorrette vanno combattute. Perché non pensare ad un bonus moda, con detrazioni e vantaggi per alcune categorie?».

Da Confesercenti si ricorda «il lavoro positivo dei Distretti del Commercio – spiega Caselli –, che proprio in questo periodo stanno proponendo iniziative per sostenere le attività di vicinato e animare i centri storici. Queste azioni rappresentano un aiuto concreto per i negozianti, ma non possono da sole compensare gli effetti di pratiche scorrette online e di un sistema che necessita di regole più chiare ed eque».

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