(Foto di Bedolis)
IL FUNERALE. Una folla che si perde a vista, è «il tessuto di testimonianze che avvolge e avvolgerà per sempre la vita di Stefano», ha detto il parroco.
Bergamo
La folla è smisurata e si perde a vista. È «il tessuto di testimonianze che avvolge e avvolgerà per sempre la vita di Stefano», dice monsignor Gianni Carzaniga, parroco di Sant’Alessandro in Colonna. La basilica ha accolto questo pomeriggio, giovedì 20 novembre, le centinaia di persone venute a dare l’ultimo saluto al giudice Stefano Storto, scomparso lunedì 17 novembre dopo una lunga malattia.
Il dolore della moglie Daniela e dei tre figli, abbracciati l’uno all’altro, si mischia a quello dei tanti parenti, amici, colleghi, istituzioni e forze dell’ordine presenti. «Noi oggi salutiamo un magistrato che ha vissuto il suo servizio con competenza e passione fino all’ultimo respiro, e che attraverso il suo lavoro ha esercitato un ministero profondo, che è quello di cercare l’uomo autentico, al di là del torto e della ragione - ha aggiunto monsignor Carzaniga -. L’uomo cerca in un giudizio la possibilità di crescere, e fare giustizia significa aiutare gli altri ad essere giusti e a crescere, in un percorso che faccia rinascere la persona. E Stefano - conclude - ha vissuto così».
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