
(Foto di Bedolis)
IL CASO. I fattorini continuano a pedalare nonostante le alte temperature: «Lavoriamo anche 10 ore al giorno». L’appello dei sindacati: «Serve tutelare salute e sicurezza». Intanto Glovo ha sospeso i «bonus» per il calore.
La loro è una delle professioni simbolo dell’economia contemporanea. I rider sfrecciano per le città, in sella a bici e scooter, macinando diverse decine di chilometri al giorno per effettuare le consegne a domicilio di generi alimentari. Non conoscono orari e nemmeno condizioni meteo avverse. Capita di lavorare sotto la pioggia, con la neve e pure stretti nella morsa del caldo record, costretti a «combattere» contro sole, afa ed asfalto cocente, come sta accadendo in questi giorni segnati dalle alte temperature. Ognuno ha le sue strategie per resistere. C’è chi cerca d idratarsi il più possibile, fermandosi a bere alle fontanelle pubbliche. Altri invece puntano sull’abbigliamento e su maniche e calzoni lunghi, per evitare di scottarsi.
E mentre il Piemonte ha allargato anche ai rider l’ordinanza anti caldo, con lo «stop» al lavoro nelle ore più torride (tra le 12,30 e le 16) dei giorni ad alto rischio, nel resto d’Italia i fattorini stanno continuando a lavorare regolarmente, Bergamo compresa. In città ce ne sono centinaia, soprattutto d’origine straniera, che continuano a lavorare anche nelle ore a rischio, non essendo toccati dall’ordinanza regionale contro il caldo. «Il nostro è un lavoro faticoso, soprattutto con le temperature estreme, come d’inverno o d’estate - raccontano alcuni dei rider che abbiamo incontrato in centro -. Non possiamo fermarci perché se non effettuiamo le consegne non veniamo pagati. Ogni giorno maciniamo diverse decine di chilometri e lavoriamo oltre dieci ore, esposti al caldo e ai rischi della strada, guadagnando poche manciate di euro a consegna».
Nei giorni scorsi aveva fatto discutere la scelta di Glovo, una delle piattaforme di food delivery, di introdurre bonus economici legati al caldo, incentivi che salivano con l’aumentare delle temperature e che giovedì 3 luglio sono stati sospesi, dopo le polemiche dei sindacati che avevano evidenziato che «il bonus di fatto valeva pochi centesimi a consegna e sarebbe stato erogato con la fattura del 21 settembre 2025, cioè a fine estate, diventando quindi sostanzialmente inutile per l’acquisto di misure protettive per il sole e il caldo, come creme solari o sali minerali». Dal canto suo, ribadendo la priorità a salute e sicurezza dei rider, Glovo aveva spiegato che «il bonus era da intendersi come misura compensativa e non rappresentava in alcun modo un incentivo alla prestazione».
La salute dei fattorini è al centro dell’attenzione dei sindacati orobici. «È vero che i rider possono scegliere quando e per quanto lavorare ma quelli che svolgono questa attività in maniera continuativa ed effettuano il 70% delle consegne sono vittime di un ricatto - spiega Francesco Chiesa, segretario generale Nidl (nuove identità di lavoro) di Cgil Bergamo -. Tra i rider solo una minoranza è lavoratore dipendente. Tutti gli altri non possono permettersi di fermarsi, se non effettuano le consegne non guadagnano. Il bonus ora sospeso spingeva fondamentalmente i fattorini ad effettuare più consegne, nonostante i rischi legati al caldo». Come sindacato, prosegue il segretario, «contestiamo questa dinamica. Chiediamo vengano riconosciuti sussidi economici per chi decide di fermarsi e una dotazione, tra gli elementi di equipaggiamento a carico delle piattaforme, anche di dispositivi di protezione individuale, come borracce e sali minerali. Stiamo progettando una campagna a sostegno dei rider, a tutela di salute e sicurezza, e nei prossimi giorni scenderemo in strada con loro». Alessia Cozzi, coordinatrice della Felsa Cisl di Bergamo, la categoria che assiste e tutela lavoratori somministrati e parasubordinati, spiega che «è in corso un confronto con le piattaforme di food delivery. Il primo risultato è che Glovo ha accettato la sospensione del bonus. Il nostro lavoro prosegue e il dialogo è costante. Quella dei rider è una categoria nata negli ultimi anni. Servono nuove e maggiori tutele per salute e sicurezza».
Per Pasquale Papaianni, coordinatore Uil Bergamo, «nella nuova epoca appare allarmante, ma purtroppo occorre prenderne atto, che il mondo rider vive condizioni difficili. Sono dipendenti da un algoritmo che assegna loro i tempi e le modalità di consegna. I rider devono essere considerati lavoratori dipendenti e devono avere gli stessi riconoscimenti e le stesse tutele. Chiaramente il contratto di lavoro rimane la pietra miliare. Appare necessario affermare che la contrattualizzazione è uno strumento che potrà trasmettere dignità e sicurezza».
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