Adolescenti in controtendenza: i più contagiati ora sono loro

I dati Il virus tra i minorenni è in calo tranne che per i 14-18enni. Negli ultimi 7 giorni l’incidenza in questa fascia è stata di 562 casi ogni 100mila abitanti.

La «geografia anagrafica» del virus è leggermente mutata: non sono più i bambini la fascia maggiormente colpita, ora lo sono gli adolescenti. Succede in Lombardia, e con buona probabilità anche in Bergamasca, secondo quanto emerge da un recente report della Direzione generale Welfare dedicato all’analisi del contagio nella popolazione in età studentesca. L’ultima settimana per cui sono disponibili i dati completi, quella cioè tra 4 e 10 aprile, indica infatti un «sorpasso» particolare: è nei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che si rileva la maggior incidenza del contagio, mentre dal ritorno in classe dopo le vacanze natalizie – salvo che per una sola settimana – i valori più alti si osservavano invece costantemente nella fascia 6-10 anni. Più precisamente, adesso tra gli 11-13enni l’incidenza si è attestata a 806 casi settimanali ogni 100mila lombardi di quell’età, mentre nella fascia 6-10 anni l’incidenza è scesa a quota 788. Via via scorrono gli altri segmenti anagrafici: tra i 14-18enni l’incidenza è di 562 casi ogni 100mila lombardi di quell’età, nei bimbi tra 0 e 2 anni l’incidenza assume valore 525, nella fascia 3-5 anni l’incidenza scende ulteriormente a quota 504.

L’eccezione dei 14-18enni

Questa è la fotografia del presente, al netto degli ultimissimi giorni non ancora rendicontati dagli epidemiologi. Allargando invece lo sguardo e mettendo in fila le ultime settimane caratterizzate dalla staffetta tra Omicron 1 e Omicron 2, si scorge una seconda tendenza. E cioè che in generale il contagio tra i minorenni è comunque in calo in tutte le classi d’età, tranne una: «Il trend dei contagi risulta in diminuzione rispetto alla settimana precedente in quasi tutte le fasce di età considerate», si legge appunto nel report, e quest’unica eccezione è rappresentata dai 14-18enni.

Se è vero che negli 11-13enni l’incidenza è la più alta, rispetto alla settimana precedente il valore è comunque sceso dell’1,1%; una riduzione si è osservata anche nelle fasce 6-10 anni (-8,8%), 3-5 anni (-3,6%) e 0-2 anni (-5%). Solo nei ragazzi tra 14 e 18 anni il contagio è dunque tornato a crescere, seppur su proporzioni contenute, con un incremento del 2,4% dei nuovi casi.

La «forbice» si restringe

L’ultima recrudescenza del virus mostra un altro tratto quasi inedito: la circolazione virale tra bambini e adolescenti resta ancora più alta rispetto agli adulti, ma la «forbice» si sta assottigliando. «Unendo» le diverse classi d’età dei minorenni, l’incidenza del contagio è infatti di 652 nuovi casi settimanali ogni 100mila lombardi di quell’età: nello stesso periodo temporale (4-10 aprile), il valore «globale» dell’incidenza lombarda – cioè calcolata sulla popolazione nella sua interezza, comprendendo tutte classi le età – era di 567 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti.

L’incidenza del contagio tra i minorenni è dunque maggiore «solo» del 15% rispetto all’incidenza dell’intera popolazione: a fine gennaio, all’apice di Omicron 1, la circolazione virale negli under 18 era invece più alta del 79% rispetto alla popolazione complessiva, cioè era quasi doppia.

Se è vero che negli 11-13enni l’incidenza è la più alta, rispetto alla settimana precedente il valore è comunque sceso dell’1,1%; una riduzione si è osservata anche nelle fasce 6-10 anni (-8,8%), 3-5 anni (-3,6%) e 0-2 anni (-5%). Solo nei ragazzi tra 14 e 18 anni il contagio è dunque tornato a crescere, seppur su proporzioni contenute, con un incremento del 2,4% dei nuovi casi

Bimbi, vaccinazioni al palo

Ieri, tra l’altro, scoccava il quarto mese dall’avvio delle vaccinazioni anti-Covid in età pediatrica, la fascia 5-11 anni, il cui esordio risale al 16 dicembre. Per questo target, la campagna è ormai quasi ferma e ben lontana da quell’obiettivo del 50% di adesioni che si era ipotizzato alla partenza: secondo i dati regionali – sovrapponibili anche su scala bergamasca – ha ricevuto la vaccinazione solo il 38,89% dei bimbi di quest’età. Si è su valori decisamente divergenti rispetto alla performance degli altri spicchi anagrafici giovanili: nei 12-19enni, per esempio, ha aderito l’85%, e il 51,46% della platea ha ricevuto anche la terza dose (l’età minima per la terza dose è appunto di 12 anni), nei 20-29enni l’adesione è del 95,08% e il 74,81% ha ricevuto anche la dose booster.

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