Allarme ozono, Bergamo maglia nera

LA QUALITÀ DELL’ARIA. Alla centralina di via Meucci il dato peggiore della Lombardia, sopra il limite anche Calusco. Legambiente: situazione più critica che in passato. L’assessore Ruzzini: problema serio per tutta la regione.

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Mentre il caldo continua a mordere, l’ozono resta alle stelle. La cappa d’afa porta con sé l’ormai consueto impatto sulla qualità dell’aria, in particolare per quanto riguarda l’ozono, l’inquinante fotochimico – si forma cioè grazie alla luce solare – più insidioso nella stagione estiva. A Bergamo se ne soffre parecchio: giovedì la centralina di via Meucci, secondo le rilevazioni dell’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) riprese anche da Legambiente, ha raggiunto un valore massimo orario di 248 microgrammi per metro cubo d’aria, superando anche la soglia d’allarme fissata a quota 240; è il dato peggiore registrato in quella giornata tra tutti i capoluoghi lombardi. Non se la passa meglio la provincia, visto che la centralina di Calusco è arrivata a 241 microgrammi per metro cubo. Oltre i confini, a Lecco si è arrivati a un massimo di 225 microgrammi, a Monza 195, a Como 189, a Milano 174; in coda sui livelli più bassi ci sono Mantova (157), Brescia (159), Sondrio (159) e Varese (160).

Emergenza sottovalutata

«Quello con l’inquinamento da ozono è da sempre un appuntamento estivo, ma quest’anno la situazione appare decisamente più critica che in passato – interviene Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia –. A non cambiare è la sottovalutazione del problema da parte delle istituzioni regionali, che si guardano bene dall’attivare la necessaria informazione ai cittadini e le misure di limitazione delle fonti emissive, sebbene la Lombardia sia di gran lunga la regione con il più grave inquinamento da ozono in tutta Europa». Col caldo che prosegue – a venerdì, stando alle rilevazioni in tempo reale dell’Arpa, la temperatura massima in Bergamasca è stata osservata a Stezzano con 34,5 gradi – la situazione è destinata a riproporsi anche nei prossimi giorni e poi nel prosieguo della stagione, un’ondata di calore dopo l’altra.

Secondo Legambiente «occorrerebbe intervenire per limitare le emissioni di precursori inquinanti della formazione di ozono: si tratta delle emissioni da traffico, in particolare da motori diesel, e di quelle industriali, ma anche domestiche, e di processi che rilasciano vapori di solventi. Purtroppo non è possibile agire sulle fonti agricole, altrettanto importanti per l’emissione di metano, anch’esso gas precursore dell’ozono: in questo ambito occorrono invece politiche strutturali, destinate a dare risultati di lungo periodo».

L’ozono, riconosce Oriana Ruzzini, assessora all’Ambiente del Comune di Bergamo, «è un problema serio che interessa l’intera Lombardia: la scorsa settimana le concentrazioni più alte erano in Brianza, ora a essere maggiormente colpita è la Bergamasca. Il valore medio di concentrazione di ozono oltre il limite di 240 in provincia di Bergamo va attenzionato, l’ozono è un ossidante che irrita le mucose dell’apparato respiratorio. Quando supera i valori per i quali, a norma di legge, i cittadini devono essere informati sui comportamenti da adottare per limitare i danni, il Comune di Bergamo pubblica sul sito dati e consigli rivolti alla cittadinanza e in caso di supero della soglia allarme adotta le raccomandazioni prescritte».

Le raccomandazioni

Ma cosa si può fare, nel piccolo e in concreto, per provare a contenere la «proliferazione» dell’ozono? «Occorre limitare l’uso dell’automobile scegliendo la mobilità dolce e il trasporto pubblico, ottimizzare l’uso dell’aria condizionata tenendo chiuse le porte e le finestre dei locali raffrescati», e a questo proposito Ruzzini ricorda che «esiste anche un’ordinanza perché vengano mantenute chiuse, ove siano in funzione impianti di climatizzazione, tutte le porte di accesso a esercizi commerciali, di somministrazione di alimenti e bevande, di attività artigianali e di edifici con accesso al pubblico». In caso di violazione, la sanzione va da 25 a 500 euro. Al momento non ci sono dati sui controlli che vengono effettuati.

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