Allerta fentanyl, stretta sulle ricette

L’ALLARME. L’oppioide sintetico serve nella terapia del dolore ma è usato impropriamente come droga. I farmacisti: «Vigilanza rafforzata anche a Bergamo». Già intercettati alcuni casi di documenti «taroccati».

Il primo allarme a livello nazionale è scattato a febbraio del 2024, sulla scorta dell’«epidemia» esplosa negli Stati Uniti. L’allerta per il fentanyl – l’oppioide sintetico utilizzato nella terapia del dolore, ad esempio per i pazienti oncologici, ma il cui uso improprio lo può equiparare a una droga potentissima – ora si aggiunge di ulteriori precauzioni: una decina di giorni fa, il ministero della Salute ha diramato delle indicazioni operative per rafforzare la sorveglianza sulla circolazione delle ricette del fentanyl e dei farmaci analoghi, con l’obiettivo di evitare illeciti o abusi nella distribuzione del medicinale.

L’allarme dagli Stati Uniti

In sostanza, attraverso uno specifico decalogo i farmacisti diventano delle «sentinelle» anche su questo fronte. Succede perché, si legge nel documento ministeriale, «permane la necessità di mantenere elevatissimo il livello di vigilanza sull’utilizzo della prescrizione cartacea (la ricetta bianca, ndr), considerata particolarmente esposta a rischi di falsificazione o uso improprio». D’altronde, il fentanyl è 30-50 volte più potente dell’eroina: negli Usa si sono contati 100mila morti di overdose nel 2023 e circa 87mila nel 2024. Da una confezione per uso medico, si possono ricavare molte dosi da mettere sul mercato degli stupefacenti.

«Ricette bianche il punto debole»

Anche il sistema sanitario bergamasco tiene alta la guardia. «In attesa della totale dematerializzazione, che dà la certezza che una prescrizione non sia contraffatta, il ministero ha individuato il punto debole nelle ricette cartacee bianche, più facilmente falsificabili – spiega Davide Petrosillo, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bergamo –. Le farmacie sono state identificate come sentinelle attraverso una sorta di decalogo per contrastare il fenomeno ed estendere i controlli a tutto campo: tra i punti previsti ci sono l’ispezione della ricetta, verificando ad esempio la qualità della stampa, la firma e il timbro del medico ed eventuali correzioni sospette; si suggerisce di approfondire la storia del paziente e la coerenza con le precedenti prescrizioni, verificare la congruità della dose rispetto alla posologia standard, comunicare tempestivamente alle autorità eventuali sospetti, e si contempla anche la possibilità di non dispensare il farmaco». Così, prosegue Petrosillo, «il farmacista ha anche una responsabilità di sicurezza pubblica: non solo dobbiamo dispensare correttamente il farmaco, ma abbiamo anche un ruolo attivo finalizzato a intercettare tentativi di sviare dall’uso terapeutico».

In Italia non c’è emergenza

Per il momento, in Italia non c’è un’emergenza. «Fortunatamente la situazione è ben diversa dagli Stati Uniti – rimarca Andrea Raciti, presidente di Federfarma Bergamo –, anche grazie a un controllo molto più rigido sulle prescrizioni e sulla dispensazione. Questi non sono farmaci di libera vendita, ma nella quasi totalità dei casi sono prescritti a carico del Servizio sanitario nazionale: le rare circostanze in cui la prescrizione è a carico del cittadino sono quelle con le maggiori possibilità di contraffazione, perché la ricetta non è legata a un sistema automatico di controllo, ma le farmacie sono molto attente». Certo, riconosce Raciti, «il problema delle ricette contraffatte esiste, non solo per il fentanyl ma anche per altri prodotti, soprattutto oppioidi». Stando a quanto risulta, in tempi recenti sono stati segnalati in Bergamasca almeno un paio di documenti «taroccati».

Nel 2022 in Bergamasca si registrava infatti un consumo di circa 275 dosi medie giornaliere di fentanyl a uso medico, contro una media regionale a quota 225: nel 2025 si è scesi ad appena 75 dosi medie giornaliere (un calo di oltre il 70% rispetto al 2022), esattamente in linea con l’attuale valore regionale

Calo del 70%

Sul territorio, la prevenzione passa anche da un’altra azione: l’attento controllo delle prescrizioni, finalizzato anche alla riduzione. Nel 2022 in Bergamasca si registrava infatti un consumo di circa 275 dosi medie giornaliere di fentanyl a uso medico, contro una media regionale a quota 225: nel 2025 si è scesi ad appena 75 dosi medie giornaliere (un calo di oltre il 70% rispetto al 2022), esattamente in linea con l’attuale valore regionale. «È stato fatto un lavoro importante – spiega Arrigo Paciello, direttore del Servizio farmaceutico territoriale dell’Ats –, sia verso le farmacie sia con i medici specialisti e di medicina generale. Erano emersi casi di inappropriatezza nelle prescrizioni, un elemento da non sottovalutare: il problema negli Stati Uniti è nato anche così, da una leggerezza nelle indicazioni ai pazienti».

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