«Aveva tutta la vita davanti». Tantissimi amici alla camera mortuaria per salutare Andrea

IL DOLORE. La camera mortuaria è piena di gente, tanti amici e i parenti, per Andrea Dall’Ara, morto a 30 anni in moto, in via Broseta a Bergamo, nella notte tra venerdì e sabato 27 maggio.

«Sono orgogliosa di lui, di tutto quello che ha fatto - ha detto la sorella -.Aveva tanti progetti, doveva iniziare a vivere» ha spiegato Alessandra, nel dolore per la perdita del fratello.

L’incidente

Il corpo di Andrea si trova nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Nato e residente a Bergamo in via Gaudenzi, nella zona di via Carducci, lavorava in un’officina di Lallio. Durante l’incidente, avvenuto verso le 2 di notte, era in sella alla sua Honda Africa Twin: con gli amici stava tornando dal bowling di Mozzo, appuntamento in un bar di via Broseta in città per salutarsi e poi tutti a casa. Ma da via Rillosi è uscito su via Broseta un pick-up che ha travolto il giovane. L’uomo alla guida, secondo alcuni testimoni, sarebbe sceso dal mezzo per poi andarsene.

Fuori dalla camera mortuaria, sabato, c’erano una marea di amici, proprio come domenica. Uno strazio infinito, stretti a mamma Daniela e papà Luciano che vegliano quel ragazzo che viveva ancora in casa con loro, ma che aveva preso un alloggio a Treviolo e stava per lasciare il “nido”. «L’abbiamo salutato verso le 20 – ha raccontato il papà –, aveva appuntamento con il giardiniere per la sua nuova casa, poi usciva con gli amici. Mi hanno detto che erano andati al bowling, di Mozzo penso, e stavano tornando verso casa». Casa per Andrea era ancora via Gaudenzi, circa 200 metri dall’incidente.

La famiglia e una vita in sella alla moto

Andrea era andato in moto al bowling perché i Dall’Ara e le moto sono una faccenda sola, lo sa tutta la città. Il nonno Franco è stato un campione di moto, gli zii Ezio e Sandro hanno ancora le concessionarie di moto. Andrea si muoveva in moto, è ovvio. È per questo che papà Luciano parla di tragico destino. «Aveva fatto tanti viaggi in sella. Era arrivato anche fino a Capo Nord». Quindi anche l’altra sera gli amici erano in macchina e lui in moto. Una specie di «carovana», che a un certo punto ha perso la moto. Hanno sentito il botto, gli amici, sono scesi e Andrea era già volato. Erano le 2 quando in via Broseta sono arrivati i mezzi di soccorso, ma non c’era più nulla da fare.

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L’automobilista denunciato per omicidio stradale

L’uomo alla guida del pick up nel frattempo si era già allontanato dal luogo dell’incidente, rintracciato poche ore dopo grazie alle indagini serrate della Polizia stradale. La targa infatti non era nota, ma gli agenti hanno lavorato sul tipo di mezzo coinvolto (indicato dalle prime persone accorse): un pick up della Mitsubishi. E, nonostante non fosse intestato al guidatore, sono risaliti fino a lui trovandolo a Palazzago. Il cinquantenne, che davanti agli agenti ha ammesso le sue colpe, è stato denunciato per omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Risultato negativo ai test per alcol e droghe, avrebbe anche detto di essere fuggito perché dopo l’impatto ha avuto un malore.

«Andrea era il miglior compagno di merende, le cose più pazze le ho fatte con lui, abbiamo tutti dei ricordi divertenti - spiega l’amico Filippo, fuori dalla camera ardente -. Alle serate organizzate dal gruppo “R’N’R” stava tutto il giorno a fare la carne, lo spiedo bresciano era la sua specialità».

I funerali martedì pomeriggio

Un fiore è stato lasciato nel palo che riporta i nomi delle vie, per salutare Andrea, che avrebbe compiuto 31 anni il 17 giugno. I funerali saranno celebrati martedì alle 15,30 nella chiesa di San Paolo Apostolo in città.

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