Caro materiali edili, ben 54 su 56 vanno oltre la soglia. «A rischio i cantieri»

L’allarme Rilevazione del Ministero delle Infrastrutture: quasi tutti i materiali messi sotto osservazione hanno superato la «soglia di guardia» (fissata all’8%) dell’aumento di costo rispetto alla media del 2020. Pesenti (Ance): «A rischio cantieri aperti e gare future». Gandolfi: «Confronto con Regione per i prezzari».

C’è «la necessità urgente di azioni concrete. Che devono essere adottate immediatamente per evitare il fermo dei cantieri, oltre al rischio di gare deserte». Non usa mezzi termini la presidente di Ance Bergamo, l’associazione dei costruttori edili, Vanessa Pesenti. Il quadro è quello, ormai ben noto, del rincaro di materie prime ed energia, che, sottolineano i rappresentanti delle imprese, mette in difficoltà i cantieri aperti e rende sempre più incerto imbarcarsi in quelli nuovi, partecipando alle gare.

Le tabelle

A certificare l’esplosione dei costi dei materiali per i lavori pubblici è arrivata, nei giorni scorsi, l’anticipazione della tabella del Ministero delle Infrastrutture che riguarda il secondo semestre del 2021. Il decreto non è ancora apparso in Gazzetta ufficiale, ma i dati pubblicati dal «Sole 24 Ore» mostrano che ben 54 dei 56 materiali messi sotto osservazione hanno superato la «soglia di guardia» (fissata all’8%) dell’aumento di costo rispetto alla media del 2020. «Negli ultimi 20 anni era successo al massimo per 4 o 5 materiali», osservano dall’Ance. Qualche esempio: per il ferro-acciaio tondo per cemento armato +72,25%; tubazioni in acciaio +61,19%; lamiere in acciaio +84,27% bitume +36%; legname per infissi +78,68%. In questo scenario, Ance porta avanti le proprie richieste a tutti i livelli istituzionali (proprio mercoledì c’è stata un’audizione in Regione, davanti alle commissioni «Attività produttive» e «Territorio e Infrastrutture»): si va dall’introduzione di un sistema automatico di revisione dei prezzi alle misure di sostegno alla liquidità.

L’incontro con Via Tasso

Nei giorni scorsi, della situazione si è parlato anche in un incontro che ha visto il direttivo dell’associazione sedersi al tavolo con la Provincia: «In quell’occasione – aggiunge Pesenti – è stato dato particolare rilievo alla necessità di aggiornare i prezzari presi a riferimento per le gare pubbliche e di utilizzare tutti gli strumenti oggi disponibili per adeguare gli importi dei lavori e riequilibrare le originarie condizioni contrattuali. Ovviamente questo in attesa dell’adozione a livello nazionale di misure che siano realmente in grado di compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese».

Gandolfi: «Mi sono preso l’impegno di sollevare la questione a Milano: se la Regione dovesse sbloccare la possibilità di ritoccare i prezzi per una certa percentuale, senza andare a rivedere interamente i listini, noi ci adegueremmo»

«Comprendo le forti difficoltà evidenziate dall’Ance, i molti problemi emersi in questi mesi riguardano sia le opere pubbliche, sia l’edilizia privata – osserva il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi –. Per quel che riguarda gli appalti pubblici, per i prezzi dobbiamo attenerci ai listini regionali, che però in questa fase vengono in effetti superati continuamente dagli eventi. Mi sono quindi preso l’impegno di sollevare la questione a Milano: se la Regione dovesse sbloccare la possibilità di ritoccare i prezzi per una certa percentuale, senza andare a rivedere interamente i listini, noi ci adegueremmo». L’idea, per Gandolfi, è di «coinvolgere le altre Province lombarde in un ragionamento comune, per arrivare poi se possibile a chiedere un intervento della Regione in modo condiviso».

«Il rischio è che i fondi legati al Pnrr e ai vari bandi non vengano spesi con efficacia per via di queste difficoltà»

Rinviare semplicemente le gare non pare una soluzione praticabile: oltre al fatto che in molti casi si tratta di opere attese o importanti sul piano della sicurezza, «la gran parte dei finanziamenti da enti superiori sono legati a scadenze ben precise», aggiunge Gandolfi. D’altro canto, un innalzamento eccessivo dei prezzi metterebbe in difficoltà il finanziamento stesso delle opere: «Sulle pavimentazioni se non altro si potrà valutare, sempre nel rispetto delle normative, di ridurre i metri quadrati asfaltati a parità di risorse. Ma sulla sistemazione, per esempio, di una scuola, il discorso è completamente diverso: non possiamo prevedere di riqualificare solo una parte di un edificio», aggiunge il presidente della Provincia. In tutto ciò, «il rischio è che i fondi legati al Pnrr e ai vari bandi non vengano spesi con efficacia per via di queste difficoltà».

Le compensazioni

Via Tasso in queste settimane sta facendo i conti con le prime ricadute pratiche del problema: se non risultano al momento cantieri fermi o rallentati, il clima generale di incertezza inizia ad avere ripercussioni sull’andamento delle gare, con un paio di procedure andate deserte e il profilarsi di una riduzione dei ribassi. Intanto si attende risposta dal Ministero sulla documentazione inviata dalla Provincia relativamente agli aumenti dei costi per i cantieri nella prima metà del 2021, per cui dovrebbero scattare le compensazioni alle imprese. Per il primo semestre la stima era stata di circa 600mila euro (relativamente contenuta rispetto al valore dei lavori in corso), ma per la seconda parte dell’anno – per cui non è ancora stato pubblicato il decreto – le cifre potrebbero aumentare di parecchio.

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