Cent’anni di istruzione e di storia, festa per il «Vittorio Emanuele»

Bergamo. L’Istituto tecnico commerciale compie un secolo. Il 15 e 16 dicembre un convegno per ricordare.

A nno scolastico 1922-1923: un secolo fa studenti e studentesse (poche) frequentarono per la prima volta l’Istituto tecnico Vittorio Emanuele II, allora come oggi ospitato dal palazzo progettato da Marcello Piacentini, in viale Papa Giovanni. Il traguardo sarà festeggiato con un convegno organizzato dalla scuola, un istituto che ha visto susseguirsi migliaia di diplomati, molti dei quali sono oggi professionisti di vaglia. Un istituto che ha vissuto la Storia, il ventennio fascista, la Liberazione e l’età contemporanea, con un’attività didattica che ha portato la scuola a raggiungere i livelli qualitativi attuali. Il convegno si terrà il 15 e 16 dicembre, con relatori di spicco che attraverso le proprie esperienze racconteranno i diversi periodi storici dell’istituto.

Verrà anche ricordata la figura di Vittorio Gasparini, già studente del «Vittorio Emanuele» e giovane collaboratore de «L’Eco di Bergamo», ucciso il 10 agosto del 1944 in piazzale Loreto, a Milano, all’età di 31anni dal regime fascista. Coinvolti anche gli studenti, chiamati alla lettura di alcuni episodi legati alla storia dell’istituto. L’iniziativa, curata dal professore di Italiano e Storia, Luigi Girelli, e coordinato dalla professoressa Patrizia Giaveri (dirigente del «Vittorio Emanuele») ha il patrocinio del Comune e de «L’Eco di Bergamo» che ha messo a disposizione il materiale del proprio archivio: saranno esposti giornali che raccontano vicende della scuola. Al convegno, moderato da Giovanna Brambilla (docente di Arte e Territorio) prenderanno parte anche Jacopo Perazzoli (Università di Bergamo), Paolo Mazzariol (architetto e storico), Cesare Fenili (Centro studi Archivio Bergamasco), Antonella Braga (presidente Fondazione Rossi e Salvemini di Firenze), Mario Pelliccioli (ricercatore, collaboratore dell’Anpi), Massimo Castoldi (docente di Filologia italiana all’Università di Pavia) e Arturo Zambaldo, giornalista de «L’Eco». Previste anche visite guidate e un annullo filatelico.

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