
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 26 Settembre 2025
Clochard trovato morto in via Locatelli a Bergamo, il 1° ottobre l’autopsia
LE INDAGINI. L’esame servirà a chiarire le circostanze della morte. Il Comune è alla ricerca dei parenti.
È stata fissata per mercoledì 1° ottobre all’ospedale Papa Giovanni XXIII l’autopsia sul corpo di Dadrah Manjinder, il quarantaseienne di origine indiana, senza fissa dimora, trovato morto martedì 23 settembre sotto i portici della chiesa di San Marco e Santa Rita.
Si cercano i parenti
L’esame servirà a chiarire le circostanze della morte: secondo la prima ricostruzione dei fatti, il quarantaseienne era caduto rovinosamente dalla balaustra del colonnato della chiesa, venendo anche medicato dal personale del 118, intervenuto sul posto, ma rifiutando poi il ricovero in ospedale. Alle 10 di martedì mattina un passante l’ha notato senza vita e, a quel punto, ogni tentativo di rianimarlo si è rivelato vano.
Si attende l’autopsia
L’autopsia chiarirà se la caduta – e la conseguente botta alla testa – siano stati all’origine della morte di Dadrah Manjinder. Il Comune è anche alla ricerca dei suoi parenti, non ancora rintracciati.
Nel frattempo la comunità della chiesa di San Marco e Santa Rita ha ricordato la scomparsa di Dadrah Manjinder «con mazzi di fiori e preghiere dei fedeli durante la Messa», ha detto il parroco di Sant’Alessandro della Croce (cui fa capo la chiesa di San Marco), don Pietro Biaggi.
L’uomo, in Italia da tanto tempo, era conosciuto negli ambienti della Caritas, del Patronato San Vincenzo, del dormitorio di via Galgario e della Casa Amadei, che più volte negli anni l’hanno aiutato, offrendo pranzi, docce e un letto per dormire. Gli operatori delle due associazioni l’hanno ricordato come «una persona tranquilla, cordiale, affetta però da una forte dipendenza da alcol». Proprio l’abuso di alcol, dovrebbe avere causato la brutta caduta che gli è costata la vita.
Conosciuto dal territorio
«Si è trattato di una tragedia - continua don Biaggi- che solleva molti interrogativi sulla condizione di fragilità di queste persone. Lui, venendo spesso da noi a dormire, era molto conosciuto in zona». Nell’ultimo periodo la sua routine era sempre la stessa : «Si alzava presto, chiedeva a volte una brioche al bar Nuovo Fermoposta, si sedeva a bere sulle panchine del Sentierone e si recava poi a pranzo al Patronato. Finita la giornata ritornava alla chiesa per dormire».
«il Comune - ha spiegato l’assessore alla Sicurezza, Giacomo Angeloni- si metterà prima in contatto con la sorella del defunto che, a quanto riferito da Manjinder agli operatori del Patronato, dovrebbe risiedere a Roma. Chiederemo quindi alla parente se vuole occuparsene. Se la sorella è impossibilitata perché non è a Roma o in Italia, ci rivolgeremo all’ambasciata per capire se ci sono dei parenti in India». Qualora non sia possibile rintracciare parenti o familiari, « si occuperà il Comune del funerale e Manjinder verrà sepolto a Bergamo».
Sabato 27 settembre , alle 17, ci sarà un’altra funzione in cui il 46enne verrà ricordato «e si parlerà della situazione di tante altre persone, che vivono situazioni analoghe», ha detto il parroco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA