
(Foto di Colleoni)
IL RICORDO. Il vescovo di Bergamo ha ricordato in Consiglio comunale la centralità della figura di Papa Francesco e di Giovanni XXIII, ma ha anche riflettuto sui fatti di cronaca che hanno riguardato l’omicidio di Riccardo Claris.
Bergamo
Bergamo ha reso omaggio a Papa Francesco con un Consiglio comunale straordinario nella serata di lunedì 5 maggio. Un momento di raccoglimento e riflessione aperto a tutti i cittadini, con la partecipazione del Vescovo Francesco Beschi.
«Papa Francesco è stato una guida e un riferimento per credenti e non», ha detto nel suo intervento in aula la sindaca Elena Carnevali. «Un simbolo universale di umanità, che ha profondamente segnato il nostro tempo e le nostre coscienze. Ha testimoniato con radicalità e chiarezza valori fondamentali come la pace, il dialogo tra culture e popoli, la dignità delle persone, la giustizia sociale, l’attenzione agli ultimi».
«Di fronte alla tragedia che ha colpito profondamente la nostra comunità,esprimiamo tutta la nostra vicinanza alle famiglie lacerate dalla perdita, dal dolore e dall’angoscia»
La sindaca si è commossa parlando della vicinanza di Bergoglio ai giovani: «Il suo messaggio risuona in modo ancora più acuto in queste ore di sofferenza. Di fronte alla tragedia che ha colpito profondamente la nostra comunità, esprimiamo tutta la nostra vicinanza alle famiglie lacerate dalla perdita, dal dolore e dall’angoscia, avvertiamo con rinnovata forza l’urgenza di guardare con lucidità e coraggio ai bisogni e alle contraddizioni dei nostri ragazzi e ragazze».
Indimenticabile la vicinanza al territorio bergamasco durante la pandemia: «È stato vicino alla nostra città esprimendo concretamente il suo affetto attraverso telefonate e preghiere». Come il profondo legame con Papa Giovanni XXIII, «che ha voluto canonizzare nel 2014 insieme a Giovanni Paolo II. Hanno scritto allora che Francesco assomigliava al “nostro Papa buono”, evocando una somiglianza profonda».
Monsignor Beschi ha ricordato la biografia di Bergoglio, sottolineando i «numerosi appelli per la pace degli ultimi anni, chiedendo con insistenza di perseguire la via dell’incontro, del dialogo, del disarmo. Il filo conduttore della sua missione è stata la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti, dalle porte sempre aperte».
«Avvertiamo l’esigenza di dare ancora del nostro, di dare tutto ciò che possiamo dare perché la nostra comunità si rafforzi nei legami»
Un pensiero, anche da parte del Vescovo, sull’omicidio di Riccardo Claris: «Mi permetto di collocare questo nostro ricordo all’interno della sofferenza, del dolore, dello sconcerto che attraversa la nostra comunità in questi giorni e che viviamo con l’intensità della commozione. Allo stesso tempo avvertiamo l’esigenza di dare ancora del nostro, di dare tutto ciò che possiamo dare perché la nostra comunità si rafforzi nei legami che permettono anche alle giovani generazioni di esprimere il meglio di se stesse».
Ha poi sottolineato le parole di Francesco dedicate ai bergamaschi. Come nel 2013, quando ha accolto il pellegrinaggio della Diocesi in occasione del 50esimo anniversario della morte di Papa Giovanni XXIII: «In quell’occasione ricordò di come nei giorni della scomparsa di Roncalli si diffuse un’enorme commozione, con piazza San Pietro trasformata in un santuario a cielo aperto per accogliere migliaia di fedeli, di giorno e di notte. E disse “cari bergamaschi, voi siete giustamente orgogliosi del ’Papa buono’, luminoso esempio della fede e delle virtù di intere generazioni di cristiani della vostra terra. Custodite il suoi spirito, non abbiate paura dei rischi, come lui non ha avuto paura”».
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