Consumo di suolo, Bergamo al terzo posto in Lombardia

I DATI. L’anno scorso interventi su quasi 16 ettari di terreno. Ma Palafrizzoni contesta lo studio: conteggiati cantieri Teb e ferroviari.

Ancora una volta, il censimento del consumo di suolo innesca un botta e risposta sull’asse Roma-Bergamo. Venerdì 24 ottobre l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ente del ministero dell’Ambiente, ha presentato il nuovo report annuale sul tema. In sostanza, la fotografia sulla cementificazione, l’urbanizzazione e il «costruito» di regioni, province e comuni durante lo scorso anno.

Nel dossier, Bergamo è indicata come il terzo comune lombardo col maggior consumo di suolo complessivo attuato nel corso del 2024, sommando quello permanente e quello reversibile (cioè non impermeabilizzato, dunque riconvertibile): gli interventi sono stati pari a 15,91 ettari, di più hanno fatto solo Lonato del Garda (Brescia, 16,90 ettari) e Noviglio (Milano, 16,35 ettari); su scala nazionale, invece, Bergamo si è attestata al terzo posto tra le città con almeno 100mila abitanti.

«Serve un salto di qualità»

La sintesi è stata ripresa anche da Legambiente, che in un’analisi complessiva sulla regione evidenzia come «la morsa del consumo di suolo ai danni del territorio lombardo non mostra segni di allentamento – è l’intervento di Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia –. Certo è che la legge regionale che avrebbe dovuto fermarlo, a undici anni dalla sua approvazione, continua a fornire risultati deludenti, mentre l’insediamento di logistiche e data center non riesce a tradursi in opportunità per rivitalizzare le aree dismesse, preferendo piuttosto e fin troppo spesso la via più semplice, ovvero cementificare le aree agricole. È necessario un salto di qualità nel governo del territorio».

La replica di PalaFrizzoni

A puntualizzare i dati dell’Ispra è arrivata la risposta di Francesco Valesini, assessore all’Urbanistica e Rigenerazione urbana del Comune di Bergamo: «Il rapporto Ispra 2024 si basa su immagini satellitari la cui attendibilità si è dimostrata, anche negli anni passati, approssimativa. Quest’anno, nel rapporto, la parte quasi esclusiva del consumo di suolo è data dai lavori ferroviari e dai lavori di Teb, presenti in realtà già negli anni precedenti, che vengono conteggiati per la loro intera superficie anche se si tratta, in molti casi, di aree di cantierizzazione che torneranno, terminate le opere, nella loro originaria condizione. Il dato quindi non è in alcun modo riferibile a trasformazioni urbanistiche su aree libere che, al contrario, da diversi anni, stanno interessando, grazie anche alle novità del nuovo Pgt, aree già urbanizzate e costruite oltre che da tempo dismesse e abbandonate».

Il precedente

Tra le righe si scorge il riferimento a un precedente: già nel 2022 il Comune aveva contestato i dati dell’Ispra. In quell’occasione – con riferimento al 2021 – l’istituto aveva calcolato per Bergamo un consumo di suolo annuo di quasi 4 ettari, mentre Palazzo Frizzoni replicò parlando di «dati non veritieri, anzi frutto di una totale mancanza di conoscenza del territorio»: secondo il Comune, la cementificazione era stata prossima allo zero, perché vennero invece compresi anche gli interventi su zone già edificate come l’ex Gasometro, l’ex Caserma Li Gobbi e Chorus Life.

L’aggregato provinciale

Uscendo dal perimetro del capoluogo, tra i comuni bergamaschi con la maggior erosione di terreno verde nel 2024 emergono Calcinate (10,54 ettari), Filago (9,27 ettari), Orio al Serio (9,21 ettari) e Osio Sotto (8,47 ettari). Nel complesso, Bergamo è stata la terza provincia lombarda con maggior consumo di suolo annuo (123,69 ettari, compresi 79,66 «reversibili»), preceduta da Milano (161,14 ettari) e Brescia (160,74 ettari).

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