Furbetti dei rifiuti, più controlli. «A Bergamo 500 infrazioni rilevate in 2 mesi» - Le foto

Aprica e Comune Ma solo in 20 casi si è riusciti a risalire al trasgressore: multe da 50 a 300 euro. Caccia a chi abbandona l’immondizia vicino ai cestini. Lettere a chi non ha ancora ritirato il kit.

Si guarda attorno furtivo, poi, quando è sicuro di farla franca, abbandona il sacchetto della spesa stracarico di rifiuti di ogni sorta, sopra o ai bordi del cestino. Dentro è impossibile, perché il contenitore per strada già straripa. Così nei quartieri abbondano le mini-discariche abusive, i cestini calamitano chi non si è ancora abituato a fare la raccolta differenziata.

Il 15% delle 60mila utenze domestiche cittadine è «irriducibile» e non si è ancora adeguato al nuovo sistema entrato in vigore il 1° febbraio 2021. Un metodo che prevede il ritiro ai distributori dei rotoli contingentati per plastica e indifferenziato e la raccolta porta a porta. «Uno “zoccolo duro” fisiologico», commenta Filippo Agazzi, amministratore delegato di Aprica (la società del gruppo A2a che nel capoluogo gestisce i servizi per l’ambiente e il decoro urbano).

In alcuni quartieri (come Santa Lucia, San Paolo e Colognola) si è anche reso necessario rimuovere una quindicina di cestini particolarmente «bersagliati» dai «furbetti». «Come azione educativa sono stati tolti perché usati impropriamente. Poi, comunque, li abbiamo rimessi»

Linea più dura

Dopo una prima fase «morbida», però, ora, d’accordo col Comune, si passerà a una linea più decisa. «Sono in partenza lettere “personalizzate” per sollecitare a ritirare il kit gli utenti che non l’hanno ancora fatto», annuncia Agazzi. Un’ultima azione informativa, prima di passare a quella sanzionatoria, se non ci sarà l’adeguamento. «Abbiamo chiesto ad Aprica di intensificare i controlli e di dedicare gli ispettori a questa attività, facendo partire le sanzioni quando si risale al proprietario», conferma l’assessore all’Ambiente Stefano Zenoni. In alcuni quartieri (come Santa Lucia, San Paolo e Colognola) si è anche reso necessario rimuovere una quindicina di cestini particolarmente «bersagliati» dai «furbetti». «Come azione educativa sono stati tolti perché usati impropriamente. Poi, comunque, li abbiamo rimessi», spiega l’Ad di Aprica. I controlli degli ispettori, intanto, dopo un periodo a ranghi ridotti per il Covid, sono entrati a pieno regime. «Abbiamo delle risorse dedicate, 4-6 persone al giorno, che sono in giro a rilevare i comportamenti scorretti. Da quando hanno ripreso a pieno ritmo, da marzo a maggio, hanno riscontrato circa 500 infrazioni», spiega l’ad.

La casistica è varia: l’uso improprio dei cestini per conferire i rifiuti (una settantina le segnalazioni); l’esposizione dei sacchi in anticipo, negli orari o nei giorni non corretti; l’uso di sacchi non codificati (circa 150 situazioni). «L’obiettivo – spiega Agazzi – è arrivare a 300-350 controlli al mese. Per ora solo in una ventina di casi siamo riusciti a risalire all’identità dei trasgressori: le multe variano dai 50 ai 300 euro in base alla gravità dei fatti».

La situazione, sostiene, non è comunque allarmante: «In otto settimane i conferimenti sono circa 180mila: su questi solo 150 non sono risultati a norma. Stando ai reclami ricevuti al nostro numero verde, inoltre il quadrimestre 2021 (gennaio-aprile) è in linea con il 2022: un centinaio di segnalazioni per scarichi abusivi, una cinquantina per i cestini pieni, mentre quelle per la pulizia delle strade (fogliame, erba) sono passate da 30 a 45».

«Abbiamo delle risorse dedicate, 4-6 persone al giorno, che sono in giro a rilevare i comportamenti scorretti. Da quando hanno ripreso a pieno ritmo, da marzo a maggio, hanno riscontrato circa 500 infrazioni»

«Il sistema funziona»

Non ci sono dubbi, però. «Il nuovo sistema sta funzionando. Il modello positivo di Bergamo è stato presentato anche in Spagna a un convegno del settore», racconta Agazzi. Snocciolando i risultati: «Dall’avvio del sistema la raccolta differenziata è arrivata al valore medio del 77%, al di sopra di due punti dall’obiettivo del 75% che c’eravamo dati all’inizio. Non solo, si è anche ridotta la produzione di indifferenziato: confrontando il quadrimestre 2021 con quello 2022, la produzione di Rsu è calata di 270 tonnellate». Un altro indicatore positivo è il numero dei sacchi ritirati: «Ben al di sotto non solo del numero massimo consentito, ma anche dell’obiettivo ambientale: in 12 mesi sono stati ritirati 150mila rotoli grigi (da 10 sacchi) e 100mila rotoli gialli (da 20 sacchi). Meno dell’1% degli utenti ha ritirato una fornitura aggiuntiva a pagamento».

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