Giallo di Colognola, arrestata la colf: «Schiava delle slot e piena di debiti»

L’INDAGINE. Un’anziana morì precipitando dalla finestra. In cella per omicidio volontario una 25enne ucraina residente a Scanzo. I pm: «Nel 2022 prelevò 2.000 euro col bancomat della vittima e quando fu scoperta spinse nel vuoto la 77enne»

È la ludopatia il movente che, secondo l’accusa, avrebbe spinto K. M. - ucraina di 25 anni, da 8 in Italia, residente a Scanzorosciate col marito romeno, operaio, e la figlioletta di 5 anni - a far precipitare dalla finestra del quarto piano Rosanna Aber, pensionata di 77 per cui lavorava come collaboratrice domestica, intorno alle 13,30 del 22 aprile del 2022 in un palazzo di via Einstein a Colognola. La giovane, indagata a piede libero dall’estate del 2022, mercoledì mattina è finita in carcere in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alessia Solombrino. Gli agenti della squadra mobile, coordinati dai pm Emanuele Marchisio e Guido Schininà, hanno atteso che la donna accompagnasse alla scuola materna la figlia e poi, quando è tornata verso casa, l’hanno arrestata per omicidio volontario aggravato e per furto aggravato.

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Stando alle contestazioni - che la 25enne ha sempre respinto -, avrebbe prelevato col bancomat rubato alla 77enne 2.000 euro nel giro di 16 giorni e, quando Rosanna Aber si era accorta degli ammanchi, nell’appartamento di quest’ultima sarebbe scoppiato un diverbio al termine del quale la 25enne avrebbe spinto la pensionata oltre il parapetto della finestra della camera da letto. All’inizio si era pensato a un suicidio o a un incidente domestico. Rosanna Aber aveva da un anno perso il marito e si pensava fosse caduta in depressione. Ma s’è scoperto che aveva da poco prenotato un viaggio a Tenerife con le amiche e la sorella, fissando la partenza per la settimana successiva a quella in cui è precipitata (stava già cominciando a preparare le valigie). Così gli inquirenti hanno da subito messo in discussione queste due ipotesi. Non convinceva la dinamica della caduta (di spalle) e il fatto che la 77enne avesse a tracolla il borsello contenente il telefonino e indossasse ancora una giacchetta-spolverino primaverile. Nemmeno il fatto che fosse precipitata mentre stava pulendo i vetri delle finestre ha guadagnato credibilità: perché una donna di 77 anni mai avrebbe pensato (e mai sarebbe riuscita) di mettersi in bilico sul davanzale. Così come la caduta dovuta a un malore è stata subito scartata: troppo alto il parapetto della finestra.

I sospetti degli inquirenti

I sospetti si erano concentrati subito sulla colf ucraina, l’unica che era in casa con la vittima. K. M., assunta dalla signora meno di due mesi prima, ha sempre dichiarato di essersi trovata in un’altra stanza. Ma, secondo gli investigatori, avrebbe nel tempo fornito versioni discordanti sull’esatto punto dell’appartamento in cui dice di essere stata al momento in cui Rosanna Aber è precipitata. Si è scoperto poi che dal conto corrente della pensionata erano spariti 2.000 euro, dopo tre prelievi allo sportello bancomat della filiale del quartiere, nei 17 giorni precedenti alla morte. Il primo da 600 euro il 5 aprile, il secondo da 600 euro il 13 aprile e il terzo da 800 euro il giorno prima di morire. Visionato l’estratto conto che le era stato spedito dalla sua banca, la Bpm di piazza Filiberto a Colognola, Rosanna Aber si era insospettita perché non era solita prelevare più di 200 euro a volta ed era andata a chiedere conto.

La mattina del 22 aprile era uscita con la sua auto, sulla quale aveva caricato anche dei sacchi contenenti i vestiti del marito defunto che la 77enne intendeva donare alla parrocchia di Colognola. Con sé aveva portato la giovane colf che era stata consigliata alla famiglia dalla collaboratrice domestica precedente. Rosanna aveva parcheggiato la vettura, sulla quale era rimasta la 25enne, ed era entrata in banca. Mentre era in coda Rosanna aveva fatto una confidenza che, secondo chi indaga, è risultata determinante e che è comunque servita a dare il via alle indagini. Attendendo il suo turno, era stata riconosciuta dalla dipendente dell’agenzia di viaggi accanto alla banca, dove la 77enne aveva prenotato la vacanza. «Ciao, Rosanna, sei qui a prelevare i soldi per saldarci?», le aveva chiesto in tono scherzoso l’operatrice turistica. «No, sono qui a segnalare degli ammanchi sul mio conto corrente», aveva risposto la pensionata.

È stata la dipendente dell’agenzia viaggi, dopo la morte della pensionata, a rivelare ai famigliari della vittima la storia dei soldi spariti che Rosanna aveva taciuto per non fare preoccupare i figli. E i parenti lo hanno poi riferito ai poliziotti della Mobile. Questi ultimi hanno controllato le telecamere dello sportello bancomat e per almeno due volte, all’orario in cui viene registrato il prelievo, nelle immagini compare K. M. È un indizio pesante.

La conferma degli ammanchi

Il cassiere della filiale, quel 22 aprile 2022, aveva confermato gli ammanchi, aveva bloccato la carta, invitando Rosanna a sporgere denuncia. La 77enne era tornata a casa turbata. Che cosa sia successo tra lei e la colf da lì all’appartamento di via Einstein è un mistero che gli inquirenti hanno cercato di ricostruire. Passano tre minuti da quando le due salgono nell’abitazione a quando Rosanna precipita. In quel lasso di tempo, e senza soluzione di continuità, alcuni inquilini del palazzo sentono provenire dall’appartamento di Aber un vociare agitato. Voci femminili, raccontano. Un diverbio, probabilmente, altro indizio considerato significante.

Poi spuntano i testimoni che passavano in strada, almeno tre dei quali vedono la donna inizialmente cadere di schiena e poi contorcersi durante il volo. Perché non hanno notato chi la spingeva di sotto? La Mobile di Bergamo, con l’aiuto della polizia scientifica di Milano, ha compiuto rilievi approfonditi anche con simulazioni virtuali che escluderebbero la caduta accidentale e il suicidio. Secondo questi accertamenti, i passanti avrebbero avuto una prospettiva tale da non percepire la seconda figura. Soprattutto se quest’ultima, ipotizzano gli investigatori, era chinata (e dunque riparata alla vista di terzi dal parapetto della finestra) per sollevare la vittima dalle gambe.

Si scandaglia così la vita privata della 25enne e vengono a galla debiti per migliaia di euro che ha accumulato con parenti e amici. Il demone è il gioco d’azzardo. La giovane spende cifre folli alle slot, che lo stipendio da donna delle pulizie non riesce a coprire. K. M., dopo la morte della 77enne, aveva trovato lavoro in abitazioni private e in ditte specializzate e anche qui, stando a chi indaga, si sarebbero verificati ammanchi di denaro dopo i quali l’ucraina sarebbe stata allontanata. Fino a ieri però la giovane risultava lavorare per un’azienda di pulizie. Venerdì verrà sottoposta a interrogatorio di garanzia in carcere dal gip Solombrino. No comment da parte del suo difensore, l’avvocato Andrea Pezzotta: «La situazione è al momento troppo delicata per poter rilasciare dichiarazioni».

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