Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 17 Novembre 2025
Il Consorzio di bonifica spegne 70 candeline: «Territorio più fragile»
AMBIENTE. L’ente punta a progetti per 200 milioni. Per l’anniversario della fondazione, convegno e libro. «Vasche di laminazione contro il clima che cambia».
Ha la responsabilità su un comprensorio esteso su 105 Comuni, dalle pendici delle Prealpi fino alla pianura, ed è in prima linea per il mantenimento idraulico del territorio, al servizio degli agricoltori, ma anche dell’intera collettività, per assicurare lo scolo delle acque, la difesa del suolo, l’irrigazione, la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche e naturali.
Che cosa è il Consorzio
Il Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca, ente di diritto pubblico la cui costituzione risale al 1955, si prepara a festeggiare il 70esimo anniversario di fondazione. Per l’occasione, venerdì 21 novembre dalle 10, la Fiera di Bergamo ospiterà il convegno «La cultura dell’acqua, da Bartolomeo Colleoni alla Generazione Z», con gli interventi dello storico Gabriele Medolago, del meteorologo Andrea Giuliacci e del professore Claudio Gandolfi, alla presenza delle autorità nazionali, regionali e locali. È stato inoltre preparato un volume, per raccontare l’ultimo decennio di storia del Consorzio e le iniziative promosse, tra cui, ricordano il presidente Franco Gatti e il direttore generale Mario Reduzzi, c’è il nuovo campus realizzato presso la Cascina San Giuliano a Medolago, «punto di riferimento per formazione, didattica e comunicazione».
Progetti per 200milioni di euro
Nel frattempo, in vista del 2026, l’ente consortile si prepara a presentare progetti per oltre 200 milioni di euro, nell’ambito del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (Pniissi). «Il Consorzio si è consolidato in questi anni, crescendo e diventando sempre più indispensabile per la Bergamasca - spiega il presidente Gatti -. Prima veniva visto come utile solo per il mondo agricolo e non per quello urbano, anche perché è più facile vedere i lavori di una rotonda, una strada o una scuola rispetto a quelli di un canale o uno scolmatore. Ma questo repentino cambiamento del clima ha posto in evidenza tutta una fragilità della nostra provincia e l’esigenza di un ente che si occupi del territorio. Questo il Consorzio lo sa fare bene, come dimostrato in più occasioni».
Il cambiamento climatico, secondo Gatti, «pone a dura prova territorio e strutture fatte fino ad ora. La nostra sfida, lavorando in rete, è quella di infrastrutturare il territorio per renderlo ancora più resiliente rispetto al clima che cambia. Andando avanti ci saranno piogge sempre più concentrate e intense. Purtroppo tanti torrenti nel territorio pedecollinare hanno l’alveo che in passato non è stato rispettato ed oggi la natura presenta il conto. Bisogna trovare a questi torrenti un punto dove sfogarsi perché ora non trovano più la campagna dove espandersi ma abitazioni, industrie, scuole e costruzioni varie. In un territorio reso impermeabile dall’urbanizzazione il nostro impegno con la Regione e i Comuni è quello di costruire vasche di laminazione per far espandere i torrenti e non creare danni, o quantomeno mitigarli, visto che in natura il rischio zero non esiste».
Le sfide per il futuro
Il dg Reduzzi guarda al futuro: «Il Consorzio è molto dinamico e in fase di espansione, con un’attenzione alle tre A rappresentate da acqua, agricoltura e ambiente - spiega -. Nel 2026 puntiamo a raggiungere quota 300mila consorziati, un record: ora siamo ben oltre i 290mila. Ci stiamo attrezzando per affrontare le sfide future, anche dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, per esempio con l’introduzione della progettazione in Bim, per stare al passo con i nostri partner europei. Il bando Pniissii scadrà il prossimo 20 gennaio e ci presenteremo con tre progetti all’avanguardia, del valore di oltre 200 milioni, con l’obiettivo di ottenere i finanziamenti. Si tratta in primis dei serbatoi di Albino, con vasca di accumolo di acqua sotterranea abbinando agricoltura, ambiente, produzione di energia e aspetti ricreativi. Altro progetto è il rifacimento completo dell’impianto di irrigazione a pioggia di Telgate, realizzato tra anni 60 e 70, che verrà adeguato con bacinizzazione per estendere l’attuale comprensorio. Terzo intervento, la manutenzione straordinaria del secondo lotto Medolago-Filago della galleria naturale che viene da Calusco».
In generale gli obiettivi futuri del Consorzio, aggiunge Gatti, sono «rendere più sicura la Provincia, rendere più razionali le pratiche irrigue per l’agricoltura, anche in relazione ai frequenti periodi di siccità, estendere l’irrigazione anche ad altre parti di territorio e infine abbassare i costi di consumo energetico».
Uno degli aspetti su cui si continuerà a lavorare sono appunto le vasche di laminazione: «Siamo stati i primi a realizzarle, sul Lesina nella zona dell’Isola e ad Astino in città - spiegano presidente e dg -. Nei prossimi anni puntiamo ad arrivare ad una quindicina di vasche nel reticolo principale. Per quanto riguarda la salvaguardia di Bergamo città, sono in fase di studio con la Regione le nuove vasche di laminazione sul Morla ed il Tremana». Proprio in città, dopo l’alluvione del settembre 2024, il Consorzio era sceso in campo per gli interventi di ripristino : «Siamo intervenuti con senso di responsabilità, anche se non era nostra competenza – ricordano dal Consorzio a proposito della vicenda dei rincari in bolletta -. Abbiamo rendicontato i costi di tale intervento alle superiori istituzioni e siamo in attesa di rimborso».
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