In città dieci turisti per ogni abitante: «Serve equilibrio»

IL FENOMENO. Crescono ancora le presenze nel capoluogo. Negli ultimi 10 anni i flussi sono aumentati fino al 170%. La sindaca: «Non c’è overtourism, ma serve sostenibilità».

Bergamo non vive ancora una condizione di overtourism, ma la crescita del turismo impone di riflettere su come governare in modo equilibrato lo sviluppo della città. Una riflessione che riguarda non solo l’accoglienza dei visitatori, ma la qualità della vita di chi abita, lavora, studia in città. Perché la sfida non è frenare l’attrattività, ma garantire che questa non snaturi l’identità dei luoghi e mantenga un equilibrio tra economia, servizi e residenza.

Bergamo registra ormai 1,3 milioni di presenze all’anno, 10 per abitante (dati 2023). È un numero che colloca la città al di sotto di realtà come Firenze (25) o Venezia (50). Ma la crescita è netta e invita a dotarsi di strategie di governo per evitare squilibri. Di questo si è discusso ieri alla Camera di Commercio, nell’incontro «Rilanciare le città: un modello oltre l’overtourism», nell’ambito del Festival Città Impresa e moderato dalla giornalista Camilla Consonni, con la sindaca Elena Carnevali, Carlo Cerami (presidente di Redo Sgr), Antonio Terzi (presidente di Confesercenti Bergamo) e Alessia Rotta (assessore al Turismo del Comune di Verona).

È stata la sindaca a delineare il quadro locale. «Se guardiamo all’indicatore di intensità turistica – ha spiegato – la pressione turistica non è paragonabile a quella di altre città, ma è in costante crescita. Negli ultimi dieci anni gli arrivi sono aumentati del 150% e le presenze del 170%, mentre le strutture extra-alberghiere sono più che raddoppiate, da 723 a oltre 1.600».

Molti visitatori non pernottano in città ma vi trascorrono solo poche ore. Un dato esemplare portato dalla sindaca è quello del 2 novembre scorso, quando in Città Alta sono state registrate quasi 29mila presenze: di queste, circa 11.600 erano residenti in città, 2.500 residenti in Città Alta e oltre 15mila provenienti da fuori provincia e dall’estero. Un campione isolato, ma che mostra come la maggior parte dei flussi sia composta da visitatori giornalieri.

Per Carnevali la priorità è dunque accompagnare la crescita con intelligenza. «Non si tratta di fare la guerra alle libere imprese – ha detto – ma di trovare strumenti per preservare l’equilibrio tra sviluppo turistico, qualità urbana e convivenza». Il Comune punta a mantenere un mix abitativo equilibrato, che includa residenti, studenti, lavoratori e turisti. In questa direzione vanno i 140 alloggi di edilizia popolare in Città Alta, un segno della volontà di preservare la diversità sociale.

Il turismo vale il 3,5% del Pil

Il turismo genera un valore superiore al miliardo di euro, pari al 3,5% del Pil provinciale. «Bergamo può ancora crescere – ha affermato la sindaca – ma vogliamo una crescita equilibrata, sostenibile e di qualità». Da qui la necessità di investire su formazione, innovazione ed esperienze autentiche, che facciano restare i visitatori più a lungo e distribuiscano i benefici anche oltre il centro.

Sul fronte dell’abitare, Carlo Cerami ha collegato l’overtourism al rischio di perdita di qualità urbana. «La vivibilità di una città dipende dal suo mix di funzioni – ha detto –: quando un quartiere diventa solo residenza temporanea, si rompe l’equilibrio sociale». Redo Sgr, impegnata in città nei progetti di rigenerazione dell’ex caserma Montelungo e del Sacro Cuore, ha infatti introdotto nei propri patrimoni il divieto di affitti brevi, per preservare la funzione residenziale. Cerami ha avvertito che quando in un condominio la maggior parte degli appartamenti viene destinata all’ospitalità temporanea, il rischio è che l’edificio «si trasformi di fatto in un albergo, perdendo la sua natura di luogo di vita stabile». Un processo, ha aggiunto, che finisce per alterare il tessuto sociale e rendere più fragile la rete dei servizi .

«Serve governance condivisa»

Il presidente di Confesercenti Bergamo ha chiesto una «governance condivisa» tra istituzioni, categorie e cittadini, valorizzando i borghi e i territori della provincia per allungare la permanenza media e distribuire i flussi. «Preservare l’autenticità dei luoghi – ha detto Terzi – è interesse di tutti». L’assessore veronese Alessia Rotta ha portato l’esperienza di una città che lavora a una cornice normativa nazionale per gli affitti brevi e a un calendario più ordinato delle manifestazioni per gestire meglio i flussi. In chiusura, il presidente della Camera di Commercio Giovanni Zambonelli ha ricordato che «senza la ricettività extra-alberghiera il sistema turistico sarebbe collassato», ma ha sollecitato un intervento nazionale per regole certe. L’incontro ha restituito un messaggio condiviso: la città può continuare a crescere, ma deve farlo nel segno della qualità, della convivenza e dell’equilibrio urbano. Come ha concluso Carnevali, «la vera domanda non è quanto turismo vogliamo, ma quale turismo vogliamo: uno che rispetti la città, la renda più viva e non la consumi».

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