In Lombardia un’auto ogni venti non è assicurata. «Difficili i controlli»

LA RICERCA. Per il sindacato degli assicuratori, in Lombardia i veicoli scoperti sono 400mila, salite del 21% in due anni. Le telecamere in città ci sono ma non possono fare multe.

Per dare conto del rischio basterebbe fare un conto rapido mentre si è nel traffico. Ogni venti veicoli, uno potrebbe non essere assicurato: e considerata la quantità di auto, moto e camion che circolano, le dimensioni del fenomeno diventano decisamente ampie. In Lombardia, appunto, a fine 2024 si stimano 420mila veicoli non assicurati, il 5,2% del totale, solo di poco sotto rispetto alla media nazionale (6,1%). A scattare la fotografia è uno studio dello Sna, il Sindacato nazionale degli agenti di assicurazione, che ha incrociato diverse banche dati ufficiali. Il trend è quello di una pericolosa crescita: in Lombardia rispetto al 2022, quando erano 347mila, i mezzi non assicurati sono aumentati del 21%. Ordini di grandezza – un veicolo su 20 – che possono essere applicati indicativamente anche su scala provinciale.

Il Comune di Bergamo ha già installato, su alcuni dei principali varchi d’ingresso della città, delle telecamere dotate di un software, realizzato tramite l’Atb, che compie una lettura delle targhe e consente l’accesso ai dati della Motorizzazione per verificare la regolarità di assicurazione e revisione

Ma perché così tanti mezzi non sono in regola? «L’incremento è impressionante – rileva Nicola Lesina, presidente della sezione bergamasca dello Sna –. È un fenomeno sempre esistito e che per alcuni anni era parso in diminuzione, ma ora risale. La prima motivazione è puramente economica: la povertà è in aumento, lo indicano ad esempio i dati dell’Istat, e quindi molte fasce deboli non riescono a pagare le polizze. C’è poi un tema di fondo: in Italia manca una adeguata educazione economica, una cultura della protezione del rischio, con conoscenze sulla prevenzione che devono essere applicate anche quando si parla di regole della strada».

La garanzia delle tutele

Di fronte a questi numeri si pone una questione di tutele. Quelle per gli automobilisti e i motociclisti – ma anche per i pedoni, i ciclisti e tutti gli utenti della strada – che si trovano a subire un sinistro con una controparte non assicurata. «Da un punto di vista pratico, spesso nelle polizze esistono garanzie da 10-20 euro annui chiamate “urto con veicolo identificato non assicurato” – spiega Lesina – che permettono di essere ristorati anche in questa casistica».

Per chi invece non ha questa opzione, la faccenda si complica. Esiste un apposito fondo di garanzia per le vittime della strada, gestito dalla Consap (società controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze) e finanziato attraverso una percentuale sui premi Rc Auto (pari al 2,5%) pagati dalle compagnie, che risarcisce le vittime di sinistri nei quali la controparte non è assicurata. «I danni ai veicoli vengono però pagati solo se ci sono danni alle persone – specifica Lesina –: se viene danneggiata solo l’auto ma il conducente o il passeggero non riportano lesioni, l’indennizzo non viene applicato. È evidente che il problema dei veicoli non assicurati si ripercuote sulla collettività con costi elevati». Solo nel 2024 in tutta Italia sono stati erogati indennizzi per 266 milioni di euro, suddivisi tra 49mila pratiche.

«L’incremento è impressionante – rileva Nicola Lesina, presidente della sezione bergamasca dello Sna –. È un fenomeno sempre esistito e che per alcuni anni era parso in diminuzione, ma ora risale. La prima motivazione è puramente economica: la povertà è in aumento, lo indicano ad esempio i dati dell’Istat, e quindi molte fasce deboli non riescono a pagare le polizze».

Per Nicola Vitali, coordinatore regionale dello Sna, «questi numeri rendono la questione non più procrastinabili degli interventi risolutivi». Gli assicuratori propongono alcune strategie: favorire l’incrocio tra le banche dati dell’Ania (l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici) e del ministero dei Trasporti, campagne di sensibilizzazione, agevolazioni per le fasce più deboli, un tetto ai premi assicurativi per la classe d’ingresso.

Controlli, nodo privacy

Il controllo dell’assicurazione è di prassi nel momento in cui le forze dell’ordine fermano un automobilista o un motociclista. Un’attività che in futuro potrebbe essere più «smart», in attesa però che si risolva l’impasse autorizzativo. Il Comune di Bergamo ha già installato, su alcuni dei principali varchi d’ingresso della città, delle telecamere dotate di un software, realizzato tramite l’Atb, che compie una lettura delle targhe e consente l’accesso ai dati della Motorizzazione per verificare la regolarità di assicurazione e revisione. La normativa nazionale, però, al momento non consente di emettere in automatico delle multe per questi illeciti: al massimo può essere generato un «alert» che facilita gli accertamenti delle forze dell’ordine, in pratica segnalando una vettura che potrà essere eventualmente fermata nei tradizionali posti di blocco. Per fare un passo in più, e cioè automatizzare verifiche e sanzioni, si è in attesa di un via libera del Garante della privacy.

Questione non di poco conto, visto che nel 2022 il Comune di Bergamo ha vinto un bando del ministero dell’Interno per attivare questa sperimentazione, che però al momento è ancora ferma proprio per quel cavillo. «L’autorizzazione sarebbe positiva – rileva Giacomo Angeloni, assessore alla Sicurezza del Comune di Bergamo –, perché consentirebbe di potenziare dei controlli su una criticità rilevante, a tutela di automobilisti e cittadini in regola».

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