Inchiesta sui quartieri di Bergamo: Redona piace, in crescita i nuovi abitanti

Il rione è passato dai 5.410 residenti del 1987 ai 6.878 del 2020. Il saldo tra chi si è trasferito e chi ha scelto di vivere qui è di 129 persone.

Geograficamente è periferia, al confine della città. Redona, però, è uno spicchio di Bergamo ben distante dall’oleografia del quartiere di frontiera. E oltre al polso che si saggia vivendo il rione, anche le statistiche testimoniano l’attrattività di quest’area incastonata nel nord-est del capoluogo. È una parabola lunga più di tre decenni, quella della crescita di Redona. Nel 1987 i residenti erano 5.410, alla fine del 2020 sono diventati 6.878: sono aumentati del 27,1%, un ritmo dieci volte superiore alla media cittadina nello stesso arco temporale (2,4% in più tra 1987 e 2020). In realtà la progressione non è stata uniforme, ma ha vissuto differenti velocità. Prima, speditissima a cavallo tra anni Ottanta e Novanta: appunto 5.410 i residenti nel 1987, poi 5.516 nel 1988, quindi 5.817 nel 1989, 6.106 nel 1990, sino ai 6.237 nel 1991. È un primo snodo, questo, perché successivamente gli abitanti flettono sino ai 6.039 del 1995 e quindi innescano una risalita lenta ma costante, da «passisti» della demografia, sino a sfiorare i 7.000 solo nel 2019 (quando si fermano a 6.929; lo scorso anno, infine, anche causa Covid, s’è osservata una frenata).

Una certa effervescenza, al netto della stabilità recentissima nel numero complessivo di residenti, la si nota anche da altri versanti. Il saldo tra cittadini che qui si sono trasferiti e residenti che dal quartiere se ne sono andati verso altri rioni o Comuni, ad esempio, nel 2020 è stato decisamente positivo: 129 in più, e solo Borgo Palazzo-Alle Valli ha fatto meglio in valore assoluto (204 in più). Il dato netto dei nuovi residenti – chi trasferisce qui la propria residenza: è una delle voci del bilancio demografico a cui fa da contraltare chi se ne va in un’altra zona e chi purtroppo muore – ha visto 374 «migrazioni» verso Redona nel 2020; per fare un confronto recente, gli «immigrati» erano stati 301 nel 2012, 282 nel 2013, 290 nel 2014.

Anche il mercato del mattone pare legarsi al ragionamento: nel 2020 sono state 82 le transazioni immobiliari censite dall’Agenzia delle Entrate, in crescita rispetto alle 70 del 2019, e con una sostanziale stabilità delle quotazioni. Quanto ai redditi, sono in linea con la media cittadina: 26.541 euro il reddito pro-capite di Redona, 26.677 il trend della città.

Aumentano le persone sole

La parabola degli ultimi decenni consegna tuttavia anche per Redona l’inevitabile tendenza di invecchiamento. Si sono assottigliate le fasce d’età più giovani: i minorenni rappresentavano il 19,4% della popolazione nel 1987 e sono scesi al 15,0% nel 2020, il peso dei 18-39enni è passato dal 33,5% al 22,5%. La traslazione anagrafica è verso l’alto: se i 40-59enni restano su quote simili (erano il 28,2% nel 1987, ora sono il 30,9%), i 60-79enni rappresentano ora il 23,5% (erano il 16,7%) mentre la porzione di over 80 si è quasi quadruplicata (dal 2,2% all’8,2%). In altri termini: nel 1987 oltre la metà degli abitanti (il 52,9%) era under 40; oggi questa platea s’è limata sino al 37,5%.

Dati che vanno letti affiancandoci quelli della composizione dei nuclei familiari. Sono cresciute decisamente le persone sole: i nuclei unipersonali erano solo il 28,4% del totale nel 1987 e sono balzati al 43,7% nel 2020. Tra l’altro, alla luce del contestuale aumento della popolazione del rione in questi oltre trent’anni, la forbice in termini di valore assoluto è ancor più rilevante: le persone sole erano 597 nel 1987 e sono salite a 1.419 nel 2020. Redona è un’area sì di famiglie, ma di più piccola ampiezza: è sopra la media cittadina per nuclei composti da tre persone (ha questa dimensione il 16% dei nuclei di Redona, la media cittadina è del 14,2%) o quattro persone (l’11,9%, contro la media cittadina del 10,5%), mentre non attecchiscono le famiglie numerose (i nuclei di cinque persone sono il 2,6% contro la media cittadina del 2,9%, le famiglie con sei o più componenti sono lo 0,6% contro la media cittadina dell’1,1%). Gli ultimi anni, tra l’altro, registrano una frenata della natalità; nel 2020 le nascite nel quartiere sono state 46 (con un curioso «boom» di maschi, 30, contro le 16 femmine), equivalenti a 6,7 bebè ogni mille abitanti: un risultato lievemente superiore alla media cittadina (6,3 nascite ogni mille abitanti), ma decisamente in calo rispetto ai 63 «fiocchi» del 2003 che si traducevano in 9,9 nascite ogni mille abitanti (8,9 la media cittadina quell’anno).

Gli stranieri

Difficile l’inversione demografica. Tra l’altro la componente straniera – mediamente più giovane e con famiglie più larghe – nel quartiere è al di sotto della media degli altri rioni. I residenti non italiani a Redona sono 709, pari al 10,3% degli abitanti: in città, invece, il peso della popolazione straniera è del 16,6%. L’andamento della popolazione straniera è stato parecchio altalenante. Erano 38 i cittadini non italiani nel 1987; diventati 49 nel 1989, balzano a 155 nel 1990 e a 261 nel 1991, per scendere rapidamente a 170 nel 1992 e a 119 nel 1993. Superato questo vorticoso saliscendi, la tendenza resta quella di una progressiva seppur lenta – solo nel 2003 si torna a livelli più alti del picco del 1991 – crescita.

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