
Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 04 Settembre 2025
Infermieristica, test per 235 posti: «Manca personale, paghe da alzare»
SANITÀ . Al via le prove per accedere ai corsi dei quattro poli formativi presenti sul territorio. Solitro: «Serve più attrattività. E il semestre filtro potrebbe spingere i giovani verso Medicina».

Visti i tempi, il primo risultato è raggiungere una piena copertura dei posti. Sarà indicativamente così, e già questo aspetto dà conto di come la professione continui a scontare una fatica: sono i giorni del test d’ingresso per il corso di laurea triennale di Infermieristica – per le università statali l’appuntamento è per lunedì 8 settembre, quelle private hanno autonomia sulle date – e anche la Bergamasca si appresta ad accogliere gli infermieri del futuro.
Sul nostro territorio sono quattro i poli di formazione, afferenti ad altrettanti atenei, per un totale di 235 posti, quelli definiti dal decreto del ministero dell’Università e della Ricerca: un numero invariato rispetto al recente passato, a indicare come sia difficile allargare il bacino d’utenza. «L’obiettivo – ragiona Gianluca Solitro, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Bergamo – è riuscire a riempire tutti i posti disponibili. Abbiamo fatto un lavoro di sensibilizzazione sul territorio, anche in collaborazione con l’Ats, andando nelle scuole superiori a raccontare le opportunità e proponendo degli open day. Il problema di fondo rimane quello dell’attrattività, sia sul lato degli stipendi, sia su quello delle progressioni di carriera». Tra l’altro, aggiunge Solitro, quest’anno fare i conti è ancora più complesso: «Dovremo valutare anche l’impatto del “semestre filtro” di Medicina (il nuovo meccanismo che apre a tutti la possibilità di frequentare i primi sei mesi di lezione, poi si fa una selezione, ndr), che non agevola la nostra professione, perché spinge ancor più giovani verso Medicina, al netto di quello che succederà a molti studenti dopo i primi sei mesi». Per capire se i corsi «bergamaschi» saranno saturati occorrerà aspettare l’esito dei test e le scelte degli studenti (ci si può iscrivere in più sedi); negli anni recenti, comunque, si è riusciti a far quadrare i conti.
I quattro poli
Anche per il nuovo anno accademico sono 105 i posti per il polo di formazione dell’Asst Papa Giovanni, nella sede didattica di via Nini da Fano, all’interno del corso di laurea che afferisce all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Fondamentale, qui come altrove, è anche il lato pratico: «Il primo anno è dedicato alla teoria, ma già da aprile (quindi sul finire dell’anno accademico, ndr) gli studenti entrano in tirocinio, mentre il secondo e il terzo anno si alternano sempre moduli di teoria a moduli di pratica – approfondisce Nadia Colombo, direttrice didattica del corso di laurea in Infermieristica per l’Asst Papa Giovanni –. È una grande opportunità: gli studenti hanno la possibilità di conoscere tutti i contesti, dall’ambito medico-chirurgico di base a quello specialistico, dall’area critica all’area pediatrica, ma ci sono anche convenzioni con Rsa del territorio». Ovviamente, «prima del tirocinio e di qualsiasi procedura sui pazienti – precisa Colombo – vengono effettuate delle esercitazioni in laboratorio e gli studenti sono sempre affiancati da infermieri esperti». Ma oggi i giovani scelgono ancora questa strada? «Riusciamo a riempire i posti, finora non abbiamo ancora sentito la crisi delle vocazioni – risponde Colombo –. Certo, mi auguro che a livello nazionale si facciano delle scelte per innalzare l’attrattività economica e professionale dell’infermiere».
Il polo di Alzano Lombardo, gestito dall’Asst Bergamo Est per gli iscritti al corso di laurea dell’Università degli Studi di Brescia, conferma i suoi 30 posti per le nuove matricole. Quest’anno, tra l’altro, si celebrerà un traguardo insieme simbolico e concreto: «Arriveranno alla laurea i primi studenti che si sono iscritti quando è stata attivata questa sede nel 2023 – ricorda Milena Mauri, responsabile della Direzione delle professioni sanitarie e sociosanitarie dell’Asst Bergamo Est –: siamo molto soddisfatti perché finora siamo sempre riusciti a coprire i posti messi a bando, al netto di una piccola percentuale fisiologica di chi durante il corso abbandona gli studi». Al tempo stesso, riconosce Mauri, «la carenza d’infermieri resta, ma questa resta una professione preziosa».
A completare la panoramica sono le università private, in raccordo con gli ospedali privati. Sono 50 i posti per il nuovo anno nella sede bergamasca di Humanitas University (il test d’ingresso si è svolto il 2 settembre), in via Moretti 11: l’attività didattica è curata dai professionisti di Humanitas University, Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli, con la collaborazione, per alcune materie, dell’Università di Bergamo: «Nella sola sede di Bergamo – segnalano da Humanitas – sono stati già oltre 150 i giovani laureati in questa professione sanitaria. Nell’anno accademico 2024/2025 si sono contati 117 frequentanti (sommando i diversi anni di corso, ndr), in prevalenza di genere femminile. Di questi, circa il 60% proviene dalla provincia di Bergamo, a testimonianza del grande interesse che il corso ha ricoperto e continua a ricoprire anche all’interno dei confini del territorio orobico. I tirocini si svolgono negli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli».
In linea di continuità anche i 50 posti banditi dall’Università Vita-Salute San Raffaele (test il 6 settembre) per la sede didattica al Policlinico di Ponte San Pietro. Come spiegano dall’ateneo, i tirocini vengono svolti sia al Policlinico San Pietro sia al Policlinico San Marco di Zingonia, oltre che in altre sedi del Gruppo San Donato e in realtà convenzionate al di fuori dall’ospedale, «con una forte attenzione alla multidisciplinarità grazie al raccordo con strutture polispecialistiche».
© RIPRODUZIONE RISERVATA