Le onorificenze del prefetto a 6 bergamaschi: «Modelli positivi di impegno civile»

LA CERIMONIA. Nel pomeriggio di giovedì 14 dicembre in Prefettura la consegna delle onorificenze al merito della Repubblica. Il prefetto Giuseppe Forlenza: «Questa riapertura dopo alcuni anni vuole essere sinonimo di vicinanza ai cittadini». E il grazie al Vescovo e alla Caritas «per il sostegno concreto nei momenti di emergenza» per l’accoglienza dei migranti.

Il prefetto Giuseppe Forlenza ha consegnato 6 onorificenze al merito della Repubblica nel pomeriggio di giovedì 14 dicembre in Prefettura, durante una cerimonia aperta a enti, istituzioni e autorità del territorio di Bergamo in occasione degli auguri di Natale. Era da prima del Covid che la cerimonia non si svolgeva ed è stata l’occasione per uno scambio cordiale di saluti tra i rappresentanti di numerose istituzioni bergamasche, delle forze dell’ordine e delle realtà sociali del territorio.

Le onorificenze sono state assegnate all’ufficiale maestro del lavoro Luigi Pedrini, che da 10 anni organizza iniziative culturali e sociali che hanno coinvolto ottomila giovani, al cavaliere Barbara Codalli, dal 2015 direttore sanitario della Rsa di Nembro e in prima linea nell’emergenza Covid, al cavaliere Alessandro Invernici, giornalista e ideatore del progetto «Ragazzi on the road» per la prevenzione degli incidenti stradali, al cavaliere Maria Concetta Del Beato, per 40 anni medico di famiglia a Martinengo e in prima linea durante la pandemia, al cavaliere Alessandro Fasolino, tenente colonnello dei carabinieri già comandante del reparto operativo dell’Arma di Bergamo, e al cavaliere Cosimo Solito, appuntato dei carabinieri già in servizio alla Direzione investigativa antimafia di Milano.

«Sono persone che rappresentano un impegno civile positivo – ha detto il prefetto – e un esempio: il loro valore sta in quanto hanno fatto nel loro impegno civico per la società e sono espressione di una comunità, anche sul fronte della solidarietà». Il prefetto Forlenza ha anche ricordato come Bergamo si sia rimboccata le maniche dopo il Covid grazie anche a una serie di «importanti relazioni umane». «Non si è trattato – ha detto il prefetto – di un fatto provvisorio, ma di qualcosa che è diventata essenza stessa delle persone, alla ricerca del bene comune, che è la missione dei sindaci».

Non è mancato un ringraziamento alle forze dell’ordine e al loro impegno sinergico che ha permesso di ottenere «risultati significativi in termini di riduzione della criminalità» e un grazie anche al Vescovo, monsignor Francesco Beschi, che era presente alla cerimonia, e alla Caritas «per il sostegno concreto nei momenti di emergenza» per l’accoglienza dei migranti.

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