Lo schianto a Presezzo, papà di due bambini muore carbonizzato

IL DRAMMA. Nella mattinata di martedì 30 gennaio sull’Asse interurbano: Diego Kodric, ingegnere, aveva 52 anni e viveva a Bergamo. La sua auto si è scontrata frontalmente con un camion, poi il rogo. Identificato dopo diverse ore grazie a un anello.

Ci sono volute diverse ore di lavoro e di ricerche per gli agenti della polizia stradale di Treviglio per risalire alla vittima del drammatico incidente avvenuto attorno alle 11 di martedì mattina sull’Asse interurbano di Bergamo, all’altezza di Presezzo. Un’automobile diretta a Bergamo ha invaso la corsia opposta di marcia e si è scontrata con un mezzo pesante che arrivava dalla direzione opposta. Lo schianto è stato violentissimo e, nemmeno un minuto dopo, si sono sprigionate dall’auto le fiamme, che hanno avvolto completamente la Renault Kadjar. Nell’abitacolo del crossover c’era il corpo di Diego Kodric, ingegnere di 52 anni: è morto carbonizzato, anche se l’impatto così violento avrebbe potuto già causargli lesioni fatali. Abitava in città, in zona stadio, con la compagna e i due figli piccoli.

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Ieri la donna non era a casa e anche per questo gli accertamenti culminati con la tragica procedura dell’identificazione – avvenuta grazie a un anello che è stato trovato nell’abitacolo – si è protratta per tutta la giornata. Per domare le fiamme sono intervenuti i vigili del fuoco del comando di Bergamo e dei distaccamenti di Dalmine e Zogno. La Renault è andata completamente carbonizzata nell’incendio. Inutile, purtroppo, l’intervento dei soccorritori del 118, che sono arrivati con l’automedica e l’ambulanza. Il conducente del camion, un ucraino di 46 anni, è rimasto illeso nell’incidente. Ha riferito che l’auto gli è piombata addosso all’improvviso, dopo aver invaso la sua corsia di marcia: il mezzo pesante trasportava scarti di lavori edili. Dopo il violento impatto il camionista è sceso, sotto choc ma senza ferite, per accertarsi delle condizioni dell’automobilista, ma in meno di un minuto la Renault, già distrutta, si è incendiata. Lo scontro potrebbe aver fatto uscire il carburante, che ha preso fuoco senza dare scampo all’automobilista, in quel momento forse già morto per lo stesso impatto.

Un dettaglio che non cambia purtroppo il drammatico esito dell’incidente: tant’è vero che la procura ha già disposto il nulla osta per la restituzione della salma ai familiari di Diego Kodric. Terminati i rilievi della polizia stradale, i resti del cinquantaduenne sono stati trasportati dalle onoranze funebri «Corna e Ricciardi» all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, quando ancora la salma non aveva un nome perché di fatto irriconoscibile.

Anche le targhe della vettura sono andate distrutte nel rogo, ma la polizia stradale è comunque riuscita a risalire all’intestatario. A quel punto era necessario capire se fosse proprio lui alla guida. All’interno dell’abitacolo è stato recuperato un anello, che è stato quindi mostrato alla moglie di Diego Kodric, la quale ha confermato che apparteneva al marito. Non sarà comunque necessaria l’autopsia: il cinquantaduenne potrebbe aver invaso la corsia opposta di marcia per un malore improvviso oppure per una distrazione che si è rivelata fatale.

Al momento dello schianto l’uomo stava viaggiando verso Bergamo e probabilmente tornava

verso casa: attualmente era disoccupato e forse era in giro per dei colloqui di lavoro. Nativo di Milano, in passato aveva lavorato come ingegnere per alcune realtà della Bergamasca. L’incidente che gli è costato la vita è avvenuto all’altezza del cavalcavia San Pietro, qualche decina di metri prima dello svincolo per Locate, frazione di Ponte San Pietro. Domato il rogo, dell’auto è rimasta soltanto la carcassa, messa in sicurezza dai vigili del fuoco e poi rimossa dal carro attrezzi.

Subito dopo l’incidente, il tratto dell’Asse interurbano tra Presezzo e Mapello, proprio per consentire le operazioni di soccorso, spegnimento dell’incendio, rimozione mezzi e gli accertamenti della polizia stradale, è stato chiuso e il traffico è stato dirottato sulle strade laterali, creando qualche inevitabile disagio alla circolazione. A gestire la viabilità sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale di Presezzo e di Ponte San Pietro. Soltanto quando era ormai pomeriggio gli operai del soccorso stradale hanno rimosso i due veicoli posti sotto sequestro, mentre il personale dell’Anas – la società che gestisce la strada – ha pulito il fondo stradale. A quel punto è stato riaperto al traffico il tratto di Asse interurbano interessato dall’incidente.

Si tratta del secondo incidente mortale che avviene sull’Asse negli ultimi dieci giorni: la mattina di sabato 20 gennaio, alle 4,45, nella galleria Lesina a Bonate Sopra, a circa un chilometro dal luogo dell’incidente di ieri mattina, aveva perso la vita Martina Viscardi, 26 anni, studentessa di Ronco Briantino, che era in auto con un amico. L’auto aveva sbandato forse per il fondo ghiacciato in galleria e si era poi ribaltata.

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