Multe, il Comune di Bergamo incassa 4,6 milioni ma il 39% non paga

I dati 2021. I maggiori introiti dalle violazioni alle Ztl . Gandi: virtuosi rispetto ad altri, fondi investiti in sicurezza.

Il «tesoretto» è consistente, e va ben reinvestito. Nel 2021 il Comune di Bergamo ha incassato oltre 4,6 milioni di euro dalle violazioni del Codice della strada. Più precisamente: le multe, secondo i dati comunicati da Palazzo Frizzoni al ministero dell’Interno (che redige uno specifico rendiconto), hanno fruttato 4.664.798 euro e 29 centesimi. Dagli autovelox – lo spauracchio più temuto – in realtà arriva poco, il grosso deriva invece dalle violazioni alle Ztl. Tutti quei verbali vanno poi a finanziare un ventaglio d’interventi sulla sicurezza stradale. Sullo sfondo, però, c’è il fatto che quasi il 40% delle multe staccate non viene (ancora) incassato.

Il rendiconto

Andando con ordine, le voci del report del Viminale sono dettagliate. Solo 35mila euro derivano dagli eccessi di velocità, e tra l’altro 19mila euro sono stati poi versati alla Provincia perché parte di quelle sanzioni è stata elevata sì in territorio di Bergamo ma su strade di competenza dell’ente di via Tasso. Tutto il resto discende da altri tipi di violazioni; non è dettagliato ogni singolo articolo «bruciato», ma il polso della situazione è abbastanza semplice: come confermano da Palazzo Frizzoni, l’entrata più consistente è quella delle multe per violazione delle Ztl. Basta andare a riprendere i dati del 2021: gli occhi elettronici del Comune avevano pizzicato 66.791 automobilisti che si erano spinti là dove non potevano; la maggior parte dei trasgressori – come logico aspettarsi – è residente in altri comuni.

Ma questi 4,6 milioni di euro sono tanti o sono pochi? Spalmati su circa 121mila residenti, corrispondono a un incasso di poco meno di 38,5 euro pro capite (posto che ovviamente le multe sono staccate anche a chi non vive in città): secondo la classifica elaborata a partire dai dati del Viminale, Bergamo è attorno alla 25ª posizione tra i capoluoghi di provincia italiani; la classifica vede in testa Siena, con la cifra (non leggerissima) di 134 euro pro capite.

Chi paga (e chi no)

E quanti, effettivamente, pagano le multe? I 4,6 milioni di euro segnalati dal Viminale si riferiscono ai soldi effettivamente incassati. Guardando al rendiconto del bilancio 2021 di Palazzo Frizzoni, la voce dei «proventi derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti» (che comprende tutte le sanzioni emesse, e quelle per violazioni del Codice della strada sono la parte più consistente) indica che il Comune ha avuto entrate per 4,8 milioni di euro a fronte di 7,8 milioni di euro di «competenza» (cioè il totale delle sanzioni elevate). Vuol dire che ha incassato il 61% delle sanzioni comminate. Il 39% dunque non paga (o non ha ancora pagato): una quota che pare consistente, ma è più bassa rispetto a gran parte del Paese; nel 2018, per esempio, in Italia i Comuni hanno recuperato solo il 37,1% delle multe.

Per Sergio Gandi, vicesindaco e assessore al Bilancio, «la nostra città si mantiene virtuosa sia per quel che riguarda l’incassato, con una percentuale del 60% che è tra le più alte del nostro Paese, sia per il reimpiego delle risorse provenienti da sanzioni nel miglioramento della viabilità cittadina».

La «destinazione»

Se è vero che quasi il 40% delle multe non è stato ancora incassato (o non si incasserà), con parte di quei 4,6 milioni si va a finanziare una serie di interventi legati alle strade.

Nel dettaglio, si legge sempre nel report del Viminale, il Comune di Bergamo ha reimpiegato per questi temi più di 3,3 milioni di euro incamerati dalle multe: 728mila euro sono stati spesi per «interventi di sostituzione, ammodernamento, potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente»; 683mila euro sono stati utilizzati per il «potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di mezzi e attrezzature dei propri Corpi di polizia»; più di 1,9 milioni sono andati nella manutenzione delle strade e attività simili. «Il Comune reinveste circa il 72% di quanto ricava dalle sanzioni in opere concernenti il miglioramento della mobilità cittadina, quando l’obbligo di legge prevede il riutilizzo in tal senso della metà dei proventi delle sanzioni – aggiunge l’assessore Gandi –. Vorrei inoltre ricordare che la maggioranza delle sanzioni riguardano ingressi non autorizzati in Ztl e ricadono in gran parte su automobilisti non residenti in città, secondo le statistiche in nostro possesso: il che implica che il sistema di “protezione” delle zone a traffico limitato innanzitutto funziona».

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