Natale e Santa Lucia: le tradizioni dei bergamaschi di oggi e di ieri - Le foto

PER NON DIMENTICARE. Inizia il tempo delle festività natalizie e per i bergamaschi rimane inossidabile la tradizione di Santa Lucia. I ricordi della Bergamo del passato.

La tradizione che forse più caratterizza Bergamo (e poche altre città d’Italia) è quella di Santa Lucia il 13 dicembre. Nella «notte più lunga che ci sia» i più piccoli aspettano, trepidanti, l’arrivo della Santa che, insieme al suo asinello e al suono di un campanello, porta con sè doni e dolci di tutti i tipi.

In città, la celebrazione di Santa Lucia ha origini molto antiche, risale al XIV secolo. Nel monastero omonimo delle monache domenicane, costruito nel 1337 nella zona di via Broseta, si svolgeva una festa solenne. Ma è solo nel 1911 che una statua della Santa viene collocata nella chiesa della Madonna dello Spasimo in via XX Settembre, quella stessa dove ancora oggi i bambini portano le loro letterine dei desideri.

La tradizione, mantenuta, della letterina

La tradizione vuole che la letterina per Santa Lucia venga lasciata, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, sotto una scodella di latte, con un pò di fieno e qualcosa da mangiare per l’asinello. I bimbi chiedono doni concreti come abbigliamento e giocattoli, ma a volte anche desideri più astratti come la salute per familiari o amici. La mattina poi si celebra l’atteso rito dello scartamento dei pacchi solitamente accompagnati da mandarini e caramelle e in qualche caso anche da carbone (di zucchero) se non si era stati proprio bravi.

Santa Lucia, tutti in fila per le letterine

Cresce l’attesa, tantissime famiglie in fila per la consegna delle letterine

Bedolis

Santa Lucia, le foto d’epoca

Una serie di scatti del passato, per ricordare e continuare a sognare

Archivio L’Eco di Bergamo

Oggi le richieste dei bimbi sono un po’ cambiate, si sono messe al passo con i tempi: c’è chi vuole smartphone, tablet o l’ultimo modello di consolle per videogiochi, ma l’aspettativa e l’emozione è sempre la stessa.

Santa Lucia, in linea con lo spirito natalizio, è anche momento di condivisione: a Bergamo è sempre stata molto sentita la tradizione di offrire doni a bambini e ragazzi meno fortunati. In via XX Settembre, nel cuore della città, la capanna de L’Eco di Bergamo è un punto fisso da oltre settant’anni: nella sua cassetta blu, si possono lasciare donazioni che quest’anno sono destinate ai ragazzi del Patronato San Vincenzo.

La tradizione del Natale

Dopo pochi giorni arriva il Natale, una tradizione che affonda le sue radici nel ‘300, quando il podestà convocava le associazioni di mercanti e artigiani per una processione nelle principali chiese, durante la quale venivano fatte offerte. Nel ‘600, il giorno di Natale, sempre il podestà concedeva la libertà ad alcuni prigionieri, rendendo concreto lo stimolo di fare del bene che caratterizza da sempre il Natale.

Le famiglie bergamasche, la notte di Natale bruciavano un ceppo di legno di ginepro e rametti d’alloro, le cui ceneri erano poi raccolte e usate come talismano per tenere lontane le formiche e l’influenza. Riuniti attorno al fuoco, i membri della famiglia condividevano storie, talvolta ascoltando racconti dai parenti che tornavano a casa proprio in occasione delle festività. Venivano poi bagnati esseri umani e animali con l’acqua raccolta a mezzanotte, che si credeva fosse benedetta. Sempre a mezzanotte si partecipava alla Messa, che era preceduta da una processione illuminata da torce di legno e resina eprima ancora dal cenone a base di castagne (i biligòcc), polenta e pesce (pica sö).

Ma non erano solo i più ricchi a festeggiare. L’usanza voleva che i bottegai regalassero alle famiglie meno abbienti prodotti alimentari e vino, così che anche la loro tavola fosse imbandita in occasione del 25 dicembre.

Ma non erano solo i più ricchi a festeggiare. L’usanza voleva che i bottegai regalassero alle famiglie meno abbienti prodotti alimentari e vino, così che anche la loro tavola fosse imbandita in occasione del 25 dicembre.

Molte di queste tradizioni sono svanite negli anni, alcune, invece, sono state tramandate inalterate fino ad oggi, altre si sono via via modificate, quello che non cambia mai è lo spirito di gioia, di serenità e di solidarietà che infonde.

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