«Nuova» eroina, l’allarme arriva anche a Bergamo: «Prevenzione basilare»

IL FENOMENO. Tagliata con la xilazina è ancora più letale. Allerta «3» ai SerD. Donadoni: «Prevenire dalle scuole». Campana: «Territorio ben presidiato».

Nero su bianco, l’allarme è stato recapitato lo scorso 12 agosto. Anche in Italia circola una «nuova eroina», ancor più letale: è l’eroina tagliata con la xilazina, un potente sedativo a uso veterinario, che prolunga gli effetti dello stupefacente e contemporaneamente ne amplifica i rischi. Qualche milligrammo in più e gli effetti diventano fatali. Una vittima è già stata accertata a Sassari, altre rimangono sospette (in quella provincia della Sardegna, a fine luglio si sono contati cinque morti per overdose nel giro di tre giorni); negli Stati Uniti, che anche in questo drammatico caso fanno da precursori, la strage è già ampia.

Allerta «3»

Per questo l’Istituto superiore di sanità ha diramato a tutti i SerD d’Italia (i Servizi per le Dipendenze) un’allerta di «livello 3», il grado massimo nel «Sistema nazionale di allerta precoce», e la comunicazione è giunta anche alle strutture che operano in Bergamasca.

«In Italia abbiamo un sistema di allerta precoce molto efficiente, che permette di far circolare tempestivamente le informazioni e che coinvolge tutti gli attori che si occupano di dipendenze», spiega Paolo Donadoni, responsabile del SerD di Bergamo, che afferisce all’Asst «Papa Giovanni», «e il 12 agosto l’Istituto superiore di Sanità ha inviato anche a noi l’allerta per le sostanze adulterate con la xilazina». Sono sette i SerD attivi in Bergamasca (Bergamo e Bergamo-Carcere in capo al «Papa Giovanni», Gazzaniga e Lovere per l’Asst Bergamo Est, Martinengo, Treviglio e Ponte San Pietro per l’Asst Bergamo Ovest), a cui si affiancano due Smi (i Servizi multidisciplinari integrati, in sostanza dei «SerD privati», a Treviglio e Albano Sant’Alessandro). «Il sistema d’allerta è molto capillare, coinvolge le Regioni, i SerD e gli Smi, le comunità terapeutiche e i servizi di emergenza-urgenza – aggiunge Maurizio Campana, direttore dei SerD dell’Asst Bergamo Est – in modo che tutti sappiano quel che succede sulle nuove droghe, per poter intervenire prontamente».

Effetti letali

Al momento, in Bergamasca questa «nuova eroina» non è stata ancora individuata. «L’allerta 3, di massimo grado, quando si parla di vittime di overdose e di identificazione di nuove sostanze, nell’immaginario ci riporta indietro nel tempo – riflette Campana –. L’overdose di eroina dagli anni Novanta in poi si è fatta meno frequente e il consumo, pur a macchia di leopardo, è diminuito. Ma situazioni di criticità restano anche in Bergamasca, con una certa differenza tra le diverse aree del territorio: il bacino principale è la città nella zona della stazione, mentre in provincia gli eroinomani puri sono in graduale diminuzione dagli anni Ottanta. Se prima rappresentavano l’85% di tutti i soggetti seguiti per una dipendenza, ora sono circa il 30%».

La droga continua a mietere vittime, al di là delle «novità» sul mercato degli stupefacenti. È uno stillicidio certo ridotto nelle proporzioni rispetto al dramma diffuso che si viveva negli anni Ottanta e sul principio dei Novanta, ma che ancora oggi disegna contorni pesanti. Secondo la Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) del ministero dell’Interno, in Lombardia dal 2007 al 2022 – cioè in 16 anni – le vittime di overdose sono state 464, cioè 29 in media all’anno; la Bergamasca ha contato in totale 53 decessi, più di 3 all’anno in media, e con un picco di 10 vittime nel 2009.

Ora, la nuova allerta dell’Iss – corroborata da quel che è accaduto in Sardegna e soprattutto dall’eco degli Stati Uniti, dove si parla di «droga degli zombie» – riaccende i riflettori sul tema. «La xilazina è un taglio pesantissimo, si tratta di un anestetico veterinario – spiega Campana –. Questo porta grandissime complicazioni: si può arrivare a cancrena, amputazioni, arresto respiratorio. Da più tempo circola invece un altro tipo di eroina, detta eroina gialla: arriva dal Sud-Est asiatico e dall’Afghanistan ed è prodotta in condizioni igieniche precarie, è “lurida” e per questo viene chiamata gialla, ed è tagliata con un antistaminico, dagli effetti sempre pesanti e gravi». Sulla xilazina, specifica Campana, «la notizia va però al momento circoscritta: è un fenomeno più diffuso negli Usa, mentre l’Europa arriva sempre dopo, come per l’epidemia degli oppiacei sintetici».

La prevenzione

Cosa si può fare, di fronte all’emergere di una nuova droga? «La prevenzione è fondamentale e va fatta nel modo corretto – riflette Paolo Donadoni –, perché possono esserci degli effetti-paradossi, come ad esempio l’amplificare la curiosità. Sui temi delle dipendenze, più in generale, serve lavorare a partire dalle scuole medie e superiori: abbiamo un numero crescente di giovani che arrivano ai nostri servizi». «Quello che possiamo fare quando si diffonde una nuova droga – aggiunge Maurizio Campana – è fare informazione con i nostri utenti. Bergamo è ben presidiata».

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