Ospedale di Bergamo, primo via libera per la torre 8

LA NOVITÀ . Sì all’aggiornamento dello studio di fattibilità. Dalla Regione già stanziati 52,5 milioni sui 100 che serviranno. La struttura sarà costruita nella zona ovest e accoglierà le attività dell’oncoematologia.

L’iter è comprensibilmente articolato. Ma un’altra tappa del lungo cammino verso la realizzazione dell’ottava torre dell’ospedale «Papa Giovanni» è stata superata. Alla fine della scorsa settimana, la direzione dell’Asst ha approvato tre documenti necessari alla pianificazione: è arrivato infatti il via libera allo studio di fattibilità aggiornato, alla scheda tecnica d’intervento e alla relazione tecnico-illustrativa dell’intervento. In altri termini, si tratta di atti tra loro legati e propedeutici alla progettazione, all’interno dei quali vengono valutate le possibili soluzioni e si individua quella che esprime il rapporto migliore tra costi e benefici in rapporto alle specifiche esigenze da soddisfare. Su queste basi si può passare poi alla progettazione, e quindi al «disegno» vero e proprio dell’opera. Una grande opera, vista la portata.

Palazzo Lombardia ha riconfermato l’orizzonte complessivo per l’ampliamento del «Papa Giovanni»: 100 milioni di euro

Risorse già assicurate

Il «via libera» allo studio di fattibilità era atteso e nell’aria, anche perché le risorse per dar corso alla costruzione sono già state assicurate. Lo snodo precedente s’è avuto anche a inizio agosto, quando la Regione aveva deliberato i nuovi indirizzi di programmazione per gli investimenti in sanità sul periodo 2025-2031. In tale occasione, a integrazione di quanto già varato a giugno del 2024, Palazzo Lombardia ha riconfermato l’orizzonte complessivo per l’ampliamento del «Papa Giovanni»: 100 milioni di euro.

Le cifre

Nel dettaglio, stando agli allegati di quella delibera, 52,5 milioni di euro vengono garantiti dalla Regione e messi a bilancio già sul 2025, per poi proseguire con fondi da leggi nazionali – legati alla presentazione di un accordo di programma con tutti i soggetti istituzionali coinvolti, cioè Asst, Comune, Provincia, Regione e ministero della Salute – e stanziati sulle annualità successive: il cronoprogramma economico indica 2,5 milioni per il 2026, 20 milioni per il 2027 e 25 milioni per il 2028.

La nuova struttura sarà edificata nella zona ovest dell’attuale area a disposizione dell’ospedale

In quella circostanza, tra le altre cose, erano stati varati anche 60 milioni per la riqualificazione del «Bolognini» di Seriate e 17 per il potenziamento dell’ospedale di Piario, oltre ai 140 milioni (già annunciati) per la riqualificazione del «Pesenti Fenaroli» di Alzano Lombardo. Totale: 317 milioni di euro per le infrastrutture della sanità bergamasca di domani.

Il contenuto della torre

Ma per quanto riguarda l’ospedale della Trucca, come potrebbe svilupparsi l’ottava torre? In attesa dello studio di fattibilità e poi della definizione del progetto finale, alcuni elementi sono stati più volte ipotizzati e condivisi nel recente passato. La nuova struttura sarà edificata nella zona ovest dell’attuale area a disposizione dell’ospedale, sostanzialmente in prossimità del «Giardino dell’incontro».

L’ampliamento potrebbe consentire anche di riorganizzare e ottimizzare alcune attività delle altre torri

Definito il «contenitore», c’è ovviamente il tema del «contenuto». E anche su questo la convergenza è nota: la torre numero 8 andrà ad accogliere e concentrare, in particolare, le attività legate all’oncoematologia. Un ambito clinico e scientifico rilevante, che vede l’ospedale di Bergamo distinguersi a livello nazionale per la capacità di cura e la platea di pazienti assistiti, così come per i progressi nell’ambito della ricerca, ad esempio per quanto riguarda le Car-T, la terapia genica per il trattamento dei tumori del sangue attraverso l’impiego dei linfociti T del paziente. La visione è quella di dare risposte alle necessità del presente e, ancor di più, a quelle del futuro. Al tempo stesso, l’ampliamento potrebbe consentire di riorganizzare e ottimizzare alcune attività delle altre torri, secondo una valutazione complessiva sulle necessità dell’ospedale e dell’utenza.

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