L'Editoriale / Bergamo Città
Giovedì 25 Dicembre 2025
Questo Natale facciamoci carico della pace
IL COMMENTO. Se il Natale è la luce di Dio che irrompe nel mondo e sconfigge le tenebre, questa fotografia ne è una delle rappresentazioni più efficaci.
L’immagine, pubblicata dalla Fondazione pontificia «Aid to the Church in need», è stata scattata in Siria, ma il luogo conta poco, potrebbe essere stata fatta a Gaza, a Kiev, a Goma, a Karthoum… in uno dei tanti angoli del mondo dove la guerra - la terza guerra mondiale a pezzi, per dirla come Papa Francesco - imperversa da anni. Quel che conta davvero è la forza che irradia, con l’icona della Beata Vergine Addolorata che con la sua luce - la Luce della Verità - domina sulle macerie provocate dai bombardamenti, riportando la speranza nel cuore di ogni uomo. Quell’icona mariana, consolatrice dei Siriani, benedetta da Bergoglio nel settembre del 2019 e attorno alla quale si raccolgono tre piccoli in preghiera, è l’icona stessa del Natale, «la festa della luce che vince le tenebre».
È la dimostrazione che nonostante il mondo continui a perpetuare quel «non c’è posto per loro» raccontato dall’evangelista Luca, il Natale trova sempre la forza di emergere. «Dov’è il Natale quest’anno?» si chiedeva già nel dicembre del 2023 il Cardinale Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme. «Il Natale - si diede come risposta - è dove qualcuno è disponibile a mettere la propria vita a servizio della Pace». Perché la trasmissione della pace funziona come l’ingranaggio con ruote dentate: dalla più piccola alla più grande, una in fila all’altra, una «accanto» all’altra, sono in grado di muovere macchine gigantesche con uno sforzo relativamente piccolo.
E’ sufficiente accostarsi al dolore e alla sofferenza di chi ci sta accanto, un genitore anziano e malato, spesso macerato nella propria solitudine, un familiare o un amico che versa in cattive acque, un bimbo malato a cui hanno spento il sorriso, un figlio o un nipote che fatica a ritrovarsi in un mondo che non lascia spazi a tentennamenti, dubbi, incertezze
«La pace – ha detto una volta Papa Francesco – è prendersi carico, è prendere su di sé la sofferenza degli altri: e allora, a questo punto, non c’è più guerra». Facciamolo anche noi, proviamo a farci carico della sofferenza degli altri. Contrariamente a quel che pensiamo, non c’è bisogno di prendere su di sé quella del mondo intero, è sufficiente accostarsi al dolore e alla sofferenza di chi ci sta accanto, un genitore anziano e malato, spesso macerato nella propria solitudine, un familiare o un amico che versa in cattive acque, un bimbo malato a cui hanno spento il sorriso, un figlio o un nipote che fatica a ritrovarsi in un mondo che non lascia spazi a tentennamenti, dubbi, incertezze.
Proviamo a crederci, proviamo a farlo, non farà bene soltanto a chi doneremo la nostra carezza, ma farà bene anche a noi, perché sentiremo la carezza di Dio
Davvero tutto ciò avrebbe a che fare con la pace nel mondo? Anche se è difficile da credere, ma solo perché il nostro cuore trova più comodo restare avvolto dall’oscurità piuttosto che aprirsi alla luce dell’anima, la risposta è sì. Proviamo a crederci, proviamo a farlo, non farà bene soltanto a chi doneremo la nostra carezza, ma farà bene anche a noi, perché sentiremo la carezza di Dio. «La pace è prendere su di sé la sofferenza degli altri, e allora, a questo punto, non c’è più guerra». Buon Natale.
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