Rsa, rincari in vista: fino a 10 euro al giorno. «Crescita enorme dei costi e pochi ristori»

Le case di riposo.Associazione San Giuseppe e Uneba: doveroso spiegare alle famiglie i motivi dei possibili aumenti. «Stiamo utilizzando riserve, c’è chi ha fatto ricorso al credito per sostenere i servizi e garantire i posti di lavoro».

La situazione è difficile ormai da quasi tre anni. Prima la pandemia, con tutte le sue conseguenze: organizzative, economiche, sanitarie. Poi, proprio quando si stava iniziando a uscire dall’emergenza sanitaria sperando di tornare a una parvenza di normalità, la «bolla energetica» ha invece scatenato la tempesta con i costi alle stelle per elettricità e riscaldamento. In mezzo a tutto ciò, i ristori si sono confermati insufficienti a far fronte di una situazione complicatissima. La conclusione è purtroppo inevitabile: le rette delle case di riposo bergamasche si avviano ad aumentare, con incrementi fino a 10 euro al giorno.

Di «possibile aumento delle rette giornaliere di ricovero» parla appunto un comunicato scritto da Barbara Manzoni, presidente dell’Associazione San Giuseppe che rappresenta le Rsa d’ispirazione cattolica, e da Fabrizio Ondei, presidente di Uneba Bergamo, sigla che riunisce strutture del no profit. Hanno preso carta e penna, con trasparenza, per «rivolgersi alle famiglie di tutti gli ospiti delle strutture sociosanitarie residenziali della provincia di Bergamo, alle quali ritengono doveroso spiegare le cause e i motivi» di tutto ciò.

«Non vogliamo arrivare a ridurre il personale ma continuare con offerte di qualità»

«L’anno 2022 volge al termine – scrivono Manzoni e Ondei –, è stato un anno impegnativo su molti fronti: la pandemia non ancora del tutto risolta con conseguenti costi e relative restrizioni che sacrificano l’espressione degli affetti, l’incremento del costo della vita e del lavoro, dei costi generali e dell’energia, la difficoltà nel reperimento di personale, l’inflazione galoppante... Tutto ciò da mesi ci mette a dura prova».

E la prova è dura per le 67 Rsa del territorio bergamasco, dove trovano cura oltre seimila anziani e dove lavorano altrettanti operatori.

Soluzioni alternative?

Tutte le strade, finora, sono state percorse per provare a garantire la sostenibilità economica del settore senza andare a chiedere un ulteriore sacrificio alle famiglie: «Siamo impegnati nella ricerca di soluzioni alternative al rincaro dei costi di ospitalità – prosegue il comunicato di Associazione San Giuseppe e Uneba Bergamo –, protendendo i nostri sforzi quotidiani al mantenimento di un buon livello assistenziale e, nonostante le difficoltà, stiamo utilizzando risorse e riserve, ricorrendo in tanti casi anche al credito, pur di sostenere i servizi offerti e garantire i posti di lavoro ai nostri dipendenti e collaboratori. Da tempo stiamo subendo incrementi di costi enormi, non bilanciati da contribuzioni in termini di aiuti, ristori, o donazioni, che ci permetterebbero di evitare l’aumento delle rette giornaliere, consapevoli della ricaduta sulle famiglie, già in difficoltà a causa degli stessi incrementi di costo da noi sofferti».

La pandemia, la bolla energetica, l’inflazione: «Tutto ciò ci mette a dura prova»

E di fronte in primis ad aiuti statali o regionali non ancora sufficienti, non restano molte alternative: «Non possiamo tacere e non dare evidenza a scelte diversificate, che per alcune strutture potrebbero arrivare fino a 10 euro al giorno, imprescindibili per la prosecuzione dei servizi garantiti ai nostri ospiti e di riflesso, alle famiglie – prosegue il comunicato di Barbara Manzoni e Fabrizio Ondei –. Siamo consapevoli che aumentare le rette non sia la soluzione migliore per superare questa situazione, anche perché temiamo che molte famiglie si trovino costrette a farsi carico direttamente della gestione dei propri anziani. Non è intenzione degli enti gestori che rappresentiamo arrivare alla riduzione del personale o alla diminuzione del minutaggio assistenziale, anzi, vogliamo fortemente continuare a dare un servizio di qualità».

Realtà importanti

Strutture preziose, quelle delle Rsa, soprattutto nelle piccole comunità. Proprio la dimensione a «misura d’uomo» è la caratteristica che le contraddistingue: la maggior parte delle realtà bergamasche ha infatti un’ampiezza tra i 61 e i 120 posti letto; circa una ventina di Rsa ospita invece meno di 60 anziani, mentre solo poco più di una decina di strutture va oltre i 120 posti letto.

«Affermiamo con forza che gli enti da noi rappresentati hanno sempre, e da sempre, ben presente il diritto della persona fragile di essere posta al centro del sistema sociosanitario, nonché il suo diritto ad una vecchiaia dignitosa», concludono Manzoni e Ondei.

Rilanciando un appello: «Desideriamo collaborare con tutti gli enti preposti alla programmazione per realizzare una politica dei servizi capace di diversificare l’offerta in modo che possa essere più flessibile, più aperta e più adeguata alle mutate ed attuali esigenze delle persone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA