Scout di Anversa intossicati: 17 in ospedale

I malori in Città Alta Svenimenti e malessere per un gruppo di giovanissimi del Belgio domenica sera. Viavai di ambulanze sulla Corsarola. La ricostruzione: chi si è sentito male aveva mangiato pesce a Monza il giorno prima.

Pallidi, alcuni in lacrime, straniti. La tappa bergamasca di un gruppo di 50 scout di Anversa ha riservato una brutta sorpresa: per almeno 17 di loro la serata di domenica in Bergamo Alta è finita in ospedale. Intossicazione. Non in Città Alta, ma a Monza, il giorno prima. Solo che i sintomi sono «esplosi» ore dopo in piena Corsarola. Questo hanno raccontato i ragazzini belgi e i loro accompagnatori ai soccorritori, giunti in via Colleoni dopo le 19,45.

La chiamata al 112 è scattata a quell’ora, motivata dal malessere che alcuni scout hanno iniziato a manifestare all’interno de «Il Forno» della Corsarola. Alcuni di loro non avevano nemmeno ordinato pizze né focacce, non hanno fatto in tempo. Svenimenti, capogiri, pallore, per alcuni vomito. Questi i sintomi di quella che presto si è rivelata essere un’intossicazione alimentare.

La richiesta d’aiuto

Anche la titolare del forno ha presto notato che qualcosa non andava: mentre il gruppo si era da poco accomodato nella sala al piano superiore del locale, un ambiente che la panetteria e pizzeria d’asporto mette a disposizione dei suoi clienti per consumare i suoi prodotti sul posto, è stata Simona Pesenti a notare un ragazzino steso sul pavimento davanti al bagno. «Ci siamo subito offerti di chiamare i soccorsi, ma i ragazzi ci hanno rassicurato dicendo che non era necessario» spiega Pesenti.

Di lì a poco una ragazzina è svenuta, manifestando anche conati di vomito. Poi un’altra tredicenne ha iniziato a sentirsi poco bene, quindi un’altra ancora, fino a 17 persone in tutto, dai 12 ai 18 anni.

Lo è stato eccome: di lì a poco una ragazzina è svenuta, manifestando anche conati di vomito. Poi un’altra tredicenne ha iniziato a sentirsi poco bene, quindi un’altra ancora, fino a 17 persone in tutto, dai 12 ai 18 anni. Sintomi non gravi, soprattutto pallore e giramenti di testa, ma sufficienti a convincere gli operatori della centrale operativa di Areu, allertato dai Pesenti, a dirottare in Città Alta almeno cinque ambulanze, alcune delle quali durante la serata hanno anche fatto un doppio viaggio per trasportare, uno alla volta, i ragazzini in ospedale.

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Alla fine sono stati smistati tra il Papa Giovanni XXIII, il Bolognini di Seriate e il Policlinico di Ponte San Pietro, a gruppi, ognuno – trattandosi per lo più di minori – accompagnato da un caposcout, 17 persone in tutto. Nel frattempo Polizia locale e carabinieri hanno iniziato a raccogliere ogni elemento utile a ricostruire l’accaduto, mentre una squadra dei Vigili del fuoco del comando di Bergamo ha raggiunto via Colleoni, a disposizione per regolare le operazioni di soccorso. Il cuore di Città Alta si è illuminato di blu, i lampeggianti delle ambulanze ferme in Piazza Vecchia, pronte a caricare i ragazzini. Operativi i soccorritori e i mezzi della Croce Azzurra di Almenno, i Volontari Brembilla, della Croce Rossa di Alzano e anche di Villa d’Almè oltre a due automediche. Le testimonianze dei ragazzi del gruppo di Anversa sono quindi state raccolte anche da due tecnici di Ats, Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria, giunti nel locale poco dopo.

La ricostruzione

Unanime il racconto: i ragazzi belgi hanno riferito di aver cominciato a sentirsi poco bene già durante il viaggio in pullman da Monza a Bergamo, domenica. E di aver mangiato – chi si è poi sentito male – a Monza il giorno prima, sabato, del pesce. Un dettaglio non da poco, visto che nessuno tra quelli di loro che avevano scelto un menù diverso ha accusato alcun malessere. Arrivati a Bergamo, poi, sono tutti stati coinvolti in una caccia al tesoro sotto il sole. E, in serata, per chi era stato intossicato sono iniziate ore di mal di stomaco e spossatezza, mentre tutt’intorno Città Alta brulicava di turisti.

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