Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 03 Dicembre 2025
Scuole, il top in provincia: Weil (classico) e Turoldo (scientifico) i licei migliori
I DATI «EDUSCOPIO». Aumenta la percentuale di occupati tra chi non si iscrive all’Università. Tutte le classifiche
Anno dopo anno, la sensazione si consolida: la scuola di provincia brilla e nella gran parte dei casi dà risultati migliori delle «concorrenti» cittadine. I responsi della nuova edizione di Eduscopio – l’indagine della Fondazione Agnelli che dal 2014 compara gli istituti superiori – vanno ancora in questa direzione. Su quattordici indirizzi passati complessivamente in rassegna, ben undici vedono infatti primeggiare istituti con sede in provincia.
I criteri dello studio
Ma come si determinano queste graduatorie? Il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli, coordinato da Martino Bernardi, ha scandagliato le traiettorie di carriera universitaria o lavorativa di chi si è diplomato tra il 2019/20 e il 2021/22: sulla base degli esiti accademici (regolarità nei corsi di laurea e media dei voti negli esami, per chi è uscito da un liceo o da un istituto tecnico) o degli sbocchi occupazionali (quanti lavorano, ad esempio, tra chi si è diplomato in un tecnico o un professionale e non ha proseguito negli studi?), è stata formulata una valutazione sul livello di preparazione fornita dalla scuola superiore frequentata.
Ne consegue una guida utile soprattutto per chi oggi si trova alle scuole medie e deve orientarsi a una superiore. Non a caso, dalla nascita della piattaforma sono circa tre milioni gli utenti che in Italia hanno consultato il portale: «Un risultato – lo definisce Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli – che conferma quanto Eduscopio sia ormai da anni un appuntamento atteso e uno strumento importante per una scelta più ponderata della scuola superiore, grazie all’enorme quantità e varietà di dati presenti e alla facilità di consultazione. Una risorsa accessibile a tutti, pensata per permettere a studenti e famiglie di confrontare le scuole all’interno del proprio territorio, così da individuare quella che meglio sembra rispondere al profilo e alle aspettative di ciascun ragazzo e ragazza». Da questa mattina i dati sono navigabili sul sito www.eduscopio.it.
Il passaggio all’università
Sul fronte delle competenze spendibili all’università, tra i licei classici si afferma per il secondo anno consecutivo il Weil di Treviglio, che precede il Sarpi in città e il Decio Celeri di Lovere (istituto, quest’ultimo, che in passato aveva riportato più volte la «medaglia d’oro»).
Tra i licei scientifici il Turoldo di Zogno «bissa» il primato conquistato lo scorso anno, mettendosi alle spalle l’Einaudi di Dalmine e l’Amaldi di Alzano; tra l’altro, il Turoldo si segnala ai vertici della Lombardia e tra le migliori d’Italia. Se si guarda poi ad alcuni percorsi offerti nell’alveo dei licei scientifici, l’Amaldi festeggia un doppio sorpasso, imponendosi sia tra quelli a indirizzo delle scienze applicate (lo scorso anno era il Maironi di Presezzo) sia tra quelli sportivi (in precedenza lo vantava l’Imiberg). Una staffetta contraddistingue il liceo delle scienze umane, con il Federici di Trescore al primo posto, seguito dal Romero di Albino (che perde la leadership) e dal Betty Ambiveri di Presezzo; l’opzione economico-sociale, sempre nel filone del liceo delle scienze umane, premia invece ancora una volta il Fantoni di Clusone.
Il Romero di Albino resta al comando nei licei linguistici, staccando il Galileo di Caravaggio e poi il Turoldo di Zogno (che guadagna un paio di posizioni). Sempre tra i licei, ma in questo caso i licei artistici, ecco l’unica «vittoria» cittadina: è quella del Fantoni (paritario), che guida il ranking davanti al Decio Celeri di Lovere (new entry) e al Manzù in città.
Ovviamente, anche gli istituti tecnici «forgiano» a una futura iscrizione universitaria. In questo caso, nel segno della continuità, il Romero di Albino è ancora considerato il miglior istituto tecnico economico, con il Piana di Lovere e il Belotti in città a completare il podio, così come il Natta in città conserva il titolo di miglior istituto tecnico tecnologico, superando il Rigoni Stern in città e il Betty Ambiveri di Presezzo.
Gli sbocchi occupazionali
L’altro focus si posa sulle opportunità lavorative. In questo caso Eduscopio elabora un «indice di occupazione», inteso come la percentuale degli studenti occupati (coloro che hanno lavorato almeno sei mesi entro due anni dal conseguimento dal diploma) tra quanti non si sono immatricolati all’università.
Rispetto all’«atlante» del 2024 qui i ricambi sono più evidenti, pur all’interno di un quadro che restituisce – in linea con i noti indicatori economici – l’immagine di un territorio che ha fame di manodopera. Tant’è che tra le scuole bergamasche analizzate da Eduscopio si rileva in media un aumento di circa tre punti percentuali per questo indicatore.
Tra gli istituti tecnici economici è ancora il Rubini di Romano di Lombardia quello che garantisce il più elevato inserimento nel mondo del lavoro (80%, seppur in calo rispetto all’84% di un anno fa), poi ci sono il Turoldo di Zogno (80%, era al 65%) e il Lotto di Trescore (77%, era al 74%).
Il Marconi di Dalmine (76%, era al 73%) sale in testa alla categoria degli istituti tecnici tecnologici, precedendo il Piana di Lovere (75%, lo scorso anno era primo col 74%) e l’Archimede di Treviglio (passato dal 70% al 74%).
Balza in vetta agli istituti professionali per i servizi il Sonzogni di Nembro (69%, era al 66%); il Romero di Albino (69%, era al 61%) è in seconda piazza, il Riva di Sarnico (68%, era al 70%) in terza.
A tenere alta la bandiera della città è il Pesenti (73%, era al 71%), che conquista lo scettro tra gli istituti professionali per industria e artigianato; qui l’«argento» va al Majorana di Seriate (67%, era al 61%) e al Betty Ambiveri (67%, lo scorso anno era primo col 72%).
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