Senza sagre, fermi da oltre un anno. Dimenticati dai decreti 60 mila lavoratori

Il drammatico appello: a livello nazionale 60 mila lavoratori, perdite per tre miliardi e mezzo di euro. «Dimenticati dai vari decreti». L’emendamento della deputata Carnevali: «Ci sono le condizioni per ripartire».

Un emendamento per ripartire con sagre e feste di paese. Gli ambulanti che operano nel settore sono fermi da quasi 15 mesi, tenuto conto che l’ultimo appuntamento autorizzato risale al 23 febbraio 2020 con la Fiera di Carnevale.

«Ci sono date di ripartenza per tutti, ma in questo caso, nei vari Dpcm, non è stata inserita nemmeno una riga e non ne capiamo il motivo. A causa della pandemia sono stati annullati più di 10mila eventi – commenta Cesare Rossi, segretario di Anva Confesercenti Bergamo –. Abbiamo stimato una perdita di fatturato di circa 3,5 miliardi di euro, sono coinvolte 40mila imprese e 60mila lavoratori a livello nazionale. Abbiamo quindi promosso un manifesto per chiedere di poter ricominciare a lavorare il prima possibile in sicurezza».

Il manifesto

Se da un lato sono stati riaperti i «classici» mercati nelle diverse piazze dei paesi, gli operatori che normalmente prendevano parte alle feste patronali e alle ricorrenze più sentite durante l’anno, sono rimasti completamente al palo.

L’emergenza sanitaria ha causato l’annullamento di appuntamenti tradizionali e imperdibili come le bancarelle di Santa Lucia, fermate per la prima volta nella loro storia.

«Il “Manifesto dei Fieristi su area pubblica” è stato inviato ai parlamentari bergamaschi per sottolineare la drammatica situazione di fermo del settore – prosegue Rossi –. Chiediamo al governo di prendere in considerazione le nostre richieste perché gli operatori, che generalmente si basano sulle entrate dell’impresa a conduzione familiare, sono allo stremo».

L’appello degli ambulanti è stato accolto dalla deputata del Pd Elena Carnevali, che ha presentato un emendamento a modifica del Decreto numero 52 sulle Riaperture.

L’emendamento

«È giusto rappresentare al governo la problematica degli operatori che lavorano nell’ambito di sagre e fiere – commenta Elena Carnevali –. Si tratta di una situazione che va sbloccata, anche perché stiamo parlando di imprenditori fermi da più di un anno con le loro attività. Ci sono tutte le condizioni per poter ripartire con tutte le misure di sicurezza necessarie, il distanziamento, un numero di persone contingentate e un perimetro circoscritto».

Lunedì è l’ultimo giorno per presentare emendamenti al DL 52 Riaperture, dopodiché gli emendamenti presentati verranno discussi in Commissione, «dove evidenzieremo l’importanza e le motivazioni della richiesta per ripartire – conclude Carnevali –. Nel frattempo, potrebbero arrivare allentamenti delle prescrizioni in uno dei prossimi Consigli dei ministri».

«Situazione drammatica»

Per ora tutti gli eventi rimangono fermi, con pesanti conseguenze occupazionali ed economiche. «La situazione degli operatori fieristi è drammatica – conferma Federica Nello, vice presidente di Anva Bergamo con delega proprio alle fiere –. Siamo fermi da più di un anno e auspichiamo risposte concrete nel più breve tempo possibile per poter riprendere a lavorare. La mancata riapertura mette seriamente a rischio il settore, con molte aziende che potrebbero non essere più in grado di sopravvivere».

Anche i rappresentanti di Fiva Ascom Confcommercio Bergamo chiedono di porre subito rimedio al buco legislativo, che ha fatto ripartire i mercati ma non le fiere.

«É una battaglia che abbiamo portato avanti contemporaneamente a quella fatta per riaprire i mercati, in numerosi incontri istituzionali – commenta Diego Pesenti, vicepresidente Fiva –. Le fiere si svolgono all’aria aperta e hanno tutti i presupposti per poter ricominciare con tutte le misure di sicurezza e di prevenzione. Speriamo che arrivi presto il via libera per dare ossigeno agli operatori».

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