
(Foto di Frau)
L’INIZIATIVA. Venerdì pomeriggio il presidio della Rete contro la violenza di genere con le proposte al Comune: «Anche un muro con le testimonianze».
Otto solo nel mese di aprile, 26 dall’inizio dell’anno. I femminicidi non si fermano. E le chiamate ai centri anti violenza di città e provincia sono in aumento. Per denunciare ancora una volta la violenza di genere, la Rete bergamasca contro la violenza di genere ha dato vita ieri pomeriggio in largo Rezzara a un presidio anche con l’obiettivo di condividere le proposte concrete già presentate al Comune.
«Chiediamo che venga individuato un muro che possa accogliere le testimonianze dei presidi, segni e informazioni delle attività delle associazioni – spiega Edda Adiansi, della Rete bergamasca –, per tenere accesa l’attenzione collettiva su tutte le vittime della violenza, subita in qualunque contesto. Proponiamo poi di creare una segnaletica, da diffondere in tutti i luoghi della città, uffici pubblici ai locali, per strada, nelle aziende, che promuova l’inclusione e dichiari l’impegno per comportamenti rispettosi e non discriminadtori, nella condotta o nel linguaggio».
«Non ultimo, chiediamo il “taxi rosa”, vale a dire la disponibilità di un trasporto notturno offerto da donne ad altre donne a prezzi calmierati». La Rete ha chiesto al Comune un incontro: «Servono azioni concrete – ribadisce Luisa Andreani –: la violenza sulle donne non ha mai scusanti, non può mai essere giustificata in nessun modo». Il presidio è stato chiuso con l’esibizione musicale dei Winterflowers, con i musicisti Marco Grompi e Michele Forti.
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