Tenta di strangolare una giovane per strada, in carcere 37enne: sarebbe la responsabile di altre due aggressioni

IL CASO. Ha aggredito alle spalle una giovane di 22 anni: le ha messo al collo il laccio di una felpa nel tentativo di strangolarla. Aggressione di inaudita violenza lunedì 19 maggio, nella mattinata, in via Bonomelli a Bergamo, nella zona della stazione ferroviaria.

Bergamo

Tutto si è verificato in pochi secondi sul marciapiede della strada cittadina: una donna di 37 anni, italiana, si è avvicinata alla 22enne, una studentessa universitaria: l’ha afferrata alle spalle e con il laccio della felpa ha tentato di strangolarla. La giovane, colta alla sprovvista, non ha avuto il tempo di divincolarsi nè di chiedere aiuto: con il laccio che le impediva di respirare è riuscita però ad avere la prontezza di buttarsi sulla carreggiata attirando così l’attenzione degli automobilisti.

Alcuni passanti si sono così fermati per aiutarla mentre la 37enne è subito scappata verso via Mai, rintracciata poco dopo dai militari che sono accorsi sul luogo dell’aggressione, già nelle vicinanze per la loro attività di pattugliamento.

Immediati anche i soccorsi: la 22enne è stata trasferita in ospedale, all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, dove è stata medica: le sue condizioni non sono gravi nonostante il forte choc subìto. Per lei una prognosi di sette giorni.

La 37enne è stata rintracciata dai poliziotti, che l’hanno individuata grazie a una dettagliata descrizione dei testimoni e della vittima: la 37enne era in stato confusionale e dalle indagini avviate, sarebbe la responsabile di altre due aggressioni simili, avvenute lo scorso febbraio e il 16 maggio. Le forze dell’ordine hanno infatti rintracciato due denunce a carico di una donna ignota e avrebbero collegato alla 37enne questi ulteriori due casi di violenza. Rintracciate le due vittime, sempre giovani, avrebbero infatti riconosciuto la 37enne come presunta responsabile dei fatti.

Martedì 20 maggio l’arresto, per lesioni aggravate, è stato convalidato e la donna, senza fissa dimora, è stata condotta in carcere per esigenze cautelari impellenti a tutela della comunità. Sarà inoltre sottoposta a visita medica psichiatrica.

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