Torre dei venti di nuovo al buio. Il Comune di Bergamo: «Ora urge un restyling»

La scritta luminosa «Bergamo» spenta dopo i ripetuti temporali che l’hanno mandata in tilt. Gli uffici al lavoro per il progetto.

La scritta luminosa a caratteri cubitali («Bergamo») che troneggia sulla Torre dei venti, all’altezza dello svincolo dell’A4, è in black out da almeno un mese. Il sistema elettrico - a dir poco vetusto - è stato spento dopo i ripetuti temporali che lo hanno mandato in tilt.

Ad intervenire ogni volta rimediando ai danni provocati da fulmini e saette intercettate dall’alto dei suoi 35 metri, gli elettricisti del Comune di Bergamo, dato che il sindaco nel 2019, aveva preso a cuore la questione illuminotecnica, spendendosi in prima persona per la riaccensione delle scritte, facendosi carico delle manutenzioni. Ma dopo i ripetuti interventi, il Comune ha optato per lo spegnimento dell’impianto. Ma non ha gettato la spugna, perché gli uffici stanno lavorando ad un nuovo sistema che sia al passo con i tempi, capace di resistere alle intemperie. Anche se, l’edificio storico, tutelato dalla Sovrintendenza dei beni culturali, non è del Comune di Bergamo.

La Torre, progettata nel 1940 dall’architetto Alziro Bergonzo (realizzata in soli tre mesi in vista della visita di Benito Mussolini), è un bene del ministero della Cultura, che non ha più messo mano all’impianto, tanto che la scritta (anzi, due, perché Bergamo appare su due facciate della torre) per almeno 18 anni, è rimasta spenta . Fino a quando qualche anno fa il sindaco Giorgio Gori, è entrato al Punto blu di via Autostrada chiedendo con chi avrebbe dovuto parlare per farla riaccendere. «Ci ho lavorato per tre mesi – scriveva il sindaco di Bergamo sulla sua pagina Facebook al momento della riaccensione della scritta bianca –. I collegamenti elettrici erano disattivati: sono partiti innumerevoli contatti, mail, telefonate, sopralluoghi, per arrivare ad avere tutte le autorizzazioni e la possibilità di intervenire e alla fine ce l’abbiamo fatta». Ma a poco più di due anni dal ripristino, il sistema ha manifestato seri di problemi di tenuta. La doppia scritta luminosa si trova in cima al prisma esagonale alto 35 metri, rivestito di «klinker», all’esterno con otto feritoie quadrate disposte sulla verticale di ogni lato, da cui entra vento e acqua. L’impianto continua a «saltare» proprio per le infiltrazioni d’acqua. Senza contare le incursioni dei volatili che hanno trasformato la struttura, cava, in piccionaia.

Urge un intervento risolutivo. Qualcosa su cui Palazzo Frizzoni sta lavorando, anche su sollecitazione del sindaco Giorgio Gori che sembra proprio non voglia rinunciare a quel «simbolo di benvenuto alle porte della città» come dichiarava nel 2019. Gli uffici di Palazzo Frizzoni hanno predisposto un primo restyling, con qualche aggiornamento rispetto all’attuale scritta. Un progetto si dice troppo ardito per i parametri della Sovrintendenza che lo ha bocciato. Dal Comune fanno sapere che «gli uffici stanno lavorando ad un nuovo progetto per tornare ad accendere la Torre dei Venti». Sarà certamente più conservativo, in grado di garantire un impianto di ultima generazione ma con l’attuale resa estetica. Chiusa la progettazione, si attende il placet della Sovrintendenza, senza il quale, lo «switch on» non sarà possibile.

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