Trasporti, l’Agenzia lancia l’allarme: «Senza nuovi fondi tagli all’orizzonte»

Conti in rosso.Il Consiglio di amministrazione ha approvato il bilancio preventivo 2023-2025. Grassi: «Occorre valutare il quadro entro il 1° trimestre del prossimo anno per correre ai ripari».

Nemmeno il tempo di rifiatare con i ristori ministeriali stanziati per il 2021 (per altro non sufficienti) e gli attori del Trasporto pubblico locale già intravedono nuove nuvole all’orizzonte, in particolare per il 2023. La conferma giunge dal Consiglio d’amministrazione dell’Agenzia per il Tpl di Bergamo, che nei giorni scorsi ha approvato il bilancio preventivo 2023-2025. Un bilancio non semplice, da cui muove una considerazione: «Il Cda e l’assemblea dei soci – si legge in una nota – esprimono forte preoccupazione per le possibili riduzioni di servizio nel 2023 che potrebbero rendersi necessarie per bilanciare le spese e le entrate». Quando potrebbero scattare gli eventuali «tagli»? «In assenza di risorse straordinarie», spiegano dal Cda, «entro il primo trimestre 2023» potrebbero essere valutate le «strategie di intervento».

Sono i dati a guidare queste considerazioni. In primis: nel 2023 è prevista una crescita del Fondo nazionale per i trasporti pari a circa il 2%, ma «l’attuale dinamica inflattiva potrebbe far crescere la spesa per i servizi di trasporto di oltre il 4-5%». E poi: rispetto all’ultimo biennio «gli effetti negativi connessi alla riduzione dei ricavi da traffico sono solo parzialmente coperti dai “ristori” ministeriali», mentre l’utenza (e dunque gli introiti dalla bigliettazione) è ancora del 10-15% inferiore al 2019. Le conseguenze sono anche per gli utenti, come riconosce la stessa Agenzia, quando rileva come «la ripresa dell’orario invernale 2022/23, in assenza dei servizi aggiuntivi attivati nei precedenti anni, ha messo in evidenza tutti i limiti di un sistema che fatica a essere adeguato alle necessità, con risorse tecniche ed economiche non sufficienti a risolvere gli affollamenti dei mezzi delle ore di punta». E se «già in anni precedenti (2014-2018) sono state operate riduzioni che hanno profondamente minato la competitività del settore rispetto ai viaggiatori occasionali e con locali soppressioni di corse in aree deboli», risulta «piuttosto complesso trovare ulteriori ambiti di riduzione dei servizi senza intaccarne la qualità e la capillarità nel territorio.

«Negli anni scorsi già operato riduzioni che hanno minato la competitività del settore»

«La criticità – spiega Emilio Grassi, direttore dell’Agenzia – è stata messa in evidenza dall’Agenzia nel corso della Conferenza regionale del trasporto pubblico dello scorso 5 dicembre e il problema è ben presente a tutti gli interlocutori istituzionali dell’Agenzia. Occorrerà valutare nei dettagli la situazione entro il primo trimestre del 2023, considerando il reale andamento inflattivo e le effettive contribuzioni erogate, per organizzare in tempo le azioni eventualmente necessarie ad equilibrare le entrate e le spese dei contratti».

Tra l’altro, il 2023 sarà anche l’anno della Capitale della cultura. Ridurre il servizio, spiega la stessa Agenzia, sarebbe controproducente: «Ci si aspetta un importante flusso turistico, specialmente nelle festività ed in estate, periodi nei quali già oggi il servizio di Tpl è fortemente carente o assente in ampie parti del territorio del bacino, gli ulteriori tagli sarebbero controproducenti rispetto all’operazione culturale del 2023 offendo ai turisti un pessimo servizio»

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