Trasporti, rischio caos col green pass: le aziende scrivono al ministro

Le aziende scrivono al ministro chiedendo di poter controllare preventivamente il possesso per il personale. «Temiamo di non poter programmare il servizio». Atb e Arriva, situazione sotto controllo: più problemi per Trenord.

La questione è sul tavolo del ministero dei Trasporti, ed è parecchio delicata. Asstra, Anav e Agens, associazioni che si occupano di trasporto pubblico, in vista dell’obbligatorietà dal 15 ottobre del green pass in tutti i luoghi di lavoro, chiedono nero su bianco «misure di valenza normativa, anche derogatorie, rispetto al quadro esistente, che assicurino il necessario contemperamento tra diritto alla salute da un lato e alla mobilità dall’altro». In parole povere, di rendere più snelli, efficaci e soprattutto preventivi i meccanismi di controllo del possesso del green pass, pena il rischio di pesanti disagi nel servizio. Normativa alla mano, la verifica va fatta all’inizio del servizio «ma questo espone l’azienda a un’aleatorietà assolutamente incompatibile con la natura di servizio pubblico» e anche «al concreto rischio di improvvise interruzioni, riduzioni e sospensioni». E soprattutto a non poter programmare «con adeguato e congruo anticipo il servizio rispetto ai turni e alla disponibilità del personale».

La sostituzione del personale

A conferma di una situazione decisamente delicata, le bocche restano cucite sia in Atb che in Arriva e Trenord: la spiegazione ufficiale è che si è in attesa di una presa di posizione ufficiale del ministro Enrico Giovannini in risposta alla lettera, ma dietro le quinte non mancano le preoccupazioni, che diventano più grandi man mano si allarga l’ambito del servizio.

In Atb e Arriva gli irriducibili anti certificato verde sarebbero meno di una decina: la normativa prevede la sospensione immediata dal servizio, il che potrebbe creare qualche disagio solo nei primissimi giorni. Passato il weekend successivo al 15 ottobre la situazione dovrebbe essere definita e i turni pure.

Diverso il discorso se il numero dovesse aumentare: in questo caso le aziende chiedono al governo di «individuare soluzioni e semplificazioni, oltre che risorse, che consentano di predisporre la forza lavoro sostitutiva eventualmente necessaria». Dal punto di vista operativo, il deposito unico di Atb facilita le operazioni di controllo del green pass all’entrata in servizio, diversamente da Arriva che ne ha più di uno.

Ferie sospese per tutti

Più complicata invece la situazione di Trenord che movimenta qualcosa come 550 mila passeggeri al giorno e dove il numero dei «ribelli» rischia di essere più elevato, così come i possibili disagi. Anche perché le strategie di disobbedienza si sono fatte più raffinate e molteplici: in azienda si teme un aumento anomalo delle malattie, così come delle richieste di congedo parentale e delle stesse ferie. Che ora come ora sarebbero sospese fino a nuovo ordine, una soluzione adottata, si dice, dalla stragrande maggioranza delle aziende di trasporto lombarde e che sta creando fior di mal di pancia e tensioni tra gli stessi lavoratori.

Ma su Trenord c’è un’altra difficoltà, ben messa a fuoco nella lettera a Giovannini: «L’elevata specializzazione di alcune mansioni come macchinisti e addetti al controllo dell’esercizio ferroviario» che hanno abilitazioni che non si acquisiscono «in tempi compatibili con l’emergenza». E lo stesso vale comunque anche per gli autisti dei pullman.

C’è poi il capitolo dei tamponi: al di là del braccio di ferro sulla gratuità, che succede se la validità scade nel bel mezzo del turno? Perché tecnicamente al momento dell’entrata in servizio si è in regola.

Il parere del garante

Un quadro decisamente complicato dove la sola soluzione praticabile sembra un intervento del governo che permetta «un controllo preventivo sulla validità della certificazione verde così che, con l’anticipo necessario, si possano programmare i turni ed effettuare il servizio contando sulla disponibilità di personale in possesso del requisito previsto dalla legge».

Altre alternative non sembrano esserci, e indirettamente lo conferma anche il garante della privacy rispondendo a un quesito in materia avanzato dal gruppo Ferrovie. Se da un lato non viene considerata possibile la raccolta «anticipata» di dichiarazioni di possesso del green pass, dall’altro a chi chiede i medesimi «meccanismi semplificati previsti per il personale scolastico» si risponde che queste procedure «alternative a quelle ordinarie attraverso l’app VerificaC19 sono state introdotte con decreto del presidente del Consiglio» di concerto con i ministeri interessati. Ed è qui che va trovata anche la soluzione del nodo trasporti.

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