Un hotel di lusso nel palazzo ad angolo: lavori chirurgici, pronto per fine 2026

IL CANTIERE. Sorgerà tra le vie San Bernardino e Moroni. L’albergo, 4 stelle superior, richiamerà le atmosfere parigine: 14 camere e anche un ristorante.

Da piccolo «buco nero» a un nuovo albergo di lusso, nel cuore della città. Il cantiere è in corso: il palazzo ad angolo tra via Moroni e via San Bernardino si prepara a diventare un prestigioso hotel 4 stelle superior. Sarà pronto per l’autunno del 2026 e si chiamerà «Rive Gauche», strizzando l’occhio alle atmosfere parigine artistiche e culturali della sponda sinistra della Senna, e ricalcando l’omonimo bistrot sotto i portici di via Moroni, data la medesima proprietà. È il piano dell’imprenditore bergamasco Diego Locatelli, per lungo tempo a capo della holding HGroup, specializzata in servizi per il settore immobiliare e la mediazione assicurativa e creditizia, che si è lanciato in un investimento del grande valore. Dal punto di vista economico, ma anche della riqualificazione urbana dello stabile che affaccia su Largo Cinque Vie, considerato il suo stato d’abbandono trentennale.

L’atmosfera parigina sa «Rive Gauche»

Quattro livelli e 14 camere da letto, con al piano terra un ristorante dove la protagonista sarà la brace. «Rive Gauche Grill» è il nome del locale che sarà un’appendice del «Rive Gauche» aperto qualche mese fa sotto il porticato. «Sono bergamasco e sono innamorato della mia città. Questo progetto nasce soprattutto dall’amore e mira a recuperare un immobile che è iconico per la città e a restituirlo alla vita» racconta Locatelli, che ricorda come in quel complesso nel corso del tempo si siano alternati diversi locali: «Negli anni ’70 c’era il “Corte Sconta”, mentre quello successivo prese il nome di “Elefante Blu”, ricordato dai più perché fu il primo locale ad introdurre il karaoke a Bergamo nei primi anni Novanta».

Adatto alle feste ed eventi

Una rinascita del valore di 4,5 milioni di euro - questa la cifra complessiva dell’investimento - e che ambisce al massimo risultato. «Non sarà un hotel 5 stelle perché non c’è lo spazio per realizzare la Spa, caratteristica essenziale degli hotel di lusso. Ma sarà un 4 stelle superior. Puntiamo ad un lavoro di grande pregio» dice l’imprenditore, che entra più nel dettaglio: «Dal primo piano fino in cima ci saranno le camere, in totale 14, mentre al piano terra avremo un ristorante caratterizzato dalle griglie a carbonella. Sarà anche uno spazio per eventi, nel seminterrato infatti c’è una bellissima cantina a volta che potrà ospitare decine di persone, ad esempio per feste di compleanno, piccole conferenze e riunioni oppure per vedere le partite».

L’apertura nell’autunno 2026

I lavori sono iniziati da qualche mese, come mostra l’imponente gru che svetta all’incrocio «spartiacque» tra le vie, ma non sono semplicissimi. «Abbiamo avuto un anno di ritardo per iniziare i lavori anche a causa dell’incendio negli appartamenti di via Moroni. La posizione del cantiere poi non offre grandi spazi di manovra rendendo tutto più difficoltoso, e il restauro inoltre è faticosissimo - precisa -. I lavori di scavo sono molto lenti, bisogna sottomurare le fondazioni per rendere più sicuro l’edificio ed evitare pericoli di crollo». Un’operazione delicata, e anche per questo sulla data d’apertura c’è cautela. «L’obiettivo, anche se non sappiamo se riusciremo a raggiungerlo, è l’autunno 2026. Ce la metteremo tutta per farcela» ribadisce. E alle difficoltà sui tempi si somma pure la questione della fornitura dell’energia. «Il borgo soffre una carenza di elettricità. Abbiamo intavolato una lunga trattativa con Enel, al termine della quale abbiamo dovuto recepire l’obbligo di installare una cabina all’interno dell’edificio a nostre spese. La nota positiva - sottolinea - è che farà del bene perché distribuirà l’energia anche alle attività nelle vicinanze».

L’attenzione alla comunità, al di là del tema energetico, richiama il senso dell’intera operazione del nuovo hotel. «La speranza è che diventi un luogo dove le persone possano incontrarsi – conclude -. Vogliamo che sia un luogo dove nutrire anche lo spirito».

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