Un’opera lirica sulla Carrà agita la Fondazione Donizetti

Dietro le quinte La proposta del direttore artistico Micheli «congelata» dal Cda. Preoccupano i costi e la scelta da alcuni ritenuta troppo audace.

Qual è il nesso tra Raffaella Carrà e il melodramma? Tra i velluti rossi del Donizetti ha senso portare in scena uno spettacolo lirico dedicato alla showgirl dal caschetto d’oro? E se poi non incontrasse i gusti di pubblico e critica, al netto di costi non certo da sottovalutare? Qualche consigliere della Fondazione Teatro Donizetti deve esserselo chiesto nella giornata di giovedì 16 giugno, quando si è trattato di prendere in esame la proposta del direttore artistico del Festival Donizetti Opera Francesco Micheli, che vorrebbe produrre nel 2023 uno spettacolo dedicato alla cantante, attrice e conduttrice scomparsa quasi un anno fa. Dubbi che hanno attraversato il Cda presieduto da Giorgio Berta, tanto che il progetto per il momento è stato congelato.

Un progetto speciale

Se ne riparlerà nella prossima riunione, serve tempo per riflettere, forse per riprendersi dallo choc. Quella pensata da Micheli è un’opera certamente «sfidante e innovativa», come sostiene chi apprezza l’indubbia creatività del regista bergamasco, ma non si può negare che ai puristi faccia storcere il naso. Non solo per la scelta dell’artista da celebrare con un progetto speciale, slegato dal Donizetti Opera, nell’anno in cui Bergamo e Brescia saranno Capitale italiana della Cultura, ma anche – fanno sapere i bene informati– per i costi da sostenere. Tema cruciale, per la lirica in particolare. Far tornare i conti, sembra questa la preoccupazione principale dei consiglieri della Fondazione, che alla programmazione per il 2023 hanno sostanzialmente dato il via libera – si tratterebbe di un calendario di alto livello ma anche parecchio oneroso – lasciando in sospeso il «progetto Carrà». Di cui poco ancora si sa. Di certo un’opera originale, che andrebbe in scena in prima assoluta sul palco del rinnovato Donizetti. Compositore e cast da definire, anche se è facile immaginare che Micheli abbia già qualche idea a riguardo. Il timore – si dice – è che ai costi vivi dell’allestimento vadano aggiunti i diritti di autore dovuti per le canzoni di Raffaella, che sarebbero parte dello show.

La questione dei fondi

Giusto all’inizio della settimana il sindaco Giorgio Gori, il presidente Giorgio Berta e l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti si sono incontrati con una rappresentanza bipartisan di parlamentari bergamaschi per sollecitare «un’azione di lobby culturale a favore del Donizetti Opera, che merita di avere certezze per il futuro» in termini di finanziamenti statali. Fondi sicuri e continuativi, è quel che chiede Bergamo, risorse che consentano di programmare stagioni liriche ed eventi con una certa tranquillità. Perché se è vero che i contributi privati non sono mai mancati, e che il presidente della Fondazione su questo fronte è molto attivo, entrare nel circuito delle città italiane che hanno dato i natali ai grandi compositori lirici sarebbe un bel colpo. E forse potrebbe consentire qualche audace esperimento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA