Varianti stradali e ponti, le opere sotto
i riflettori nel 2026

INFRASTRUTTURE. Rush finale (con qualche incognita) per gli interventi Pnrr, dal raddoppio ferroviario alla tranvia. Resta il conto alla rovescia per il ponte San Michele di Calusco.

Che 2026 sarà dal punto di vista delle infrastrutture della nostra provincia? L’ultima parte del 2025 ha visto soprattutto due grandi opere infiammare il confronto locale: la Bergamo-Treviglio, per la quale è in corso la Valutazione d’impatto al ministero dell’Ambiente, e la Paladina-Sedrina: l’Anas sta vagliando il progetto validato da Via Tasso, ma soprattutto, si è scatenato un forte dibattito sull’effettiva utilità e sulle ricadute del tracciato, mentre la Valle Brembana attraversa mesi complicati anche dalla chiusura stradale a Ubiale Clanezzo. Due opere che non smetteranno di far parlare nemmeno nel 2026, anno che vedrà però anche una scadenza cruciale: quella legata ai fondi Pnrr. Le opere finanziate in quell’ambito – basti citare la tranvia T2 e il raddoppio ferroviario tra Bergamo e Ponte San Pietro – dovrebbero vedere la conclusione nell’anno nuovo in arrivo. E se sulla prima le preoccupazioni si sono in questi giorni già spostate sulla necessità di garantire risorse per l’operatività del servizio e le manutenzioni, sulla seconda nelle scorse settimane sono emerse da Rfi conferme di possibili ritardi. Le cui effettive ricadute si dovrebbero chiarire meglio con l’inizio del 2026.

Il ponte San Michele

Se si parla di tempi e urgenze, quella più evidente ha però probabilmente a che fare con il ponte San Michele: di pochi giorni fa è la conclusione del «dibattito pubblico», previsto dal nuovo Codice degli appalti. Un lungo confronto, che ha portato Rfi a indicare come soluzione migliore un nuovo ponte in affiancamento all’esistente, e all’idea di bandire un concorso di idee internazionale per la progettazione. Passaggi fondamentali, ma nei fatti un altro anno è trascorso e ancora un cronoprogramma di dettaglio non c’è, mentre si avvicina la «scadenza» del 2030, in cui il bel ponte di fine Ottocento dovrebbe andare in pensione.

Restando nell’Isola, è un cantiere operativo, invece, quello della variante di Cisan o: nelle scorse settimane la Provincia ha approvato una perizia che prende atto dei 4 milioni di extracosti emersi, stabilendo le modalità di copertura della somma. Dal punto di vista economico, dunque, ci sono le condizioni per completare la strada, mentre un punto di domanda è sui tempi. Non sono infatti ancora stati risolti alcuni problemi di interferenze con i sottoservizi, in particolare Enel e Snam. Ad oggi, il cantiere potrebbe concludersi nel giro di due anni, potenzialmente meno se verranno appunto risolte queste criticità.

La variante alla Sp 91

Spostandoci in Val Calepio, il 2025 doveva essere l’anno della variante alla Sp 91 fino a Castelli Calepio, intervento da 10 milioni di euro già progettato e finanziato. Qui, però, i tempi si sono nuovamente allungati nel confronto tra la Provincia e altre istituzioni superiori coinvolte: l’obiettivo è sbloccare la partita nel nuovo anno. Il passaggio successivo, l’attraversamento dell’Oglio verso Brescia, è stato al centro non solo del confronto tra enti locali negli ultimi mesi, ma anche di un ordine del giorno approvato nell’ambito del bilancio regionale: impegna la Giunta lombarda a portare la questione all’attenzione di Roma nel prossimo aggiornamento del Contratto di programma con l’Anas. Sempre in Consiglio regionale, via libera a un ordine del giorno per proporre il finanziamento di uno «studio di fattibilità complessivo e integrato sulla viabilità tra i caselli autostradali dell’A4 e le strade delle Valli Seriana e Brembana». Già in corso è invece lo studio promosso da Via Tasso, di concerto con l’Aib, sulla mobilità nell’Isola. Protagoniste di approfondimenti preliminari sono state pure la nuova Cremasca, verso la pianura, e la «penetrante da Est», alle porte della città: su entrambe, però, non risultano al momento ulteriori sviluppi, così come di fatto in «stand-by» è stata dall’estate a oggi la discussione sull’interporto a Cortenuova.

Cerete e Colzate

Cantieri e novità arriveranno comunque con l’avvio dell’anno nuovo: nei prossimi mesi dovrebbe essere bandita la gara per la variante di Cerete, da 11 milioni di euro, e, restando in Valle Seriana, a febbraio partirà la sperimentazione sul semaforo di Colzate, con l’obiettivo di rendere più fluida la circolazione sulla 671. Dopo le Feste prenderanno il via i lavori per il rondò tra le provinciali 89 e 90, all’altezza delle Terme di Trescore : dopo un lungo contenzioso chiuso a fine novembre dal Consiglio di Stato, la Provincia è entrata in possesso delle aree necessarie alla realizzazione e dovrebbe presto avviare il cantiere. Sempre con l’anno nuovo le ruspe sono attese anche a Ponte Nossa, dove sorgerà un nuovo ponte di collegamento tra la rotonda sull’ex statale 671 e l’area produttiva al di là del Serio: costerà 3,5 milioni di euro. Terminato proprio nei giorni scorsi, invece, il ponte della Botta di Valleve, lungo la provinciale 2 Lenna-Foppolo. Restano collegate alle olimpiadi di Milano-Cortina (anche se vedranno la luce ben oltre la fine dei Giochi) la Trescore-Entratico e la Lecco-Bergamo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA