
(Foto di Agazzi)
CELADINA. Dopo lo sgombero del 2019 gli alloggi non sono più stati riassegnati, il Comune di Bergamo: «Servono lavori ma non abbiamo i fondi». Intanto rifiuti ovunque.
Una sedia rotta, un vecchio materasso, paccottiglia arrabattata proprio sotto le finestre delle case comunali di via Monte Grigna, al civico 11 e 13, a Celadina. La stretta striscia di terra è diventata una piccola discarica a cielo aperto, incoraggiata dal fatto che nello stabile comunale non ci vive nessuno. Gli appartamenti Sap (Servizio abitativo pubblico, ex Erp) sono stati al centro delle cronache fino al 2019, quando, dopo sei anni di occupazione, l’allora amministrazione Gori li sgomberava. La situazione è ancora al centro dell’attenzione del Comune, con alcuni ingressi «murati» e monitoraggi costanti, per scongiurare presenze illecite dentro gli alloggi popolari.
La pratica dell’abbandono dei rifiuti è però purtroppo frequente. La situazione è stata fotografata dai residenti e c’è pure chi l’ha postata sui social, come Fabio Gregorelli, ex consigliere comunale e residente dall’occhio sensibile: «La situazione – scrive – sta creando disagio anche agli abitanti del civico 45, che quando aprono le finestre si trovano di fronte a una vera e propria vista discarica. La problematica è già stata segnalata più volte, ma purtroppo persiste. È importante intervenire al più presto per ripristinare il decoro e garantire una maggiore pulizia e vivibilità della zona».
L’assessore all’Ambiente Oriana Ruzzini spiega che «alcuni interventi sono già stati fatti, ma mi confronterò ancora con Aprica. Insieme alla collega Lenzini (Claudia, alle Politiche della casa, ndr) possiamo pensare di sensibilizzare i cittadini, distribuendo materiale informativo sulla raccolta differenziata, anche in più lingue. Può essere utile per sviluppare consapevolezza, su come deve essere fatta correttamente la raccolta dei rifiuti. Anche perché, ricordo, per i rifiuti ingombranti è stato attivato il ritiro gratuito su prenotazione».
Che il problema sia noto lo conferma anche la titolare alle Politiche abitative a Palafrizzoni: «Siamo a conoscenza della situazione, periodicamente andiamo a verificare, a breve faremo un nuovo sopralluogo – annuncia l’assessore Claudia Lenzini –. Il problema degli oggetti e dei rifiuti abbandonati è generato da persone che vengono da fuori, non da chi vive lì, perché questi alloggi non sono assegnati per carenze manutentive, in attesa di essere riqualificati. Il gestore, la società MM, ha il mandato di tenere monitorata la situazione, ci sono presidi importanti per evitare nuove infrazioni».
L’occupazione risale al 2014, da parte degli attivisti del Comitato di Lotta per la Casa. Il Comune aveva inserito le due palazzine (ai civici 11 e 13, sono 22 gli appartamenti) nel piano delle alienazioni, poi, con l’accordo stretto con Aler per la sistemazione delle case comunali inagibili e sfitte, venivano depennate dalla lista dei beni comunali in vendita.
L’occupazione, sosteneva la Giunta Gori poco dopo lo sgombero, che risale al 2019, aveva impedito la ristrutturazione. Da allora, però, non è stato fatto nessun lavoro sugli edifici. La Giunta Carnevali sta cercando di affrontare il problema e cioè di reperire fondi per una riqualificazione completa delle due palazzine, intervento che si aggira attorno ai 7 milioni di euro, comprensivo di spazi comuni interni ed esterni, così come il tetto. «Nel 2024 abbiamo candidato le palazzine di via Monte Grigna a un finanziamento di Regione Lombardia con fondi europei, è risultato ammissibile ma non finanziabile per mancanza di risorse – spiega ancora l’assessore Lenzini –. A giugno attendevamo i decreti attuativi del Piano Casa (del Governo, annunciato dal ministro Matteo Salvini, ndr), ma ai Comuni non è stato più comunicato nulla. Speriamo ora nel Piano europeo di Housing, è un tema importante, perché questi alloggi hanno bisogno di manutenzioni significative. Le idee non ci mancano, mancano però le risorse per supportarle. Stiamo sondando il sondabile per ottenere finanziamenti».
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