«Via San Tomaso, torni il doppio senso». Il Comune di Bergamo: «Valutiamo altre soluzioni»

L’ASSEMBLEA. I residenti agguerriti chiedono a Palazzo Frizzoni di rivedere il provvedimento: «Calato dall’alto, un quartiere penalizzato». Berlanda: «Non si cambia, ma possibili accorgimenti».

La sala piena, dicono i residenti, è il segno evidente «che qualcosa non va». La nuova viabilità in via San Tomaso de’ Calvi è il motivo del dente avvelenato degli abitanti della via, che venerdì 31 ottobre si sono incontrati all’oratorio di San Tomaso, con oltre 80 presenti, per parlare degli effetti dell’istituzione del senso unico in direzione di via San Bernardino. E per chiedere al Comune di rivedere la decisione e riportare tutto com’era prima.

«Ci hanno chiusi dentro»

«Per andare in via dei Caniana da casa mia devo fare il giro dell’oca. Stamattina sono uscito alle 7,40 e sono arrivato in via Broseta alle 8,15. Non capisco perché sia stata modificata la viabilità, ma fra tre anni me lo ricorderò quando si andrà al voto», commenta agguerrito Ettore Lobello. Le critiche contro il provvedimento - preso da Palafrizzoni nelle scorse settimane per evitare che il flusso di veicoli da e verso il centro si riversasse nella strada interna al quartiere come bypass della chiusura del ponte di San Bernardino, e assunto di fatto dopo le lamentele dei residenti di via Ruspini invasi dal traffico - arrivano da più parti. «Quello che contesto al Comune è di aver assunto una decisione, che ritengo inopportuna, facendola calare dall’alto e senza tenere in considerazione le esigenze della popolazione. Con questa assurda scelta ci hanno chiusi dentro», afferma Guido Padova. Le osservazioni principali sono rivolte all’aumento dei tempi di percorrenza per tornare a casa - che arrivano fino a 30 minuti in più, complice l’intasamento di via Spino e via Autostrada - e ai giri molto più lunghi a cui si è costretti per rientrare in via San Tomaso de’ Calvi, vale a dire, da via San Bernardino, procedendo verso il rondò di Colognola e da lì imboccando la tangenziale per reimmettersi su via Moroni. Ma c’è anche chi pone un tema di sicurezza nella via, in particolare dovuto alla creazione dei nuovi stalli su strada («Sono pericolosi, coprono la visibilità», aggiunge una signora); e chi si oppone al nuovo pezzo di corsia ciclabile realizzato nel tratto finale della via all’intersezione con via Moroni, definito «inutile».

Le ipotesi alternative

La richiesta al Comune, insomma, è di tornare all’assetto precedente ripristinando il doppio senso di marcia in via San Tomaso de’ Calvi. E però anche quella di valutare altre due ipotesi. La prima è quella di eliminare il divieto di transito in via Caprera consentendo il passaggio sotto il ponticello in direzione via Moroni, così da consentire uno «sfogo» ai residenti. La seconda è la possibilità di arrivare in via Galli e, salendo in via Sardegna, poter svoltare a sinistra in direzione via dei Caniana. In caso di reintroduzione del doppio senso, però, dal quartiere si solleva la necessità di prevedere un pattugliamento della Polizia locale in concomitanza dell’entrata e dell’uscita delle scuole per garantire la sicurezza dei bambini.

Le risposte del Comune

A rispondere alle sollecitazioni dei residenti - che chiedono di poter incontrare l’assessore alla Mobilità, Marco Berlanda - c’erano i consiglieri comunali Sara Tiraboschi (Lista Gori) ed Enrico Facchetti (Lista Carnevali). Sulle istanze poste, e in particolare sul ripristino del doppio senso, Berlanda risponde: «L’idea di ripristinare la situazione ex ante non sarebbe coerente con il proposito di tutelare la via rispetto a un maggiore traffico. Sull’obiettivo restiamo convinti». In sostanza, nessun arretramento dal Comune. Ma sulla disponibilità a valutare le altre soluzioni prospettate dai cittadini l’assessore rimane aperto: «Siamo disponibili a parlarne, ma dopo aver ponderato bene tutte le ripercussioni. Entro pochi giorni daremo risposta ai cittadini - sottolinea -. Nel frattempo stiamo pensando di intervenire sui tempi semaforici all’incrocio con via dei Caniana».

Il Comune intanto è al lavoro anche per salvaguardare il transito pedonale dei residenti dentro e fuori dal quartiere, bloccato dalla chiusura del ponte ferroviario. «Abbiamo chiesto a Rete ferroviaria italiana di prevedere un passaggio pedonale protetto sotto uno dei due fornici, almeno nei mesi in cui i lavori lo consentiranno, ovvero esclusa la fase di demolizione. Al momento non abbiamo ricevuto risposta - conclude Berlanda -, Rfi sta valutando la nostra richiesta».

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