Violenza sulle donne, si abbassa l’età «Il 70% la subisce da oltre 5 anni»

L’allarme. I dati dei centri antiviolenza: «Spesso la precarietà economica costringe le vittime a non denunciare»

Vittime sempre più numerose e più giovani, che nella maggior parte dei casi si rivolgono ai centri antiviolenza quando hanno ancora in corso la relazione con l’uomo violento. E poi un preoccupante aumento delle violenze (anche sessuali) nella fascia 16-18 anni, in gruppi di amici dove la ragazzina diventa una preda. È la fotografia dei dati delle attività dei centri antiviolenza della Bergamasca: venerdì cade la «Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne» e le strutture sparse nella Bergamasca fanno il punto su quanto fatto per contrastare il fenomeno.

Il solo Centro antiviolenza dell’associazione «Aiuto Donna» di Bergamo (con sedi anche a Dalmine, Seriate, Vigano e Terno) dall’inizio dell’anno è stato contattato da 694 donne, accolte da una settantina di operatrici (l’80% delle quali volontarie) che le stanno guidando in un percorso di «consapevolezza e autodeterminazione», spiegano da «Aiuto Donna». Delle quasi settecento donne, il 70% è italiana, il 40% ha tra i 38 e i 57 anni, mentre sono in aumento le donne più giovani che chiedono aiuto (il 18% ha tra 18 e 27 anni). Il 40% ha un lavoro stabile e nel 70% il maltrattamento dura da oltre 5 anni, con violene fisiche, psicologiche, economiche, sessuali e stalking. Solo il 35% delle donne sporge denuncia. Nell’85% dei casi chi mette in atto la violenza è il partner, ne 65% è italiano e nel 70% ha un lavoro.

«La violenza maschile contro lo donne - spiegano da Aiuto Donna - rimane un fenomeno ancora molto sommerso: spesso la precarietà economica impedisce alle donne di intraprendere un percorso di autodeterminazione. La paura di perdere tutto e non avere mezzi di sostentamento sono tra i motivi che spingono le donne a restare con il maltrattante». Quest’ anno le tre reti interistituzionali antiviolenza di Aiuto Donna hanno collocato in protezion e 36 donne e 50 minori in case rifugio». La situazione non cambia nelle altre zone della Bergamasca. A Treviglio sono state già 195 le donne che si sono rivolte quest’ anno al Centro antiviolenza gestito dalla cooperativa Sirio. Un numero inferiore rispetto al totale dell’anno scorso, che si era concluso con 220 contatti, ma che, se visto in previsione mancando ancora oltre un mese alla fine dell’anno, in proiezione quest’ anno le donne vittime di violenza che si saranno rivolte alla struttura di aiuto saranno, alla fine, di più del 2021. Anche per questo Sirio ha aderito a tutti gli eventi organizzati da Comune di Treviglio, Consiglio delle donne, Commissione «Pari opportunità» e Rete «Non sei sola». Le nuove prese in carico sono state 88, mentre in tutto il 2021 erano state 107.

Nell’85% dei casi chi mette in atto la violenza è il partner, ne 65% è italiano e nel 70% ha un lavoro

Nel dettaglio, le nuove prese in carico di quest’ anno sono state nel 3,4% dei casi di età inferiore ai 18 anni, nel 14,77% di età tra i 18 e i 29 anni, nel 25% dei casi tra i 30 e i 39 anni, nel 36,4% tra i 40 e i 49 anni, nel 17,3% tra i 50 e i 59 e nel 3,4% oltre i 60 anni.Inoltre, il 62,5% delle donne che si sono rivolte al centro antiviolenza di Sirio sono italiane e il 37,5% straniere, il 55,7% sono occupate il 36,4% sono disoccupate e il 7,9% sono studenti. Il. Da gennaio sono stati 86 i figli minori coinvolti in situazioni di violenza domestica: l’anno scorso erano stati 110. Quest’ anno 10 donne e 8 figli minori sono stati collocati in strutture protette: di queste, 4 hanno il percorso ancora in atto, mentre 6 sono tornate con il maltrattante.

E, ancora: quest’ anno il 53,4% delle donne che si sono rivolte a Sirio hanno raccontato che l’autore della violenza è il compagno, fidanzato o marito, il 38,6% che è l’ex, il 2,2% che è un familiare, il 4,5% che è un amico o conoscente e il 2,2% che è uno sconosciuto. Il 50% ha sporto denuncia, ma solo nel 4,5% dei casi il maltrattante ha avuto la misura cautelare del divieto di avvicinamento, il 2,25% è stato arrestato e il 2,25% ha avuto un ordine di protezione in sede civile. «Quest’ anno stiamo registrando l’abbassamento dell’età delle vittime, che si rivolgono a noi prima rispetto all’anno scorso - sottolinea Cinzia Mancadori, responsabile dello sportello donna di Sirio -: infatti il 43% ha meno di 39 anni. Evidentemente ciò dimostra una consapevolezza anticipata di quanto si sta vivendo.

E poi si registra un maggiore numero di donne che si rivolgono allo sportello quando hanno ancora in corso la relazione violenta. Aumentato, anche se in modo leggero, il numero di donne minorenni che lamentano di aver subito una violenza sessuale tra minorenni. Il messaggio che lanciamo noi è quello di non aver paura anche se il maltrattante è ancora in casa, nella relazione in corso: questo perché il percorso di consapevolezza è molto lungo, ma sempre accompagnato dalle nostre operatrici». Consistenti anche i numeri della Rete antiviolenza «Penelope», che interessa gli ambiti Valle Brembana, Valle Imagna e Villa d’Almè. «Dal 2018 a oggi sono state oltre 200 le donne che hanno preso contatti con il centro antiviolenza - sottolinea la coordinatrice Francesca Capelli - e di queste oltre 140 hanno iniziato un percorso con le nostre operatrici. Da gennaio si sono rivolte a noi 50 donne e 34 sono state prese in carico: si tratta del 21% in più rispetto al 2021». Il centro antiviolenza Penelope ha sede a San Pellegrino, con due sportelli anche a Sant’ Omobono Terme e Almenno San Bartolomeo.

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