Il legame tra film e cibo diventa poesia

FOOD FILM FEST. Gran finale in Città Alta con le premiazioni di cinque film tra i 600 pervenuti da tutto il mondo. Calorosa accoglienza a Massimo Boldi, tra gag e ricordi: «Il prossimo cinepanettone? “Vacanze a Bergamo”».

Il cibo che unisce a tavola, ma anche il cibo che unisce davanti allo schermo. Si è conclusa ieri la 12ª edizione del Food Film Fest , il festival internazionale dedicato al connubio tra cinema e cibo ideato dall’Associazione Culturale Art Maiora e dalla Camera di Commercio di Bergamo. Una quattro giorni di eventi tra degustazioni, prodotti gastronomici della cultura del territorio, ma soprattutto pellicole dal sapore internazionale. Come le oltre 600 pervenute per la rassegna di quest’anno, provenienti da oltre 90 diverse nazioni, di cui 35 giunte alla fase finale. In Piazza Mascheroni, in Città Alta, nella serata presentata dal direttore artistico del Festival, Luca Cavadini, sono stati incoronati i vincitori.

Una serata tra emozione e divertimento, soprattutto con le risate regalate dall’ospite d’eccezione, Massimo Boldi . Accolto dal fragore degli applausi, e accompagnato da Luca Tiraboschi, già direttore di Mediaset, il re del «Cinepanettone» ha fatto divertire la platea tra gag e spezzoni di video della sua lunga carriera. Al netto dell’età (80 anni da poco compiuti), la sua figura e il suo successo restano indissolubilmente legati ai suoi personaggi. «Quando riesci ad entrare nella testa dello spettatore, a quel punto non abbandoni più il personaggio e accetti tutto di lui», ha detto Boldi, ricordando anche i momenti più negativi del percorso (dai litigi con Berlusconi agli screzi con la Carrà), senza smarrire la sua verve: «Ho già in mente il nome del prossimo film di Natale: “Vacanze a Bergamo”», azzarda scatenando altri applausi.

Dopo il sipario comico è venuto il momento delle premiazioni, assegnate a turno dai membri della giuria: Raffaella Castagnini (Camera di Commercio Bergamo); Enrico Radicchi (Condotta Slow Food Bergamo); Danio Andreini (responsabile Campagna Amica e Agrimercato di Coldiretti Bergamo); Oscar Fusini (direttore di Confcommercio Bergamo) e Claudio Cecchinelli (Focal Point Bergamo Città Creativa Unesco).

A trionfare nella categoria Movie, a conferma dell’apertura al mondo della manifestazione, è stato «Hungry», film saudita uscito nel 2024 e firmato da Ali Abdulhameed, opera che attraverso la storia di Mohammed racconta come il cibo, soprattutto quello fast e ipersalato, possa diventare ossessione, fino a tramutarsi in problema; un vicolo cieco in cui la via di fuga arriva dall’amore di due donne che lo riportano sulla strada giusta con la fermezza e il sorriso di chi vuole davvero bene.

Il riconoscimento per la categoria Animazione è stato vinto da «Jus d’orange» (Francia e Polonia, 2024) di Alexandre Athané con un’animazione disegnata a mano che racconta la vicenda di Toni e delle sue amate arance: un sogno e la passione di una vita messi in pericolo dal cambiamento. Il premio per la categoria Documentario è andato invece a «Shark Preyed» (Italia, 2024) dei fratelli Andrea e Marco Spinelli: una pellicola che dimostra come la narrazione, attraverso lo sguardo soggettivo del regista, possa dare vita a un’opera di forte impatto che riabilita lo squalo, animale spesso bistrattato.

Sul palco sono stati assegnati anche i due premi speciali. Il primo, assegnato dalla direzione artistica del Festival, intitolato ad Emanuele Prati, è andato a «Inhabited Space and the Mystery of Water and Earth» (Italia, 2023). Il regista italo-brasiliano Neto Leão trasforma il racconto di una terra - quella del Lago Trasimeno - in una poesia della memoria, tema dell’edizione di quest’anno. A ricevere il premio è stato lo stesso Leão. «L’incontro con un pescatore mi ha riportato alla memoria di mia nonna e delle tagliatelle che mi preparava. È stata un’esperienza meravigliosa di incontro con le mie radici e con una dimensione che pensavo non esistesse più», ha detto il regista.

Il secondo Premio Speciale, per la Miglior Opera sul Territorio (Premio Ascom Bergamo) è stato conferito a «La Donna della Fresa» (Italia, 2025), di Walter Bencini, per aver raccontato con immagini evocative e parole efficaci la storia di Rosa e del fratello Tommaso, allevatori e imprenditori capaci di unire passione, sacrificio e qualità in una vita che segue il ritmo delle stagioni e delle 650 pecore a cui dedicano ogni giorno dell’anno: un racconto che celebra la memoria e, al contempo, invita a riflettere sul futuro. A premiare il film è stato Oscar Fusini, direttore di Confcommercio Bergamo. «Quello raccontato dal film è un problema che esiste ed è trasversale ad ogni impresa: la difficoltà dopo una vita di sacrifici a dare continuità al proprio lavoro, ma che viene alimentata dal desiderio di passare l’attività, magari ai propri figli», ha commentato Fusini.

È stata un’edizione sorprendente, «magica» - come lo spettacolo finale di sand art di Andrea Arena, accompagnato dalle musiche di film cult e Disney - e celebrata da promotori e sostenitori del Food Film Fest. «Art Maiora quest’anno si è superata, sia per i temi sia per l’organizzazione, confezionando un’edizione meravigliosa che unisce il cibo, l’arte e i sentimenti: le cose più belle della vita», ha ribadito Giovanni Zambonelli, presidente della Camera di Commercio. Un tributo al merito condiviso anche da Giovanni Maggioni, vicepresidente della Bcc Milano e partner dell’iniziativa: «La Bcc ha nel dna la trasmissione dei valori incarnati da questo festival - ha concluso Maggioni -. Condividiamo in pieno i complimenti per il lavoro fatto».

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