La navigazione a vista di Sottocornola nelle sfaccettature del contemporaneo

LETTURE. Docente di filosofia e storia, artista e saggista, il 10 dicembre presenta il suo libro alla biblioteca di Colognola. Una raccolta di testi redatti fra il 2022 e il 2024 su temi che spaziano dal settarismo dilagante alla tortuosità della burocrazia, dalle derive digitali ai rischi del totalitarismo.

Bergamo

Nelle pagine introduttive di «A bordo. Cronache di navigazione a vista» (Gammarò edizioni, pp. 330, 21 euro), Claudio Sottocornola ricorda con ironia quanto gli era stato detto in gioventù da una veggente: «Pronosticandomi cose belle sul piano delle esperienze culturali che avrei realizzato in vita, concluse: “Lei comunque morirà solo!”. E dunque, per quel che posso, pazientemente mi preparo». Bergamasco, già docente di Storia e Filosofia nei licei, saggista, artista versato in più ambiti, dalla musica alla fotografia, Sottocornola ha raccolto in questo libro una serie di testi redatti fra il 2022 e il 2024, «a volte anche incastrandosi e sovrapponendosi l’un l’altro».

Un pensiero critico

La condizione di «solitudine» evocata in apertura è quella di chi, eludendo il presunto obbligo di schierarsi ideologicamente e in chiave partitica, si mantiene libero, capace di esercitare un pensiero critico sulle idee più diffuse, gli assetti sociali, le molte sfaccettature della cultura del nostro tempo (si tratta cioè di spaziare con lo sguardo su «un arcobaleno delle posizioni», anziché fissarlo su «una patologica e miope monocromia»).

Settarismo e fruizione passiva

Il volume sarà presentato dall’autore – che dialogherà con Jolanda Morgese, docente del Liceo Secco Suardo – il 10 dicembre alle 17 presso la Biblioteca Regeni di Colognola, in via della Vittoria, in un incontro a ingresso libero. Numerosi i temi affrontati nei diversi capitoli del libro: la tendenza al settarismo nel dibattito pubblico, i pericoli derivanti da un atteggiamento di passiva fruizione delle tecnologie digitali, i garbugli di una burocrazia che sembra aver dimenticato la propria funzione di servizio ai cittadini, la volgarità alimentata dai media, il ruolo della Chiesa in un’epoca almeno apparentemente caratterizzata da un declino del senso del sacro. In campo politico – osserva Sottocornola – prevale oggi «una totale svalutazione o, meglio, delegittimazione dell’avversario», in base a uno schema manicheo «per cui la verità starebbe da una parte, che la possiede integralmente, mentre l’altra ne sarebbe totalmente priva».

Vite registrate e sorvegliate

Quanto alla diffusione del digitale, corriamo il rischio dell’affermazione di un nuovo totalitarismo, diverso ma non meno pervasivo di quelli del secolo scorso: «È da tale incipiente totalitarismo – che peraltro già attraversa le nostre vite registrate, sorvegliate, scansionate e archiviate come dato fruibile dai grandi potentati economico-digitali – che dobbiamo guardarci con grande circospezione, consapevoli che la portata del mutamento è epocale e comporta l’impegno e l’energia di tutta la nostra intelligenza umana affinché, nel processo in atto, questa qualità umana non vada perduta, ma semmai potenziata».

La deriva del cinismo

Su un piano differente, ma pur sempre connesso a questi nodi e problemi, si pone l’interrogativo se una società possa reggersi sulla pura immanenza, limitandosi a garantire il soddisfacimento dei bisogni materiali dei cittadini. Citando «Gesù. Saggio apologetico e scettico» - un breve scritto, pubblicato postumo nel 2014, del filosofo polacco Leszek Kołakowski -, Sottocornola ne condivide la tesi di fondo, secondo cui un oblio della dimensione trascendente e della tradizione cristiana rischierebbe di consegnare il nostro mondo a un cinico «tribalismo del successo, del piacere, dell’autorealizzazione a tutti i costi».

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