Cronaca / Isola e Valle San Martino
Martedì 16 Dicembre 2025
Delitto di Sharon, il pm chiede l’ergastolo. «Non siano concesse attenuanti a Sangare»
IN TRIBUNALE. Il pm di Bergamo Emanuele Marchisio ha sollecitato la Corte a non concedere le attenuanti generiche a Moussa Sangare spiegando tra l’altro che l’uomo «non ha mai avuto un momento di rincrescimento» nei confronti di Sharon Verzeni.
Bergamo
Il pm Emanuele Marchisio, al termine di una appassionata requisitoria, ha invocato la pena massima per il giovane che uccise «per capriccio, per noia». Per l’accusa sussistono le aggravanti della minorata difesa, della premeditazione e l’aggravante «gigantesca» dei futili motivi. Per il pm l’uomo «non ha mai avuto un momento di rincrescimento» nei confronti di Sharon Verzeni. Il pm ha anche sottolineato la «vigliaccheria» dell’imputato che, oltre a uccidere la trentateenne di Terno d’Isola, è stato condannato per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella: «Sempre donne», ha affermato.
In tribunale a Bergamo è la giornata del delitto di Sharon Verzeni, la giovane donna uccisa la notte tra il 29 e il 30 luglio del 2024 mentre passeggiava per il centro di Terno d’Isola. Imputato Moussa Sangare, accusato di aver inferto alla barista di 33 anni quattro coltellate letali, per poi scappare. Il 31enne nato a Milano da genitori maliani da fine agosto in carcere con l’accusa di omicidio. Sentiva un mood che l’aveva spinto ad accoltellarla, spiegò Sangare subito dopo l’arresto, dichairazioni che poi aveva ritrattato. Ha ammazzato per sfuggire alla noia, hanno concluso gli psichiatri giudicandolo capace di intendere e volere, un narcisista in cerca di emozioni forti.
(Foto di ansa)
Durante la sua requisitoria, per il pm Marchisio «le prove in questa vicenda sono granitiche. Casomai mancano le parole, perché questo è un fatto assurdo, una morte che non trova possibile ragione. Ci troviamo di fronte a una vita umana spezzata per capriccio. Questo signore si allontana dal suo tugurio a Suisio e va a caccia di un bersaglio e uccide con 5 coltellate profonde Sharon Verzeni. Si rimane senza parole. E questo anche a fronte del contegno dell’imputato che, dopo aver confessato, in un breve sussulto di dignità, ritratta assumendo un atteggiamento al limite del canzonatorio».
(Foto di ansa)
Per il pm sono da escludere tutte le altre piste scandagliate, dagli spacciatori a un improbabile amante, a Scientology che Sharon frequentava. L’unica pista rimasta è «quella dell’incontro casuale e fatale per Sharon». Il pm ha ricostruito in aula il percorso fatto da Sharon e quello fatto da Sangare, mostrando i in aula i filmati delle telecamere: 14mila ore di filmati acquisiti e scandagliati. Il pm ha specificato in aula che l’uomo in bicicletta ripreso quella notte è Sangare: «Ce lo dice lui stesso, anche nella ritrattazione, spiegando che stava scappando dopo aver assistito all’omicidio». In aula Marchisio ha anche raccontato che i Carabinieri hanno preso un manichino dalle fattezze simili a Sangare, lo hanno vestito con gli abiti ripescati nell’’Adda, su indicazione dello stesso Sangare, e lo hanno posto sotto le stesse telecamere: «La corrispondenza è sorprendente», ha raccontato.
La famiglia di Sharon Verzeni ha chiesto danni di varia natura a Moussa Sangare ritenuto l’assassino di Sharon ma, ha spiegato l’avvocato Luigi Scuderi ai giudici «soprattutto si tratta di riaffermare in modo intangibile il valore della vita di una giovane donna, a cui non è stata data la possibilità di scappare». Il processo prosegue il 12 gennaio con l’intervento della difesa, il 19 le repliche e probabilmente la sentenza.
Nel tardo pomeriggio la nota dell’avvocato Luigi Scudieri: «La requisitoria del pm ha ricostruito che la sera del 29 luglio 2024 Moussa Sangare si è messo a “caccia”, ossia alla disumana ricerca di una “preda” vulnerabile poiché impossibilitata a difendersi. Quella “preda” è ancora una volta una donna innocente, Sharon Verzeni. Ha detto bene il PM: la pena dell’ergastolo è l’unica pena giusta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA