Baby gang, risse e danni: sono cresciuti del 26% i reati compiuti da minori

Con le riaperture tanti episodi di violenza su treni e in piazza. Auriemma: «Serve fare rete». Nervi: «Tante liti per motivi davvero futili».

Da un lato ci sono i fatti di cronaca che raccontano tutta una serie di episodi – risse, aggressioni, danneggiamenti – con protagonisti minorenni, raggruppati nelle cosiddette baby gang che, in questa fase di uscita dalle limitazioni della pandemia e di ripresa delle attività, si ritrovano nelle strade e nelle piazze di Bergamo e provincia anche in diverse decine per volta, pronti a violare le regole, richiamati da appelli che circolano sui social, gli strumenti che hanno tenuto collegati, a distanza, i ragazzini durante lockdown e chiusure. Dall’altro ci sono i numeri delle statistiche, che confermano come, in effetti, nella nostra provincia i reati commessi dai minorenni siano in aumento.

Un dato su tutti: tra i primi sei mesi dell’anno scorso e i primi sei mesi di quest’anno (precisamente dal 1° gennaio al 13 giugno dei due anni a confronto) i reati complessivi commessi da under 18 sono stati il 6% in più in città e il 26% in più in provincia. Con punte percentuali significative per quanto riguarda, per esempio, le rapine, aumentate del 150% nel capoluogo, e i furti, cresciuti del 60% in provincia. Ma, a guardare i dati assoluti, i numeri sono comunque tutto sommato contenuti, benché il trend confermi proprio una escalation in questa fase di riaperture post pandemia. E infatti il numero complessivo di minorenni denunciati da tutte le forze dell’ordine è salito dai 44 del primo semestre del 2020 (12 a Bergamo città e 32 in provincia) ai 58 dello stesso periodo di quest’anno. Sceso, invece, il numero di arrestati: da 7 (4 in città e 3 in provincia) a 3 (tutti in città): anche perché per arrivare all’arresto di minorenni, spiegano le forze dell’ordine, ci si deve trovare di fronte a situazioni molto gravi.

Come la rapina subita da un ragazzino di 16 anni, il 25 febbraio scorso in via San Carlo in città, malmenato da due coetanei che l’avevano colpito ripetutamente con pugni al viso e al corpo (e una prognosi di 22 giorni) per portargli via due euro: i due erano stati infatti arrestati, il 12 giugno scorso, al termine delle indagini della Squadra mobile della questura (si tratta infatti di due dei tre arresti eseguiti da inizio gennaio). In tanti altri casi le forze dell’ordine procedono con la denuncia a piede libero, concordata con la Procura dei minori di Brescia, competente anche per la nostra provincia.

Quanto ai dati statistici, in tutto il 2020, l’anno segnato dalla pandemia, da marzo in poi e soprattutto nella Bergamasca, sono stati 237 i reati commessi da minorenni, di cui 76 in città e 161 in provincia. Tra questi spiccano i furti, 42 in provincia e 19 in città, ma anche le rapine, 23 in provincia e 10 in città. E poi quattro estorsioni, 6 danneggiamenti, 6 ricettazioni, 13 casi di minacce, 22 di lesioni dolose. Le cronache delle ultime settimane, pressoché analoghe in tutta la Lombardia e non solo nella Bergamasca, raccontano poi di veri e propri raduni di decine e decine di ragazzi che, risposto all’appello social, si muovono in «grupponi» con il treno, spesso senza nemmeno conoscersi tutti tra loro, con l’obiettivo di raggiungere le principali località – da noi Bergamo e Treviglio – e sfogarsi in danneggiamenti dei treni, vandalismi ai danni degli arredi pubblici e risse, anche violente, tra piazzale Alpini e piazzale Marconi a Bergamo, o vicino alla stazione Centrale di Treviglio.

Situazioni che le forze dell’ordine hanno ben presente e stanno monitorando. «Siamo particolarmente attenti ai segnali di disagio che arrivano dalle nuove generazioni – sottolinea il questore Maurizio Auriemma – e in questa fase, dalla riapertura delle scuole in avanti, abbiamo rilevato una frenesia particolare, scoppiata qualche settimana fa dopo le riaperture e ora già in fase di ridimensionamento, complice il fatto che molti giovani hanno già raggiunto le località delle vacanze o lo faranno a breve, al termine della maturità. Le risposte da parte nostra poi arrivano, come per i recenti arresti per la rapina a un sedicenne. Molto spesso è capitato di vedere questi gruppi di ragazzi che, perché in tanti, pensano di essere impuniti: grazie anche alla Polfer e ai potenziamenti del personale i controlli nella zona della stazione sono cresciuti. Rispetto all’anno scorso, quand’era tutto chiuso, i dati sono in crescita, ma rispetto al 2019 no, perché sono aumentati i nostri servizi di controllo. Serve una maggiore attenzione da parte di tutte le istituzioni e realtà sociali della Bergamasca per sensibilizzare i giovani per esempio sui rischi dell’abuso di alcol: dovremmo andare tutti nella stessa direzione, con relazioni positive e propositive».

«In questa fase si nota una maggiore aggressività, non solo tra minorenni – sottolinea il colonnello Alessandro Nervi, comandante provinciale dei carabinieri –: di fatto la soglia di sopportazione si è abbassata e si arriva sempre più facilmente alle vie di fatto per situazioni di per sé banali. Da motivi socialmente futili, come un’occhiata sbaglita o un colpo di clacson, si arriva alle mani. Mi chiedo: è una conseguenza della pandemia? Abbiamo parlato troppo via computer e ora abbiamo più difficoltà a parlare tra noi? Di certo le nuove generazioni hanno usato molto i social nella pandemia quale unico canale di contatto e socializzazione. Molti centri di aggregazione sono ancora chiusi ed è bene capire come i ragazzi impieghino il tempo. Per questo abbiamo intensificato la presenza delle nostre pattuglie nei vari paesi, nei pressi dei bar, nella speranza che con l’estate queste situazioni finiscano così come sono iniziate e si torni alla normalità».

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