Commando in villa: via gioielli e argenti. «I miei figli immobilizzati con fascette, mobili distrutti»

IL RAID. Un’ora e mezza di terrore per la famiglia Marini a Treviglio: madre e i due figli immobilizzati con fascette, mobili distrutti con un piede di porco. Il titolare di Sai, Angelo Marini: «Erano professionisti, alcol per distruggere le tracce».

Treviglio

«Era un vero commando, questi lo fanno di lavoro». È stata un’ora e mezza di vero terrore, quella vissuta nei giorni scorsi dalla famiglia Marini, vittima di una violenta rapina. «Ti ammazziamo i figli se non ci dai soldi e gioielli»: così urlavano i rapinatori alla madre dei due fratelli Marini, Achille e Francesco, mentre un gruppo di rapinatori stava assaltando la loro abitazione, brandendo un piede di porco e altre spranghe. Un colpo in piena regola, studiato a tavolino e organizzato nei minimi particolari, per rapinare la villa di via Tasso, a pochi passi dal centro di Treviglio. Il fatto è accaduto nella serata di giovedì 27 novembre, ma solo nelle scorse ore si è diffusa la notizia.

La ricostruzione

«Mia moglie Silvana e i nostri figli si stavano preparando a cenare – spiega Angelo Marini, titolare con i figli della “Sai Treviglio”, nota attività della pianura legata al noleggio autobus e al trasporto di linea –, poco prima delle 20: i malviventi sono entrati dalla finestra del bagno al primo piano proprio mentre Francesco si stava lavando le mani, lui è fuggito urlando ed è intervenuto l’altro figlio, ma la reazione dei tre che avevano fatto irruzione in casa è stata violenta». Erano in cinque: mentre uno era rimasto all’esterno, a bordo di un’automobile con il motore acceso, pronto alla fuga in caso di necessità, un secondo uomo ha fatto invece da palo all’interno del grande parco della villa, mentre gli altri tre tenevano sotto minaccia madre e figli, intimando loro di consegnare tutti i preziosi e il denaro in casa.

«Li hanno immobilizzati – ricostruisce Angelo Marini – con delle fascette da elettricista, legando loro i polsi, iniziando poi a inveire contro di loro distruggendo alcuni mobili nel tentativo di farsi consegnare soldi, gioielli e argenteria, il tutto mentre con delle ricetrasmittenti rimanevano in collegamento con gli altri due componenti della banda.

«Ti ammazziamo i figli»

I rapinatori avrebbero poi minacciato i due fratelli brandendo anche un piede di porco: proprio questo attrezzo sarebbe stato utilizzato per intimorire la madre, dicendole che avrebbero ucciso i due figli in caso di mancata collaborazione. «L’hanno presa per i capelli mettendosi a urlare. Sono stati momenti di panico per la mia famiglia – prosegue Marini –. Penso che questi malviventi, che avevano un accento dell’Est Europa e potrebbero avere tra i 35 e i 40 anni, siano dei professionisti: sono entrati sapendo di trovare qualcuno all’interno, per usare violenza psicologica e non solo e farsi dare ciò che cercavano».

L’hanno fatto «e hanno riempito due federe, prese dai cuscini, con tutte le suppellettili d’argento che c’erano in casa, saranno stati 30 o 40 chili – aggiunge Marini –. Spariti anche tutti i gioielli che avevo regalato a mia moglie in una vita insieme».

Che fossero professionisti è confermato anche da altri dettagli: «Hanno spruzzato ogni cosa intorno a loro di alcol non per cancellare le impronte digitali, avevano i guanti, ma anche per non lasciare tracce di Dna». I fumi generati dall’alcol hanno fatto scattare un piccolo allarme interno dei piani superiori, aumentando la tensione: gli assalitori inizialmente si erano convinti che la famiglia avesse infatti fatto scattare una richiesta di aiuto. Nel complesso il raid è durato circa un’ora e mezza: una volta raccolto la refurtiva, che i proprietari non hanno ancora quantificato con esattezza, i tre dentro casa e gli altri due si sono dileguati. Madre e figli, ancora sotto choc, si sono quindi liberati e hanno chiamato i carabinieri della Compagnia di Treviglio, giunti alla villa immediatamente. Sul posto anche un’ambulanza per verificare le condizioni dei due fratelli aggrediti. Le forze stanno investigando per dare un volto e un nome ai rapinatori, anche attraverso l’utilizzo delle videocamere presenti.

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