Covo, ucciso con due coltellate: avanti con le ricerche dell’indiziato

L’OMICIDIO. Continuano le ricerche del pachistano 30enne fuggito dopo aver ucciso il presunto coinquilino al culmine di una lite in un appartamento di via Pradone. Non ci sarebbero testimoni, indagini serrate.

È ancora ricercato dai carabinieri in tutta la Lombardia il pachistano di 30 anni che domenica pomeriggio 18 dicembre avrebbe ucciso con almeno due coltellate un connazionale e coetaneo nell’appartamento che i due condividevano a Covo, nella Bassa bergamasca.

Khadim Hussain, pakistano, 31 anni da compiere il 1° gennaio prossimo, è fuggito lasciandosi alle spalle il cadavere di un connazionale e un paese, Covo, sbigottito. Proseguono a ritmo serrate le indagini e le ricerche dell’uomo: nella notte tra domenica e lunedì 18 dicembre ancora nessuna traccia del 30enne, così come nella mattinata di lunedì.

La salma della vittima è stata trasferita domenica sera, al termine dei rilievi dei carabinieri, all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove nei prossimi giorni sarà eseguita l’autopsia: l’esame chiarirà il numero esatto di coltellate - ora si ipotizza almeno due - e se vi sia stata una colluttazione prima del delitto.

L’omicidio domenica pomeriggio

L’omicidio si è consumato domenica pomeriggio, poco dopo le 15, in un appartamento al secondo piano di una palazzina di via Pradone che fa angolo con via Scarpini: luci al neon, parabole satellitari sui balconi, panni stesi. Della vittima a tarda ora circolava solo il nome, Said, e l’età presunta, sui trent’anni. In casa, dalle informazioni raccolte lunedì mattina dalle forze dell’ordine, non ci sarebbero stati testimoni oculari.

Domenica sera non era ancora chiaro il motivo del litigio, se si sia trattato di uno screzio banale o di una questione economica ma si fa sempre più certa che la motivazione sia una lite per futili motivi.

Avanti con le ricerche

Hussain, dopo le coltellate a quello che dovrebbe essere il suo coinquilino, è sceso in strada, ha raggiunto l’auto ed è fuggito. Nella notte i militari dell’Arma lo hanno cercato e ancora lunedì risulta fuggitivo. Per cogliere qualche dettaglio gli investigatori hanno anche acquisito i filmati delle telecamere del bar «Lounge», che sta al piano terra della stessa palazzina. «Non li conoscevamo e non abbiamo sentito nulla», raccontano la barista e i clienti quando sono già le 22.Stesse risposte arrivano da chi vive nel condominio. «So chi è il ragazzo pakistano che ha firmato il contratto d’affitto, ma non conosco gli altri inquilini – dice un connazionale che abita al primo piano –. In quell’appartamento gli inquilini si alternano frequentemente». Il giovane non ha sentito alcun rumore sospetto intorno alle 15, così come un altro uomo che apre la porta di casa al primo piano.

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Tutti stranieri venuti a lavorare nella Bassa come metalmeccanici, magazzinieri nella logistica, operai nell’edilizia o nelle aziende di allevamento, oppure pendolari verso Milano, perché qui gli affitti sono meno proibitivi. Anche Hussain ha seguito questo tragitto. Il presunto omicida dal 2018 al 2020 aveva lavorato come cuoco all’estero, poi era giunto in Italia dove fino al 2021 aveva lavorato come magazziniere nel Vercellese. È nel 2021 che giunge in Bergamasca, dove ottiene un lavoro come addetto alle pulizie a Treviglio. Ultimamente era tornato a lavorare come magazziniere, ma a Milano. L’uomo in fuga, una licenza di scuola media in Pakistan, faceva ogni giorno la spola da Covo al Milanese ed è anche qui che ora i carabinieri hanno esteso le ricerche.

Sono stati controllati amici e conoscenti presso cui potrebbe aver trovato rifugio. Ma non si esclude che il trentenne possa aver tentato di raggiungere l’estero attraverso i valichi con Francia o Slovenia. I carabinieri hanno acquisito i filmati delle telecamere del circuito di videosorveglianza comunale per capire la direzione di fuga. Si cerca anche il coltello usato per uccidere, che a tarda ora non era ancora stato trovato. L’appartamento al piano mansardato è stato posto sotto sequestro. .

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